E' tempo di mercato, tempo in cui le società in questo periodo fanno i primi bilanci, sia dal punto di vista tecnico e sia da quello finanziario.

Si soppesa l'andamento di una stagione che non sempre si conclude nel rispetto di quegli obiettivi che le società si prefiggevano. I tifosi insorgono, i giocatori cambiano aria, i direttori sportivi pure, gli allenatori stanno alla finestra proponendosi alle società per iniziare una nuova stagione all'insegna delle nuove strategie da intraprendere.

Ma i tifosi sono sempre soddisfatti dell'operato delle società per le quali fanno il tifo?
Diremmo che per la stragrande meggioranza ciò avviene molto, molto di rado... Abbiamo visto in passato in quasi tutti gli stadi le proteste di tifosi che insorgono chiedendo la testa dell'allenatore o esonerando simbolicamente con grandi striscioni i giocatori, colpevoli di condurre una stagione non in linea con quella degli anni precedenti, magari con un epilogo più sfortunato dovuto a infortuni pregressi o situazioni tecniche differenti da quelle in cui i giocatori medesimi si erano messi in evidenza nei campionati precedenti.

Alcune società si sono affidate ad esempio a giocatori il cui operato nella squadra dalla quale sono stati prelevati, preannunciava la risoluzione del problema accusato in quel settore del campo.

L'esempio più calzante potrebbe essere quello del caso Biglia, da tutti osannato a gran voce nell'estate del 2017, arrivato al Milan dalla Lazio. Ma puntualmente e con lo stesso entusiasmo all'inverso, a seguito del succedersi di infortuni, scadimenti di forma e quant'altro, le speranze hanno lasciato il posto alla delusione e alla consapevolezza di aver sbagliato l'operazione. Non stiamo a giudicare l'entità e le convenienze di mercato scaturite dall'operazione, sta di fatto che quel “volpone” di Lotito sapeva evidentemente di liberarsi di un giocatore ormai al tramonto della sua carriera, con l'aggravamento di una precarietà fisica che comprometteva la sua potenzialità tecnica, ma che le visite mediche però non hanno mai (!) messo in evidenza gli acciacchi fisici al momento dell'acquisto. E qui entrano in ballo i milioni di tifosi che, per l'occasione, si ergono ad allenatori di comprovata esperienza e conoscenza tecnica non comune!

A questi tifosi però sfugge il fatto che, in tutte le operazioni di mercato, aldilà dell'evento visivo da dare in pasto ai media, esistono anche accordi che agli estranei e ai non addetti ai lavori non è dato sapere. Accordi che toccano intese elaborate negli anni precedenti o magari con clausole futuristiche che vanno oltre il mero affare di mercato. Sopravvengono interventi di varia natura, esigenze economiche delle due società in questione, esigenze fra i direttori sportivi preposti e non ultima la condizione del “sine qua non” imposta o se si preferisce dettata dai procuratori....

E' un mondo in cui districarsi egregiamente senza doversi compromettere in prima persona, è sempre oltremodo difficile. Da qui nascono quasi sempre svariate congetture da parte di tifosi e opinionisti che credono, secondo le loro logiche, di conoscere i veri risvolti delle operazioni di mercato sulle quali fare affidamento, verità invece gelosamente tenute nascoste, a giusta ragione da parte dei protagonisti diretti e da parte delle società interessate.

Ma i tifosi non possono comunque pretendere di condizionare le operazioni di mercato, continuando a mantenere atteggiamenti ormai superati e non privi di autolesionismo.

Da più parti si sente dire ad esempio che i tifosi neroazzuri bocciano l'idea Conte come allenatore! Inaudito! Lo stesso Conte direbbe “agghiacciante!”... Essi sostengono che il buon Antonio rappresenta ancora una juventinità mai sopita. Parecchi tifosi sostengono ancora che Conte in passato è stato un acerrimo nemico neroazzurro, il quale viene ora assoldato alla Corte dell'Impero interista, sotto il proclama che pende sul capo dell'ex juventino come la fatidica “spada di Damocle”. Noi non dimentichiamo”!!

Voglio credere che questa intemperanza sia frutto soltanto di pochi tifosi i quali in modo assurdo restano ancorati a vincoli, che io ritengo a mio modesto avviso, debbano essere assolutamente superati se essi vorranno rivedere in auge la propria squadra. Con l'ingaggio di Conte, sicuramente all'Inter tramonteranno i clan dei giocatori che hanno procurato solo danno alla società. Tramonterà definitivamente il modus vivendi di parecchi giocatori che finora hanno vivacchiato a seconda dei propri comodi e le proprie esigenze. Conte, che da subito si è messo al lavoro per la società, dimostrando la sua innegabile professionalità, ha voluto avvalersi della collaborazione di Gabriele Oriali, importante primo ministro del governo calcistico ddel C.T. Conte in nazionale. Con l'acquisto di Godin già ufficializzato, gli acquisti in atto (Dzeko e Barella), con le trattative in corso per ulteriori acquisti che saranno più avanti definiti da Marotta e Ausilio, L'Inter sta preparando un impianto con le carte in regola per contrastare il predominio juventino.

Non passerà molto tempo prima che lo zoccolo duro della tifoseria neroazzurra dovrà cambiare idea, ammorbidendo l'atteggiamento nei confronti di Conte. Così facendo la società nerazzurra di proprietà della Suning di Zhang creerà i presupposti necessari per rendere più accettabile e combattuta l'asperrima lotta alla conquista degli obiettivi, sia in campionato e sia in Champions. Finalmente per i colori dell'Inter è sopraggiunta la giusta professionalità per una società che intende ripristinare antichi fasti, meritando pertanto la fiducia dei propri fans.

Serietà professionale che mai è mancata da sempre alla Juventus. I Bianconeri sono ambiziosi come è giusto che sia e come sempre hanno dimostrato di essere in passato. L'acquisizione di un tecnico come Sarri dalla mentalità vincente e professionalmente evoluta, induce a credere che finalmente la Juventus avrà più chances di prima per raggiungere quella dimensione Europea tanto agognata. A Sarri viene offerta su un piatto d'argento, l'opportunità di completare l'ottimo lavoro compiuto da Allegri per raggiungere vertici di altissimo prestigio, traguardo improcrastinabile ormai nella storia di questo grande club, tanto più che, considerando l'acquisto già realizzato di un abile centrocampista come Ramsey e gli acquisti in corso di mercato che stanno ancora trattando i vertici dirigenziali della società, si stanno creando le premesse necessarie per rinforzare l'aspetto tecnico, inserendo giocatori top-players di sicuro affidamento in ogni settore del campo.

Stupisce però notare l'intransigenza da parte di parecchie frange della tifoseria, che forse delusa per non aver visto arrivare Guardiola, non accetta di buon grado Sarri.

Addirittura è stato promosso un hashtag in Web dal titolo “SARRIOUT” che sta letteralmente spopolando sui social. Mi sia permesso affermare che ciò è alquanto indegno e autolesionistico! Oltretutto questo comportamento è di gran lunga irrispettoso e irridente non solo nei confronti dell'esperto e capacissimo allenatore toscano, ma soprattutto è alquanto irrispettoso nei confronti delle scelte di mercato operate dalla Juventus, creando sconcerto e sfiducia presso la stessa tifoseria juventina benpensante e alimentando quell'antijuventinità che a dire il vero si contrappone a dispetto di comportamenti ritenuti arroganti e mal sopportati da parecchia tifoseria avversaria!...

Bisogna capire e credere che spesso non tutte le operazioni si possono portare a termine secondo i piani previsti. Anche alcuni trasferimenti che incontrano il beneplacito dei protagonisti interessati, non altrettanto riscontrano l'assenso della società che deve cedere il cartellino richiesto, soprattutto pensando ai vincoli ineluttabili presenti nei contratti con relative lunghe scadenze impedendone la realizzazione stessa. Inoltre mi sembra giusto far notare una cosa inconfutabile: non è detto che i risultati auspicabili con Guardiola non possano essere realizzabili anche con Sarri. Anzi...!

E' bene ricordare a tale proposito che proprio Guardiola, in questa stagione, subendo l'eliminazione bruciante in champions nel combattuto derby contro il Tottenham, ha bissato lo stesso insuccesso degli anni precedenti, inoltre la conquista del primo posto in Premier ha registrato un risicato vantaggio di un solo punto rispetto al Liverpool, classificatosi al secondo posto. Quindi tutto è opinabile.... Sarri alla prima esperienza in Premier al Chelsea, ha vinto invece la finale di Europa League e questo la dice lunga sulla bontà della sua filosofia calcistica di allenatore dagli schemi innovativi e spettacolari al tempo stesso!

Anche la Roma si appresta a dei cambi di natura tecnica innovativa, affidando il proprio destino al portoghese Paulo Fonseca, giovane allenatore assurto alla ribalta europea allenando e vincendo il campionato con la squadra ucraina dello Shakhtar Donetsk. Fonseca ha dimostrato di essere un leader portando la sua squadra, formata da modesti giocatori, ad essere competitiva sia in champions come anche in EL. Per i giallorossi sarà l'inizio di una nuova era in cui sarà evidente l'assenza del portabandiera e capitano di indiscussa personalità come lo era Daniele De Rossi. La società Capitolina è intenzionata a confermare i giovani presenti in rosa, soprattutto avvalendosi della politica calcistica del nuovo direttore sportivo ex Torino, Gianluca Petrachi. La novità più certa del mercato giallorosso riguarda il centravanti Edin Dzeko, prossimo a lasciare i giallorossi con destinazione Inter. Voci insistenti di mercato inducono a credere che ci potrebbe essere uno scambio possibile con Icardi destinazione Roma. Qualora questa operazione non fosse possibile, la società Capitolina chiederebbe Duvan Zapata all'Atalanta.

Il mercato delle prossime settimane ci dirà la verità su queste e altre trattative riguardanti la Roma.

Capitolo a parte merita il Milan, una società che in passato ha conosciuto gli allori dei successi conquistati nel nostro campionato, nei tornei Continentali e in quelli Intercontinentali. Il clima di incertezza societaria traspare dai comportamenti anomali di una proprietà tanto misteriosa quanto impalpabile. La gloriosa società rossonera ha subito una pericolosa reazione, quasi come uno shoch anafilattico per la pesante dicotomia dell'era post Berlusconiana, gettando nello sconforto milioni di sostenitori rossoneri sparsi nel mondo. Le ultime vicende societarie sono state messe a confronto con la dura realtà delle leggi del governo calcistico europeo che, se da una parte lasciano respiro con la momentanea sospensione UEFA del procedimento, applicato per i mancati requisiti di bilancio nel triennio 2015/2017, dall'altra parte procura molta apprensione in attesa di conoscere la sentenza definitiva da parte del TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) di Losanna, in merito al ricorso presentato dalla società rossonera. Ogni azione di mercato per la squadra del Milan resta in stallo, perchè prima che si possa preparare una buona squadra, bisognerà definire una sicura e concreta Società, basata su una proprietà ben distinta e con una pianificazione di progettualità programmate su basi concrete e realistiche.

Certamente i tifosi delle squadre più forti sognano di vedere i più grandi giocatori indossare la maglia della propria squadra del cuore, in nome e per conto di un passato glorioso che essi hanno vissuto con grande orgoglio, purtroppo però non sempre ciò è realizzabile, soprattutto quando situazioni contingenti lo impediscono.

L'UEFA ha imposto condizioni capestro per mezzo di una formula che andrebbe rivista se non debellata completamente. Soprattutto i soloni dell'Unione calcistica Europea non capiscono o meglio.... non vogliono capire che per appianare i bilanci si deve anche investire e non si può investire se è vietato spendere e quindi proporsi a certi livelli.

Sarebbe un discorso lungo questo da affrontare, ma questa non è la sede giusta per disquisire sull'argomento. In ogni caso l'organismo europeo residente in Svizzera dovrà chiarirci come mai ai superclub europei tutto è permesso, mentre ai club meno super, ma pur sempre dei grossi club, vengono imposte clausole assurde da affrontare. Inoltre ci dovranno spiegare come mai l'UEFA minaccia sanzioni esemplari a più di un superclub (Barcellona, Paris St. Germain e Manchester City ad esempio) che poi, puntualmente, non vengono messe in atto!!

E' comprensibile quindi tutto questo ai tifosi? E' possibile pensare che alcuni club siano considerati meno di niente? Sarà accettabile per i tifosi il dover constatare la propria compagine esclusa in maniera definitiva tra il novero delle big europee?

E' comprensibile ipotizzare che ai club italiani sia negata la partecipazione al torneo della Champions League, poiché in quel torneo vengono elargiti compensi da capogiro che ai nostri club non devono essere riconosciuti?

Supporre una situazione di trattamento con due pesi e due misure diversi è lecito!

Non si vogliono invocare congiure strane, ma ci sia consentito ipotizzare casomai uno scarso peso politico in ambito dirigenziale Europeo da parte Italiana, almeno fino a quando le nuove elezioni politiche del pallone in Europa non ricorrerano all'aiuto della nostra FIGC, che guarda caso, diventerà importante acquistando finalmente, ma in maniera del tutto effimera, quel peso che per il resto dell'anno poi perderà nuovamente e puntualmente! Sono quei giochi politici strani che una buona volta per tutte bisogna debellare. Detta alla Cicerone maniera quando lo statista tuonò in Senato “Cartago delenda est”, così diremo noi tifosi appassionati di calcio “UEFA delenda est”.

E non ci prendano per rivoluzionari o per ribelli, ma il nostro calcio non solo in Europa, ma anche in seno alla FIFA, dovrà tornare ad essere quello che fu in passato con Artemio Franchi.

Andrea Agnelli avrà tutto il sostegno della nostra Federazione e naturalmente anche il nostro, quello di tifosi benpensanti che hanno a cuore le vicende del calcio Italiano a tutto tondo!

Noi abbiamo fiducia che la politica del calcio si possa finalmente adeguare alle esigenze di casa nostra con più attenzione e rispetto!

 

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