Alla vigilia del ritorno di semifinale tra Liverpool e Barcelona, eravamo tutti consapevoli che quello dell'Anfield Road sarebbe stato un incontro tutto da gustare. Su questo non c'era alcun dubbio. Il risultato di 3 – 0 a favore del Barcelona nell'incontro di andata lasciava supporre una possibilissima qualificazione per i blaugrana e conseguentemente una quasi certa eliminazione per i “Reds” del glorioso Liverpool. Ci aspettavamo infatti una battaglia tra i leoni di Liverpool e gli indomabili condottieri Catalani del Barcelona. Ma che il Liverpool, pur giocando una partita intensa e determinata, potesse ribaltare il risultato di Barcelona della partita di andata, questo, ci sembrava con tutta franchezza un evento assai complicato anche se non impossibile.

Eppure ieri il miracolo è avvenuto! Nello stracolmo catino di Anfield, i tifosi dei “Reds” hanno accompagnato le gesta dei loro giocatori non smettendo mai di cantare il loro inno “You'll never walk alone”. Essi hanno avuto modo di esaltarsi accompagnando le azioni vigorose dei giocatori in campo. La squadra di Jurgen Klopp, già dall'inizio ha mostrato un impeto atletico e una spinta vigorosamente propulsiva che è caratteristica inconfondibile del gioco inglese, poichè sapevano i giocatori in casacca rossa, che sarebbe stato assai difficile superare una delle squadre più forti d'Europa e del mondo. Occorrevano 3 goal per pareggiare il punteggio dell'andata, ricorrendo ai tempi supplementari per poi superare il turno. Ma i Reds sono andati oltre segnando anche il quarto goal che ha garantito loro l'accesso alla finale di Madrid al Wanda Metropolitano.

E pensare che al Barcelona, in qualunque momento della partita sarebbe bastato un solo goal per rendere vano l'immane sforzo prodotto in campo dagli inglesi. Quel goal però non è mai arrivato! Ma sia ben chiaro che il Barcelona non ha segnato per proprio demerito, ma come avrebbe potuto se il Liverpool ha lasciato pochi spazi agli spagnoli? Come avrebbero potuto Messi, Suarez e compagni segnare un goal visto la strenua opposizione prodotta dagli inglesi nei momenti in cui bisognava difendersi? A dire il vero i Catalani sono stati pericolosi in più di ogni azione, ma le loro iniziative sono state ben rintuzzate dal portiere Alisson (ex Roma) ma soprattutto dai difensori inglesi: 
Alexander Arnold, grande combattente di fascia nello schieramento di destra della compagine inglese. Egli è stato efficace come sempre nel dare spinta propulsiva, imponendo un ritmo infernale alle sue incursioni oltremodo pericolose.
Virgil Van Dijk (il migliore della difesa dei Reds). Il centrale olandese ormai ha raggiunto un livello d'esperienza tale da essere considerato uno dei difensori più forti al mondo. Efficace di testa a sventare le minacce provenienti dalle fasce dell'attacco Blaugrana, e persino assai minaccioso nel dare il suo contributo alle azioni di attacco con i suoi stacchi di testa e il suo poderoso tiro da fuori area. Infatti più di una volta nel primo tempo e ancora di più nel secondo, ha chiamato in causa il portiere avversario Ter Stegen per intervenire con parate di ottima fattura. Voluto e cercato da Klopp l'anno scorso per la scarsa potenzialità difensiva accusata dai Reds, Van Dijk è cresciuto in modo esponenziale tanto da raggiungere nell'anno in corso la giusta maturazione e la completa consapevolezza dei suoi mezzi, a seguito della fascia di capitano ottenuta nella nazionale olandese.
Joel Matip estremo difensore centrale camerunense, dotato di un gran fisico, marcatore arcigno e forte nel colpire di testa contrastando egregiamente Suarez, la punta più avanzata del Barcelona.
Andy Robertson terzino di fascia schierato a sinistra da Klopp per dare una spinta propulsiva efficace come quella data a destra dal suo compagno di squadra Arnold.

Questi difensori del Liverpool hanno giocato una partita ad altissimo livello proiettando le loro azioni in avanti a ritmi davvero insostenibili per tutti i 95 minuti.

Una nota particolare va dedicata al centrocampo soprattutto considerando gli opposti schieramenti, in cui si sottolinea l'incapacità dei blaugrana di contrastare le trame incessanti degli inglesi sia sul ritmo come pure sull'organizzazione di gioco. Le trame impostate sin dall'inizio dal reparto inglese sono state sempre votate al pressing asfissiante accompagnato da un movimento dei singoli in sincronia col reparto difensivo e col reparto di attacco. I giocatori di Valverde hanno sempre subito un ritmo insostenibile fondato su raddoppi di marcatura e anticipi sui contrasti uomo a uomo. Henderson, Fabinho e Milner tanto abili nel rompere le trame offensive spagnole hanno sovrastato i rivali avversari di reparto annullando il raggio di azione di Rakitic e Busquets e limitando notevolmente gli interventi di Vidal apparso efficacemente decisivo solo a tratti.

Gli inglesi tambureggiando insistentemente con continui scambi tra i compagni, hanno obbligato il Barcelona a chiudere gli spazi e a difendersi in massa opponendo poco movimento ai tourbillons promossi dalle punte Shaqiri, Origi e Manè. Già dopo 8 minuti le retrovie blaugrana erano costrette a cedere sotto i colpi di maglio organizzati dal reparto inglese avanzato che coralmente costruiva un'azione irresistibile trasformata in rete da Origi, corpulento colosso olandese, a seguito di una corta respinta del portiere Ter Stegen. Questo primo goal del Liverpool incoraggiava ancora maggiormente la manovra inglese che non concedeva pausa agli avversari e contrastando egregiamente la reazione di Messi e compagni. In questa fase di azioni del primo tempo i due portieri erano chiamati a effettuare interventi decisivi per scongiurare eventuali segnature da parte dei rispettivi tiratori di entrambe le squadre.

Nel secondo tempo la partita assumeva i toni di un vero e proprio assalto da parte dei Reds alla porta difesa da Ter Stegen che salvava la sua porta su un colpo di tacco di Van Dijk. Ma la difesa del Barcelona era obbligata ancora a capitolare. Robertson era costretto a farsi sostituire da Wijnaldum, il quale segnava il raddoppio inglese dopo che 3 minuti prima Suarez si “beveva” il goal del pareggio spagnolo. Non passavano 2 minuti che ancora toccava a Wijnaldum veloce trequartista olandese portare a 3 le reti per la sua squadra. Lo stadio dell'Anfield Road esplodeva in un boato di gioia che metteva le ali ai giocatori del Liverpool. I giocatori del Barcelona sembravano impauriti e increduli a seguito dell'imprevedibile svolgimento del risultato. Lo stesso allenatore spagnolo Valverde viene inquadrato sugli schermi televisivi nel momento in cui lo sconforto e il timore disegnano il suo volto con un'espressione di rassegnazione e di impotenza reattiva.

Gli inglesi insistendo, vedevano ormai concretizzarsi la qualificazione in finale dopo venti minuti di incessanti assalti, con azioni in profondità e ben orchestrate. Gli uomini di Jurgen Klopp producevano i loro ultimi sforzi cercando di sfondare le retrovie blaugrana ottenendo un calcio d'angolo con Alexander Arnold. Il calcio d'angolo veniva battuto in un momento di distrazione dei difensori del Barcelona, infatti il cross trovava smarcato in zona centrale dell'area il centravanti Origi, il quale non si faceva sfuggire l'occasione deviando in rete il pallone imprendibile calciato con estrema decisione.
Era l'apoteosi finale: 4 – 0!

Nulla lasciava supporre che accadesse l'incredibile. A questo punto per il Barcelona il duro responso del punteggio li condannava irrimediabilmente all'eliminazione. Quindi disperatamente i campioni spagnoli si buttavano in avanti per trovare quel goal che sarebbe bastato a qualificare gli uomini di Valverde, ma la retroguardia inglese era molto attenta non concedendo nulla ai disperati tentativi degli spagnoli. Dopo qualche cambio effettuato dalle due formazioni e dopo 5 minuti di extratime, l'ottimo arbitro turco Cakir fischia la fine dell'incontro registrando un delirio di gioia incontenibile sugli spalti, dove si scorgeva il grande ex capitano Gerrard anch'egli protagonista anni addietro di quella clamorosa rimonta del Liverpool nella dolorosa finale di Istanbul persa dal Milan!!

Singolare sembra il fatto che 2 olandesi (Origi e Wijnaldum) siano stati i marcatori dei goal per la squadra inglese in un incontro in cui entrambi i giocatori hanno fatto le maggiori presenze seduti in panchina e da rilevare pure che 2 giocatori come Salah e Firmino sono stati assenti per lievi infortuni. Quasi a confermare le imperscrutabili strategie del destino calcistico che stabilisce come tutto sembri scontato e mai impossibile, ma qualche volta sia invece scontato il contrario di tutto!

Stamani come ogni mattina, mi sono svegliato alle 6.00 e il mio primo pensiero è andato a Sky. Sapevo che a quell'ora avrebbero replicato la partita di ieri e quindi saltando il caffè mi sono precipitato davanti allo schermo per rivedere il capolavoro della truppa di Jurgen Klopp.

Ho rivisto la partita ben consapevole del risultato e rivivendo le stesse emozioni della sera precedente. Ho osservato con estrema attenzione le giocate dei Reds provando sensazioni differenti. Innanzitutto un sentimento di ammirazione nei confronti dei giocatori in casacca rossa per la grande impresa compiuta, ma poi è subentrato in me un sentimento quasi di rabbia e di invidia nel constatare che imprese del genere mai potrebbero essere alla portata delle squadre italiane impegnate in ambito internazionale. Sono stato colpito maggiormente dal fatto di aver notato come i giocatori inglesi hanno affrontato l'ultima parte dell'incontro. Il risultato conseguito a dieci minuti dal termine era di 3 – 0, sufficiente pertanto per disputare i tempi supplementari che, per quanto si era visto fino a quel momento, avrebbero arriso più ai pugnaci inglesi piuttosto che agli spauriti spagnoli e ciò per una tenuta fisico-atletica di gran lunga maggiore. I calcoli e le alchimie tattiche all'italiana maniera, avrebbero suggerito agli uomini di Jurgen Klopp un atteggiamento piuttosto prudente per evitare di scongiurare il goal della qualificazione del Barcelona per poi far valere la maggiore freschezza atletica durante i tempi supplementari. Invece il Liverpool si avventava su tutti i palloni rabbiosamente, con grande impeto e con uno spirito indomito degno delle più grandi impossibili imprese alla ricerca del quarto goal, quello della qualificazione per la finale, attaccando con sei e persino con sette uomini.

La storia ci insegna che questo atteggiamento viene sempre premiato mentre la prudenza inopportuna ed esagerata viene sempre punita.

Io spero vivamente che tutti i nostri allenatori di serie A, B e C abbiano visto la partita per capire da buoni allenatori quali essi sono, che le battaglie si vincono solo combattendo!!

 

1942pipporossonero