Jurgen Norbert Klopp, tedesco nato a Stoccarda nel 1967, allenatore di calcio.

Sabato 01 giugno 2019 il Liverpool ha vinto la Champions battendo il Tottenham per 2 - 0. Seduto in panchina ad allenare il club inglese c'è Jurgen Klopp già dal lontano 2015, proveniente dal Borussia Dortmund.

Dire che Jurgen abbia meritato di vincere questa Coppa, massima espressione di un torneo Europeo, sarebbe riduttivo. Dietro a questo successo ci sono anni di professionalità indiscussa, di alto valore tecnico, di lavoro onesto fatto con la costanza e la caparbietà che solo un tedesco di ferro come lui ha saputo sempre anteporre a tutto.

In un primo momento osservandolo bene, sembrerebbe un burbero irriducibile, ma Jurgen col suo sorriso è sempre riuscito a conquistare tutti. I primi anni della sua carriera di allenatore lo vedono all'opera, dopo una modesta carriera di giocatore nel ruolo difensivo, iniziando nel Mainz nel 2001, fino a raggiungere, nel campionato tedesco durante la stagione 2005/2006, la qualificazione per la Coppa Uefa (oggi chiamata Europa League). Ai play off però i tedeschi vengono eliminati dal Siviglia, squadra spagnola che poi riuscirà a vincere quel torneo europeo.

Nel 2008 Klopp viene assunto dal prestigioso club del Borussia Dortmund che crede nel suo lavoro di tecnico scrupoloso e ambizioso. Il Borussia quell'anno conclude il campionato al 6° posto, migliorando il 13° posto dell'annata precedente, ma con Klopp ottiene la prestigiosa Supercoppa di Germania vincendo la finale contro il Bayern di Monaco. E' bastato un anno a Jurgen per arrivare a conquistare traguardi più ambiti, infatti l'anno successivo conquista il 5° posto in campionato, ma l'anno successivo ancora col suo Borussia, Klopp conquista lo scudetto di Germania bissandolo ancora nell'anno successivo. Klopp a fine stagione di quell'anno 2013 arriva a disputare la finale di Champions sfidando gli agguerriti rivali di sempre del Bayern di Monaco. Klopp conosce la sconfitta amara di una finale di Champions, ma un mese dopo si vendica sconfiggendo il Bayern nella superCoppa tedesca che bissa anche nell'anno successivo. Ormai Jurgen è considerato tra i migliori allenatori del Continente e viene richiesto dai maggiori Club Europei. Egli accetta l'incarico offertogli dal Liverpool e nel 2015 sbarca nel pianeta inglese dei Reds sostituendo l'esonerato Brendan Rodgers.

Quindi inizia la sua prestigiosa carriera di allenatore nel club Inglese classificandosi subito al 10° posto del campionato ma ottenendo la finale di Europa League che vede il Liverpool affrontare il Siviglia. Ancora una volta lo stesso club spagnolo che sconfisse in finale il Borussia di Klopp, riesce a sconfiggere anche il Liverpool allenato dal tedesco Klopp.

La tenacia di Jurgen detto “normal one” è più forte dello sconforto incassato nelle sconfitte e al terzo anno di panchina col Liverpool, Klopp giunge in finale di Champions contro il Real Madrid, nella stagione 2017/2018. La sua sfortuna, come una maledizione annunciata, fa sì che il Liverpool venga sconfitto dagli Spagnoli, sprattutto a causa di 2 errori clamorosi commessi dal suo portiere Karius. Ma ancora una volta Jurgen non demorde e forte del 4° posto raggiunto in campionato partecipa ancora una volta alla finale di champions nell'anno successivo 2018/2019.

Siamo alla storia di oggi. Il Liverpool termina il campionato al 2° posto staccato di un solo punto dal Manchester City del suo amico Guardiola. Avvia con successo il torneo di Champions, proseguendo il cammino con grande sicurezza fino a giungere alla rocambolesca semifinale disputata contro il Barcellona. Infatti nella gara di andata i Reds incappano in una serata storica negativa perdendo in Spagna per 3 – 0 e compromettendo l'esito di una possibile rimonta nella gara di ritorno all'Anfield. E' qui che la proverbiale tenacia del tecnico di Stoccarda prorompe nello spogliatoio dei Reds, infondendo fiducia e convinzione ai suoi giocatori per effettuare la possibile rimonta. Il Liverpool infatti affronta l'incontro con la giusta concentrazione profondendo quell'animus pugnandi necessario per combattere senza sosta alla disperata ricerca di una rimonta possibile. Dopo le 3 reti ottenute senza mai perdere la concentrazione e sufficienti per prolungare la gara ai tempi supplementari, il Liverpool trova nel finale il colpo risolutore, approfittando di un momento di deconcentrazione della difesa avversaria, segnando la 4° rete e compiendo il miracolo impossibile della qualificazione alla finale. Liverpool – Barcellona 4 – 0

Ieri 1° giugno 2019 si sono affrontati in finale il Liverpool di Klopp e il Tottenham di Pochettino.

I pronostici erano divisi al 50% per entrambe le squadre. Da una parte Klopp, considerato da parecchi un ottimo allenatore, ma perdente in tutte le finali europee disputate. Dall'altra parte un allenatore, Pochettino che si presentava per la prima volta a una finale di Champions agguantata in extremis nella gara di ritorno in semifinale ad Amsterdam contro l'Ajax.
Ma prima che ieri sera iniziasse l'incontro, è stato giusto e doveroso commemorare Josè Antonio Reyes, perito in un incidente automobilistico, calciatore spagnolo di 35 anni il quale ha militato nel campionato inglese oltre che nella Liga spagnola. Enormi gigantografie di questo ragazzo sono comparse negli schermi dello stadio Wanda Metropolitano di Madrid, tributandogli con un lungo applauso il ricordo affettuoso di tutti gli spettatori e di tutti i giocatori schierati al centro del campo per un minuto di raccoglimento, visibilmente commossi.

Tornando alla finale di ieri, bisogna rammentare che il Totthenam non più tardi di 3 settimane or sono, aveva conquistato con parecchia fortuna contro l'Ajax una qualificazione in finale, che ha avuto il sapore dell'incredibile, soprattutto perchè giocata con grande intensità.
Pertanto bisogna ammettere che tanto belle e avvincenti sono state le due semifinali affrontate in precedenza, quanto invece deludente è stata la finale giocata ieri.
E' giusto comunque affermare che una finale difficilmente si distingue all'insegna del bel gioco. Entrambe le compagini che affrontano una gara del genere, sono portate di consueto ad assumere un atteggiamento in campo all'insegna della prudenza, specie ieri in occasione di un incontro in cui l'incertezza del pronostico la faceva da protagonista.

Eppure la gara di ieri, quasi come un pegno da pagare per la rocambolesca qualificazione acquisita da entrambe le squadre, richiedeva un episodio di fortuna bilanciante regalando l'opportunità a una delle due compagini di calciare un rigore dopo pochi secondi dall'inizio della gara. Una sorta di fio sacrificale che il dio del calcio ha preteso firmando in modo inequivocabile la gara della finale. I Reds sono stati i prescelti e non si sono lasciati scappare il privilegio offerto dal destino, segnando con Salah il calcio di rigore assegnato dall'arbitro Sloveno Skomina, impeccabile nel suo operato per tutta la durata dell'incontro.

Ci si attendeva a questo punto una gara il cui esito avrebbe potuto manifestarsi in 2 modi diversi: o sfociare in una disputa combattuta all'insegna del goal, oppure fossilizzarsi in un atteggiamento di prudenza calcolata a centrocampo. Purtroppo ha prevalso quest'ultima tesi e ciò ha causato una stagnazione del gioco nella zona nevralgica del centrocampo dove le due squadre hanno pensato che fosse più opportuno non sbilanciarsi oltremisura, senza mai però abbandonare le caratteristiche del gioco inglese, profondendo massicce azioni offensive a tutto campo, votate alla ricerca del goal.
In questa finale però abbiamo ammirato l'abilità di entrambe le compagini nell'organizzazione del dispositivo difensivo, infatti entrambe hanno saputo mostrare una solidità difensiva di prim'ordine mettendo in risalto prestazioni tecniche superlative. Su tutti mi piace citare la particolare prestazione del poderoso difensore dei reds Virgil Van Dijk il quale ha dominato il gioco nella sua area di rigore, contrastando con successo tutte le iniziative avversarie.

Le formazioni delle squadre scese in campo si sono schierate secondo i seguenti moduli:

TOTTENHAM (4,2,3,1)

Lloris – Trippier, Alderweireld, Vertonghen, Rose – Winks, Sissoko – Son, Eriksen, Alli – Kane

LIVERPOOL (4,3,3)

Alisson – Alexander Arnold, Matip, Van Dijk, Robertson – Fabinho, Henderson, Wijnaldum – Salah, Firmino, Mané

Si pensava che nel 2° tempo la partita assumesse toni sempre più accesi non lesinando le emozioni vissute nelle rispettive semifinali, invece malgrado le sostituzioni operate dai 2 allenatori, la gara non offriva toni diversi da quelli mostrati nel primo tempo della gara.
Pochettino provvedeva a sostituire Winks con Lucas Moura nella speranza di trovare nel brasiliano l'exploit vincente come accaduto nella gara contro l'Ajax, ma la reazione degli Spoors non c'è stata e il Liverpool raddoppiava con Origi che, poco prima, aveva sostituito Firmino, assieme a Milner subentrato a Wijnaldum.

La partita si concludeva con l'esplosione di gioia di tutti i Reds in campo, in parecchi di loro aveva il sopravvento la commozione che coinvolgeva anche il loro mister entrato in campo al fischio finale per congratularsi con loro. La delusione degli Spoors traspariva dai volti attoniti di Kane e Delle Alli che assieme a Eriksen speravano di conquistare per la prima volta la Champions.

Devo confessare che, a seguito della grande delusione subita ad Istanbul, in quella finale che si disputò tra il mio Milan contrapposto al Liverpool, non ho meditato alcun desiderio di vendetta nei confronti dei Reds. Confermo invece di aver fatto il tifo per il Liverpool di riflesso, perchè ammiro molto Jurgen Klopp, il quale dichiarato da tutti come un allenatore perdente in occasioni delle finali europee, si è preso la giusta rivincita vincendo meritatamente questa Champions a coronamento di una carriera sempre più in crescendo.

 

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