Caro vecchio Milan

Mala tempora currunt!

E' passata un'altra stagione, con altre vicissitudini intercorse. Un altro anno di emozioni che ci hanno fatto sperare sempre di cogliere l'obiettivo prefissato. Abbiamo vissuto ancora le stesse speranze, come ogni anno, in attesa di raggiungere gli obiettivi preposti. Alcuni di questi si sono conclusi in modo doloroso, prima perdendo la finale a Jeddha della Supercoppa contro la Juventus, poi subendo l'eliminazione nel girone di Europa League in modo alquanto inaspettato e infine uscendo ingloriosamente in semifinale di Coppa Italia contro la Lazio.

Il susseguirsi di questi avvenimenti negativi ha accentuato maggiormente la sfiducia dei tifosi nei confronti di Gattuso, giudicato ancora a maggior ragione inadeguato ad essere allenatore del Milan. Eppure Gattuso, il quale anch'egli ha condiviso con i giocatori momenti belli e meno belli, non direi che sia da giudicare negativamente. A sua parziale difesa mi sento di affermare che eventi estranei e contrari alle sue effettive possibilità, hanno inciso in modo determinante sull'esito del percorso vissuto in tutta la stagione. A tale proposito vorrei ricordare che l'assenza forzata e prolungata di un giocatore come Giacomo Bonaventura ha compromesso la disposizione del centrocampo in cui si sono avvicendate assenze importanti e prolungate come quella dell'ex laziale Biglia e altre assenze dovute a infortuni e squalifiche che, comunque, fanno sempre parte del gioco.

Nel settore difensivo, rispedito al mittente Bonucci, la cui esperienza negativa durante la scorsa stagione aveva inciso non proprio felicemente negli equilibri del gioco rossonero, si è pensato di rimpiazzare il posto vacante innestando il giovane Caldara. Questo ragazzo è sempre stato ritenuto da parecchi una sicura promessa del calcio nostrano e il cui valore tecnico era stato ampiamente dimostrato tra le fila atalantine e nello scacchiere difensivo della nazionale under 21. Purtroppo Caldara ha subito una serie continua di infortuni, pregiudicando in modo determinante il suo impiego tra i titolari del pacchetto difensivo rossonero. Vicenda, questa, analoga a quella del giovane Conti, anch'egli bersagliato dalla sfortuna e flagellato dai continui infortuni che alla lunga ne hanno compromesso il suo utilizzo come terzino destro, ruolo in cui Conti è considerato tuttora tra i migliori giovani del nostro campionato.

Anche in attacco il Milan, quest'anno, ha vissuto peripezie molto travagliate.
La vicenda Higuain ormai arcinota ci riconduce all'alternanza di risultati negativi che hanno influenzato oltremodo il rendimento di tutta la squadra durante la prima metà del campionato, soprattutto se si considera che le speranze di riscossa della compagine rossonera erano riposte in quel giocatore di gran livello, il quale non solo ha tradito le attese, ma ha inoculato nel tessuto di tutto l'impianto milanista, paure incertezze e negatività di ogni genere. Mi auguro che un altro juventino che risponde al nome di Douglas Costa non abbia da accasarsi tra le file del Milan. L'idiosincrasia nei confronti degli scarti bianconeri sarebbe ancora più accentuata negativamente in quanto suffragata dai problemi caratteriali evidenziati più volte dal brasiliano. E qui mi fermo per non incorrere in una filippica forviante mettendo in secondo piano i reali problemi del Milan.

Il centrocampo rossonero si è espresso in maniera alquanto incostante per tutta la stagione. Biglia, giocatore dotato di una discreta tecnica e di indubbio valore tecnico da regista, ha trascorso più tempo in infermeria che in campo. Al Milan si faceva molto affidamento sull'ex laziale per interpretare quel ruolo che avrebbe dovuto indirizzare il gioco rossonero sui valori tecnici che da troppo tempo mancavano, rendendo competitiva la compagine di Gattuso. Infatti Rino ha dovuto adattare sempre in quel ruolo, giocatori la cui indole non è consona a interpretare le dinamiche che il ruolo stesso richiede. Bakayoko, Kessie e Josè Mauri infatti non sembrano i giocatori adatti a dettare i tempi nella zona nevralgica del campo, dove dovrebbero nascere le azioni salienti per dare impulso all'offensiva d'attacco. Ci si è chiesti come mai Montolivo, visto l'assenza prolungata di Biglia, non abbia potuto essere richiamato a coprire quel ruolo. Al di là degli aspetti personali che hanno minato il rapporto tra allenatore e giocatore, le cui motivazioni non interessano in questo contesto, abbiamo sempre avuto in passato sotto gli occhi la consistenza tecnica di questo giocatore il quale, specie negli ultimi due anni, ha inciso negativamente nel gioco rossonero. In più non bisogna dimenticare una certa svogliatezza dimostrata negli allenamenti, maldisponendo lo staff tecnico al punto di perdere definitivamente la fiducia nei confronti di Montolivo.

Ma oltre agli aspetti tecnici bisogna aggiungere l'aspetto più saliente, quello gestionale, paventando timori fondati sul futuro della Società. Infatti il Milan non possiede una proprietà ben definita. Non possiede una dirigenza amministrativa orientata verso la risoluzione dei problemi rossoneri.

Non è certo un fondo speculativo la soluzione migliore per una società di calcio.

Un fondo speculativo tende a sfruttare situazioni economiche effimere e lontane dall'investire a lungo termine. La formula non va, è inutile nasconderlo. Non esiste una vera proprietà e i lunghi silenzi di Gazidis ne sono la prova più lampante!

Si è voluto trasferire i motivi del mancato insuccesso alla “incapacità” di Leonardo, chiamato nel luglio scorso ad operare come dirigente tecnico per “riparare” i disastri di mercato compiuti nella precedente gestione, quando furono sperperati 250 milioni di euro per formare una rosa poi rivelatasi inadeguata. Leonardo anzi ha dovuto “inventare” una soluzione adeguata per sostituire Higuain. Direi che il brasiliano ci è riuscito, prelevando dal Genoa Piantek, inoltre ha portato felicemente al termine l'operazione già iniziata in estate, acquistando Paquetà e innestandolo in rosa in tempi brevi a gennaio e il cui rendimento ha avuto un riscontro positivo immediato.

L'allontanamento del dirigente brasiliano mi sembra del tutto immaturo, soprattutto se consideriamo che Leonardo non ha ancora avuto a disposizione i tempi necessari per completare operazioni di mercato che solo la sessione estiva è in grado di concedere.
A meno che sia stato Leonardo medesimo a presentare le sue dimissioni, insoddisfatto delle pianificazioni speculative decise dalle esigenze finanziarie del fondo Elliot.

Gazidis intende puntare sui giovani, valorizzarli e poi ricavarne plusvalenze. Fin qui siamo tutti d'accordo, ma non basta! Bisogna avvalersi di giocatori affermati che diano garanzie in ogni settore. Almeno uno in ogni reparto (questa è l'idea di Gattuso avallata pure da Leonardo).

Ma ricorrere a giocatori di valore comporta una spesa che dovrà confrontarsi con le regole imposte dall'Uefa per il FFP. Però operazioni adeguate fra entrate e uscite dei giocatori, potrebbero facilitare la limitazione di spesa attutendo i costi e ridimensionando almeno in parte le regole restrittive FFP.
Allora perchè non lasciar fare a Leonardo? Perchè non permettergli di agire in un ambito di mercato che lui conosce molto bene? Si parla di un certo Campos, destinato a sostituire Leonardo, un direttore sportivo proveniente dal Lille, figura invero poco nota e poco indicata per conoscere le peculiarità del nostro calcio italiano.

La confusione e l'incertezza dunque aumentano e aggravano una situazione già precaria.
Da quando il calcio esiste, sono sempre esistite le proprietà definite, sempre pronte a dettare i programmi e le linee di condotta gestionali di una società di calcio.

Al Milan manca giusto una proprietà concretamente ben definita.

E se manca un proprietario, non si può costruire una squadra e se non si costruisce una squadra sarà inutile sognare e sperare di ben figurare, soprattutto quando i tifosi che tecnici non sono, hanno la pretesa di arrivare in fretta dall'oggi al domani immediato, disputando Champions e magari vincendo il campionato. Essi giornalmente propongono soluzioni, dettando acquisti e cessioni di giocatori vari, che a loro dire, risolverebbero la situazione dal punto di vista tecnico (senza peraltro conoscere gli affari della società all'interno), scagliandosi contro Gattuso, responsabile, secondo il loro convincimento degli insuccessi realizzati dalla squadra. Poco importa se poi Gattuso ha dovuto gestire uno spogliatoio il cui valore tecnico, con molta generosità, è da considerare obiettivamente da sesto a ottavo posto in classifica. Poco importa se poi il tecnico (non esente comunque da errori) ha dovuto affrontare sempre grossi problemi di formazione dovuti ai continui infortuni...

Mala tempora currunt sostenevano i latini quando paventavano un futuro incerto dettato da un presente infelice.

Quanto lontani sono i tempi in cui il Milan dominava il mondo, quanto lontani sono i tempi in cui i tifosi rossoneri andavano fieri di amare una squadra che li emozionava con grande intensità!
Oggi sono tempi diversi, questo è vero, ma non dimentichiamoci che nei nostri cuori il Milan occupa sempre un posto particolare, insostituibile e irripudiabile.

Ai tifosi vada un monito e al contempo una preghiera: abbiamo gioito e abbiamo pianto per la nostra squadra. Abbiamo attraversato tempi bui, la retrocessione in serie B per due volte, abbiamo sfiorato il fallimento dopo le vicende del presidente Farina, abbiamo gioito durante il trentennio Berlusconiano e stiamo vivendo momenti infelici dopo il suo abbandono, ma non molliamo!

Siamo stati sempre capaci di rialzarci dopo tante cadute, facciamolo ancora e con devozione!

Noi tutti sappiamo quanto amore hanno dato alla maglia rossonera i nostri giocatori del passato, non possiamo dimenticarlo mai, come non possiamo nemmeno disconoscere l'amore e l'attaccamento che stanno tuttora dando i nostri grandi giocatori del passato come Gattuso, Leonardo e Maldini. Essi si stanno prodigando alacremente per riportare il nostro caro Milan a quella dimensione che da sempre gli è appartenuta e che sempre gli apparterrà, malgrado le innumerevoli vicende negative...

Ma soprattutto i tifosi sappiano individuare le verità degli insuccessi rossoneri, senza addossare tutte le responsabilità soltanto a chi ha cercato, con grande amore e fedeltà, di trasmettere alla squadra quel DNA che tutti noi conosciamo bene.

Ci sarà un rivoluzionamento dirigenziale? Probabilmente sì, pertanto da ora in poi il pericolo sarà uno solo: perdere la nostra identità e questo lo si dovrà evitare!

Si andrà avanti ricordandoci tutti quali sono le nostre origini e la nostra gloriosa storia rossonera!

 

Uno stato ha fondato sempre le sue fortune sul buongoverno, facendo progredire il popolo”
Al Milan occorre uno stato societario fatto di persone concrete e non di presenze astratte!

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie ma bordello!”

(Dante Alighieri, 6° canto del Purgatorio)

 

1942pipporossonero