Filosofia di gioco ben definita, meccanismi automatici e movimenti che sfiorano la perfezione, con ogni giocatore che sa perfettamente cosa fare, a seconda che si attacchi o ci si difenda. Vola sempre più in alto l’Atalanta di Gasperini: a otto giornate dalla fine del campionato è lì a giocarsi un traguardo mai raggiunto nella sua storia, l’accesso ai gironi della Champions. La Dea è tra le poche squadre del nostro campionato che non si accontentano solo di puntare alla semplice vittoria ma ambiscono ad essa attraverso il gioco, quasi fosse imprescindibile per raggiungerla, pena la sconfitta. Un triennio quello del Gasp che sta raggiungendo il suo apice e che potrebbe concludersi con quel quarto posto che significherebbe storia. Un quarto posto già raggiunto alla sua prima stagione a Bergamo ma che allora non garantiva l’accesso alla vecchia Coppa dei Campioni.

Eppure non era iniziata bene l’avventura sulla panchina orobica nel 2016: 3 punti in 5 partite, frutto di 4 sconfitte e una sola vittoria che minacciavano un suo esonero. Poi il cambio di marcia e un macinare punti giornata dopo giornata fino a totalizzare quei 72 punti che valsero la partecipazione all’Europa League. E anche in Europa l’Atalanta offre spettacolo, imponendosi nel girone con squadre come il Lione e l’Everton e fermandosi immeritatamente contro il Borussia Dortmund ai sedicesimi. Europa League che quest’anno è sfumata agli spareggi contro il Copenaghen: la preparazione estiva anticipata per affrontare i diversi preliminari ha avuto conseguenze sulla prima parte di campionato, prima di ritrovare condizione e gioco che gli hanno consentito di risalire la classifica. E ora il quarto posto dista un solo punto, occupato da un Milan che dal derby perso contro i cugini non riesce a ritrovarsi e che sabato affronterà una Juventus che vincendo potrebbe già festeggiare lo scudetto.

Tra le squadre in lizza per assicurarsi la partecipazione all’Europa che conta, l’Atalanta sembra essere quella più in forma. I rossoneri di Gattuso infatti sembrano essersi smarriti, la Roma è in una crisi senza fine e la Lazio alterna spesso momenti positivi a sconfitte inaspettate. E poi c’è l’Inter, poche settimane fa quarta, capace di riprendersi il terzo posto ma che ancora può essere sicura della partecipazione alla prossima Champions. I bergamaschi, quinti, distano 5 punti e a San Siro la sfida di domenica tra le due nerazzurre potrà essere decisiva in un senso o nell’altro. Da un lato c’è un’Inter che prova a dare continuità al successo rotondo contro il Genoa e che cerca di riscostruire un minimo di normalità dopo l’affaire Icardi, dall’altro c’è un’Atalanta vicino a un obiettivo insperato a inizio stagione e che vuole continuare a dare spettacolo. All’andata fu un assolo atalantino, una lezione di Gasp a Spalletti e 4-1 finale.

Voglio chiudere con un elogio a Gasperini: già ai tempi n cui era alla guida del Genoa riuscì a raggiungere risultati importanti. Il quinto posto nella stagione 2008/2009, la qualificazione in Champions sfiorata, il record di punti in campionato nella storia del Grifone e il sesto posto raggiunto nel campionato 2014/2015 alla sua seconda avventura in rossoblù. Un tecnico che meriterebbe una squadra di rilievo anche per dimostrare che quella breve avventura all’Inter nel 2011 fu frutto solo di un destino che lo volle al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma in un calcio fatto solo di risultati, in cui si vuole tutto e subito, spesso non c’è spazio per chi ha bisogno di un minimo di tempo per inculcare i propri principi di gioco che nel tempo sono in grado di offrire spettacolo.