Domenica 17 Marzo si disputerà il derby Milan Inter nel tempio di S. Siro, stadio tradizionalmente equiparato alla Scala di Milano, orgoglio e vanto di valore epico. Stadio in cui storia e tradizioni si mescolano nella memoria di parecchi ricordi affioranti tra i tifosi rossoneri e nerazzurri.
Quello di S. Siro è sempre stato lo stadio dove si sono svolte le partite decisive per raggiungere i più alti livelli di classifica, quando semmai non si è potuto gareggiare direttamente per la conquista dello scudetto.

S. Siro è sempre stato teatro di spettacoli calcistici indimenticabili tra le due squadre milanesi che, alla conclusione di ogni loro contesa, hanno lasciato sempre lo spazio agli sfottò oltre che ai commenti di una moltitudine di tifosi abbastanza competenti in materia calcistica.
La rivalità tra Milan e Inter si è sempre svolta all'insegna della sportività, senza mai sfociare nella violenza o comunque in manifestazioni di insofferenze progressivamente accese, ricordi e tradizioni ricorrenti che ancora oggi le rispettive tifoserie rivivono, quella milanista nella zona gradinate lato sud ovest, mentre quella dei sostenitori nerazzurri nel settore opposto.

Sono tanti i derby che abbiamo vissuto in parecchi direttamente tra gli spalti, da ragazzi giovani a uomini di mezza età, da gente anziana e vecchi sostenitori, ancora desiderosi di rivivere l'antica atmosfera dei derby più combattuti, quando un tempo magari dopo aver acquistato, presso uno dei chioschi più vicini allo stadio, il solito cartoccio di caldarroste ancora bollenti e il castagnaccio profumato, ancora unto, avvolto nella carta oleata per non sporcarsi le mani, ci si ritrovava tra le gradinate, trepidanti per l'attesa del fischio d'inizio. Antichi sapori e profumi di cui ormai si è persa la tradizione. Magari si è persa pure quell'immancabile abitudine di sgranocchiare le arachidi, (a Milano più conosciute come “le spagnolette”), durante la partita in cui era quasi doveroso consumare l'amaro 18 Isolabella nella confezione mignon acquistandolo presso i garzoni muniti di tableau a tracolla, itineranti fra le gradinate all'interno dello stadio.

Era quella la “bella epoque” del calcio meneghino, che ci trasportava allo stadio facendoci lasciare a casa le mogli da sole con o senza prole, per andare a vedere la partita. Proprio come recitava la canzone di Rita Pavone!

Bei tempi quelli trascorsi in passato, epoca in cui si viveva il calcio in maniera ancora genuina, epoca in cui ci si affidava al resoconto della giornata calcistica per mezzo della trasmissione televisiva della “Domenica Sportiva” all'interno della quale il giornalista Rai Carlo Sassi, puntuale, era demandato a chiarire i vari episodi dubbi per mezzo della “Moviola”, ad esempio perchè quel rigore avrebbe dovuto essere assegnato o magari perchè quell'altro goal, segnato in fuorigioco, avrebbe dovuto essere annullato ecc ecc.

A questo proposito devo sottolineare che fu proprio Carlo Sassi a inventare quel tipo di tecnologia del fermo immagine, antesignana della più moderna “goal-line technology” parecchi anni dopo, che oggi stabilisce di omologare o annullare il goal quando il pallone varca o no la linea della porta.

Pare che Carlo Sassi ebbe un giorno l'idea della moviola, asserendo che il pallone non avesse varcato completamente la linea di porta in occasione di un derby del 1967 tra Inter e Milan. L'azione si svolse in area dell'Inter e fu Rivera a calciare in rete, ma Burgnich terzino dell'Inter salvò in rovesciata sulla linea della porta interista. L'arbitro convalidò il goal consentendo al Milan di pareggiare, ma Carlo Sassi fermando l'immagine del filmato, asserì che il goal sarebbe stato da annullare poiché il pallone non superò, a suo dire, la lnea della porta. In quell'occasione proliferarono le opposte opinioni contrastanti, che occuparono a lungo gli spazi sportivi di alcune testate giornalistiche importanti. Ricordo che il giornale “la Notte” fondato da quella grande firma di Nino Nutrizio, riportò a lunga disquisizione il caso del “goal fantasma” di Rivera, nella persona di Enrico Crespi, che curava allora il settore redazionale sportivo come direttore di quel giornale. Nacquero accesi, ma democratici dibattiti sull'argomento con le opinioni più autorevoli, tra le quali pure quella del compianto Gianni Brera che soleva apostrofare affettuosamente Rivera con il famoso appellativo di “ Abatino”.
Alla fine dopo poco tempo, comunque, la polemica ebbe fine in quanto non si potè mai dimostrare la ragione né dell'una e nemmeno dell'altra tesi.

Oggi tutto ciò ha trovato, fortunatamente, la giusta soluzione immediata per merito dei raffinati mezzi tecnologici raggiunti, mettendo termine a inutili e dannose polemiche.
Domenica prossima quindi, Milan e Inter si affronteranno ancora una volta per dar vita, speriamo in modo alquanto sportivo, a un derby in cui le motivazioni di ambedue le squadre hanno in comune lo stesso obiettivo, cioè la necessità di raggiungere in classifica quel piazzamento che garantirà loro il diritto di partecipare all'ambito torneo di Champions per la stagione successiva.

Lo stato attuale delle due formazioni presenta problemi di diversa natura.
Per il Milan, Gattuso dovrà come sempre risolvere la difficoltà di segnare goal nelle partite che contano e per questo motivo, tutto l'ambiente tecnico dei rossoneri sta valutando nel modo migliore come impostare la migliore sistemazione per lo schieramento sia a centrocampo e sia soprattutto in attacco. I rossoneri hanno finora realizzato un ciclo di 5 vittorie consecutive e ovviamente intendono allungare più a lungo possibile la striscia dei risultati positivi.

Per l'Inter, Spalletti dovrà invece risolvere il problema della discontinuità dei risultati positivi, dovuti al problema Icardi all'interno dello spogliatoio. A questo problema si devono aggiungere gli infortuni registrati recentemente che limitano decisamente la potenzialità della rosa-giocatori da convocare in questa occasione. Oltretutto la recente eliminazione dal torneo di Europa League, maturata ad opera della non irresistibile formazione dell'Eintracht di Francoforte, ha procurato un senso di rabbia e delusione tra i tifosi, i quali già hanno dovuto mal digerire l'eliminazione nel torneo di Coppa Italia Tim. La truppa di Spalletti dunque, dovrà dimostrare al popolo neroazzurro, che le recenti polemiche create dal caso Icardi e le recenti delusioni dovute ai risultati negativi, potranno essere superate a seguito di una salutare vittoria nel derby. Caso contrario non vedo come possa uscire l'Inter da una situazione che si prospetterbbe assai preoccupante per il prosieguo del campionato, mettendo a serio repentaglio una stagione all'insegna di troppi e perniciosi alti e bassi.

S. Siro dunque sarà ancora una volta il teatro dove si rappresenterà lo spettacolo che un derby offre, aldilà dello scenario e dei risvolti problematici che esso propone.

Pensando che tra poco, a seguito del progetto in atto dalle due società calcistiche milanesi, il glorioso stadio di S. Siro potrebbe essere demolito, nasce in tutti noi la convinzione più evidente che, storia, tradizioni e rievocazioni nostalgiche del passato, inesorabilmente lasceranno il posto alla leggenda di un'epopea incancellabile!

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