Milan- Inter 0-2 - 8' Dzeko, 11' Mkhitaryan 
Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria (37'Kalulu), Kjaer (14'st Thiaw), Tomori, Theo Hernandez; Krunic, Tonali; Brahim Diaz (37' Pobega), Bennacer (18' pt Messias), Saelemaekers (14' Origi); Giroud. Coach: Pioli 

COMMENTO DELLA PARTITA 
Debacle
rossonera in semifinale di Champions League contro l'Inter. I rossoneri perdono 2 a 0 e soprattutto vengono sovrastati fisicamente dai nerazzurri. Nei duelli fisici avevano sempre la meglio, sempre primi sulle seconde palle, più precisi nei passaggi e possesso palla più efficace da parte loro.

Il Milan ha evidenziato nuovamente le sue criticità. A questo punto c'è da chiedersi se sia finito il ciclo di Pioli. I rossoneri avevano come una sorta di paura nell'affrontare l'Inter. Perlomeno così mi è apparso. Quanto affrontiamo i nerazzurri è come se non stessimo sereni come dovremmo essere. Manca anche una certa consapevolezza nei propri mezzi, una sicurezza in sé stessi e nelle proprie capacità che l'Inter ha dimostrato di avere. Giocano più tranquilli e sicuri i nerazzurri. L'Inter quando attaccava sapeva cosa fare, il Milan no.
Certo, c'è stata l'assenza di Leao che sposta gli equlibri e che ha un peso notevole nell'eco del gioco del Milan, ma una squadra top come il Milan non può dipendere da un singolo calciatore. Il rinnovo di Leao fino al 2028 con ingaggio d 7 mln netti più 2 di bonus è l'unica nota lieta della serata.

L'Inter è stata superiore. C'è poco da obiettare. Sia a livello fisico, sia a livello qualitativo e soprattutto di esperienza. Anche atleticamente. Correvano meglio e di più. L'Inter ha una squadra che ha maggiore esperienza rispetto al Milan. Ha giocatori più maturi e questo in una competizione come la Champions fa la differenza.
Pioli è diabolico e persiste negli stessi errori. Brahim Diaz centralmente è uno spreco. Lo spagnolo ha la classe, tecnica ma non ha fisicità. È basso e andava a sbattere costantemente contro il muro nerazzurro. Diaz va spostato largo sulla fascia. A destra è meglio. Mai una volta che il Milan si renda pericoloso dai calci da fermo e dai calci d'angolo. Mancano gli specialisti. Manca l'idea nell'ultimo passaggio.

Al Milan manca fisicità. Soprattutto a centrocampo. In questo match si è palesata maggiormente questa cosa. Ragion per cui è auspicabile che il Milan cerchi, per il centrocampo e non solo, profili con caratteristiche simili. L'Inter è stata più aggressiva del Milan.
Giroud troppo isolato davanti. L'unico che ha provato a dare la carica e che ha preso anche un palo è Tonali. Il centrocampista è un cuore rossonero ma ha predicato nel deserto. Ma comunque ci ha provato. Ha suonato la carica. Uno dei pochi. Gli altri, tranne Saelemaekers e Maignan, hanno avuto un approccio alla gara e un atteggiamento inaccettabile. Specialmente per una semifinale di Champions. Poi Tonali ha la responsabilità sul secondo gol dell'Inter ma è semplicemente annaspato con tutta la squadra, ma se c'è uno che ci ha provato e che si è reso pericoloso, quello è proprio Tonali. Non solo un palo, ma anche un filtrante meraviglioso per Messias messo davanti a Onana ma putroppo il brasiliano non riesce a dare il giusto effetto a giro al pallone.

È un problema di testa. Di concentrazione. Di approccio e atteggiamento. Questa squadra ha troppi alti e bassi, è troppo altalenante. È sembrato a tratti il Milan horror di gennaio.
Saelemaekers è sembrato vispo, specie nel saltare l'uomo. Il belga sta crescendo tantissimo. Per il resto della squadra stendiamo un velo pietoso. 
Bennacer si è fatto male presto e la sua stagione può essere considerata conclusa. Il Milan non ha ricambi. O meglio, non ha una panchina all'altezza di quella dell'Inter. Inzaghi Jr, fratello di Filippo Inzaghi, se si girava in panchina aveva gente come Lukaku e Correa come ricambi di Dzeko e Lautaro Martinez. Pioli in panchina se si girava vedeva "l'alba dei morti viventi", degli zombie come Rebic e Origi. Poi ci sono giovani talenti, potenziali top player come De Ketelaere e Vranckx ma che nell'immediato non possono dare il contributo di cui necessitiamo e che vanno aspettati.
Theo Hernandez è sembrato nervoso e non sul pezzo come suo solito. Calabria ha sofferto tremendamente Dzeko che è stato devastante e fisicamente lo ha sovrastato. Era meglio mettere Thiaw a destra per rimanere bloccato con uno dietro e avere centimetri sui calci da fermo per marcare Dzeko. Mkhitaryan è uscito e al suo posto è entrato Brozovic. E qui torniamo al discorso di prima, ovvero quello della panchina corta del Milan e delle riserve che fanno la differenza. L'Inter ha alternative più pronte da subito. Questa ne è una ulteriore dimostrazione. Calhanoglu ha preso anche un palo e siamo stati anche fortunati ad aver perso solo 2 a 0. Maignan è stato strepitoso in un intervento su Dzeko altrimenti il passivo sarebbe stato più largo. Per vedere quanto sia forte una squadra bisogna sempre guardare chi ha in panchina, quali sono le sue riserve. Lì si capisce quanto una squadra sia competitiva.

L'Inter ha meritato la vittoria. Come al solito quando il Milan ha la palla tra i piedi non sa cosa fare. Quando il Milan fa più possesso palla non vince quasi mai. Ormai è quasi un Must. Contro i nerazzurri il Milan ha fatto il 58% di possesso palla contro il 42% dell'Inter. 13 tiri totali da parte del Milan contro i 16 tiri totali dell'Inter e 2 tiri in porta da parte del Milan contro i 5 da parte dell'Inter. Inoltre ci sono stati due calci d'angolo da parte del Milan contro i 3 dell'Inter.
Ora viene da chiedersi se il mini ciclo di Pioli arrivato al Milan nell'ottobre del 2019 al posto dell'esonerato Marco Giampaolo sia giunto alla sua fine. Dico mini ciclo nel caso dovesse concludersi solo con uno scudetto vinto. Il Milan era caduto in basso. Pioli, dopo quel famoso 5 a 0 subito contro l'Atalanta con l'avvento di Ibrahimovic a gennaio risollevò il Milan è  lo riportò in Champions dopo 11 anni e dopo un secondo posto vinse lo scudetto e ora ha fatto una semifinale di Champions League. Ma ovviamente non basta. Sono quei cicli alla Zaccheroni, alla Max Allegri che durano poco e dove si conquista qualcosa a livello nazionale ma poi tutto si esaurisce in breve tempo, a differenza di cicli come quelli di Nereo Rocco, Arrigo Sacchi e Carlo Ancelotti che sono stati cicli più lunghi, continui e fatti di vittorie anche internazionali.

Comunque vada questa stagione temo che il tempo di Pioli al Milan sia giunto al capolinea. E credo sia giusto che il Milan e alzi l'asticella. Anche le dichiarazioni di Pioli in cui afferma che i primi 7 minuti l'Inter non è entrata in area, sembrano discorsi da provinciali, che fanno gli allenatori delle squadre piccole, della serie "abbiamo perso bene". È evidente che c'è una pressione al Milan che ad oggi provoca stress e disagio che porta anche ad un nervosismo che poi porta a fare anche certe dichiarazioni rivedibili.
Sono contento e soddisfatto che la mia squadra abbia i conti apposto, sia prossimo al progetto di bilancio, abbia rinnovato Leao e stia ponendo basi solide per il futuro ma occorre fare quello step che ci permette di competere ad alti livelli e aprire un ciclo come quello di Ancelotti. Paolo Maldini, oltre a ribadire che occorrono 3 acquisti di un certo spessore per cui la proprietà deve adoperarsi per avallare spese più importanti rispetto alle annate precedenti, ha dichiarato che "non siamo ancora pronti per restare a lungo a questi livelli". Occorre prendere anche gente affermata. Al Milan bisogna sempre competere per vincere.

Hic et nunc. Pensiamo al presente. Il Milan ha bisogno di un cambiamento. Di fare un passo avanti. Con Pioli si sono poste le basi per un futuro vincente. Ma ora queste basi vanno rese solide e consolidate. E per fare questo occorre un cambiamento sia in panchina e sia in sede di calciomercato. Occorre fare un passo bello grande in avanti.
Per il ritorno ci vorrà un miracolo. Avremo Leao e il Milan ha dimostrato di saper comunque fare la storia in questo sport. È stato protagonista di trionfi epici quando questi sembravano impossibili. È oggettivamente molto arduo ma succede solo a chi ci crede. Quasi impossibile ma al ritorno bisogna fare la migliore partita degli ultimi 15 anni se si vuole sognare. Senza dimenticare il campionato. Il quarto posto è un obiettivo alla portata del diavolo. Poi a fine anno si tireranno le somme ma il futuro di Pioli pare ormai segnato.

Migliori in campo: ​​Tonali, Saelemaekers, Maignan 
Peggiori in campo: ​​tutti gli altri compreso Pioli, dirigenza e proprietà 
Voto alla prestazione della squadra: 4