La rivalità tra portieri compagni di squadra è uno di quei dualismi che accendono i dibattiti tra tifosi, schierati chi da una parte e chi dall'altra.

La Juventus del dopo Buffon, ha portato in casa, a detta di molti, il vero ed unico erede del Gigi nazionale, un portiere che nel corso della carriera è andato incontro a periodi di grandi prestazioni, seguiti da infortuni terribili, ripartenza dal basso del livello della Serie A (si ricordi la parentesi, terribile per un portiere, in quel di Pescara) e che a suon di prestazioni eccezionali, condite da un rendimento maturo e finalmente continuo si  è meritato la porta più ambita d'Italia e tra quelle più famose d'Europa.

Il polacco, già abbondantemente calatosi nella realtà juventina ha convinto nella sua prima stagione bianconera, giocando c'è da dire, però, con la tranquillità, per un portiere comunque esperto ad alti livelli, di chi aveva poco da perdere per via di un posto da titolare appartenente a più che un uomo, ad un'icona nazionalpopolare alla quale spesso è stato perdonato l'imperdonabile ad altro comun mortale portiere.

Mattia Perin piace perchè trasmette sicurezza e spavalderia, è uno che difficilmente accusa blocchi mentali seguenti ad errori che nel ruolo spesso decidono il protrarsi di una carriera verso l'alto o verso il basso.

E' un combattente nato, uno spirito ribelle, lo Zenga (versione positiva) dei giorni nostri, un portiere capace di entrare spesso in quella trance agonistica che permette giornate da raccontare agli annali.

Certo la maglia della Juventus è diversa da tutte le altre e le capacità tecniche non bastano da sole a garantirti un posto in squadra, serve tutto un pacchetto che preveda maturità, motivazione, sacrificio, comportamento da professionista esemplare e soltanto dopo un duro esame c'è la possibilità di entrare a far parte di quello stile Juve che da sette anni sette permette al club di guardare la concorrenza dall'alto della vetta, spesso con un cannocchiale.

Il polacco è il portiere moderno per eccellenza, un estremo difensore "robot" di quelli che vanno per la maggiore negli ambienti stilizzati che debbono unicamente pensare a vincere; si direbbe quindi che sia perfetto per la porta juventina, no please, non siamo tedeschi ed uno come Manuel Neuer lo lasciamo volentieri ai nostri amici tedeschi.

Amici juventini, correggetemi se sbaglio, ma avete una dannata voglia di Perin, di uno che alle prossime vittorie urlerà la sua gioia con tutta la voce che ha in corpo e sotto le curve, magari in slip con sei gradi torinesi sotto lo zero.

Di un portiere che non fa calcoli, che metterebbe il suo corpo sull'altare dell'inviolabilità della propria porta costi quel che costi.

La Juve è una corazzata, in porta serve quella dose di follia, di verve, che sappia trascinare e galvanizzare un'ambiente mai sazio di vittorie e che appunto ha bisogno di alimentare il fuoco dell'instabilità rispetto alla routine del successo.

Szczesny, sei un gran portiere, ma sembra quasi che tutto ciò che ti accade attorno ti interessi fino ad un certo punto. Chi ha giocato in Premier League probabilmente si è abituato a far finire gli stress gara al triplice fischio finale. Ma qui siamo in Italia ed il calcio è tutto quello che conta e la partita vera  spesso inizia al termine del match.

Una coppia cosi comunque non è a disposizione di nessun altro top club in Europa, dove anzi il ruolo è occupato spesso da portieri onesti e niente più.

Il lusso Juve invece è totale. La rivalità c'è da giurarci, con la supervisione societaria sarà soltanto benefica al gruppo, ed anzi porterà stimoli ed alzerà il livello delle sedute d'allenamento settimanali.

Perin, diciamolo, il popolo Juve tifa per te!

Ma sii te stesso