Paquetà goal e dedica d'amore

Milan Cagliari 3- 0 

Sapevamo già quanto dolore nel mondo del calcio si fosse propagato per la tragedia del rogo nel convitto del Flamenco, in occasione del luttuoso avvenimento che ha causato la scomparsa dei 10 ragazzi brasiliani. Una perdita che ha colpito tanto i familiari delle vittime, il club del Flamenco e tutto il mondo del calcio. Un dolore che non poteva non colpire pure Paquetà, lui che in quel convitto è cresciuto e ha vissuto parte della sua vita calcistica prima di arrivare al Milan.

Quanto è strano però il destino calcistico che regola la vita e i comportamenti in campo dei giocatori! Sembrerebbe quasi che il destino sia artefice degli avvenimenti spietatamente puntuali nei suoi tempi di realizzazione. Avvenimenti che non ci viene dato sapere come e quando avvengano e a cui non possiamo porre i rimedi necessari.

Paquetà già da circa un mese arrivato al Milan, ha dimostrato subito il proprio valore con finezze degne della più alta scuola e tradizione brasiliana. Il neo centrocampista rossonero si è inserito subito negli schemi di Gattuso, quasi come se avesse sempre giocato nel nostro campionato. Dotato di altruismo e intelligenza calcistica da grande giocatore, non aveva ancora assaporato la gioia del goal, anche se i suoi assist sono stati sempre utili per mandare in goal i suoi compagni di squadra.

Ma ierisera il destino, sempre imperscrutabile nelle sue complicate trame, ha voluto concedergli la giusta opportunità per realizzare il suo primo goal milanista e per giunta davanti alla sua platea del Meazza!

Chissà per quanto tempo Paquetà avrà ricordato nella sua mente e nel suo cuore quei ragazzi del convitto del Flamenco, i ragazzi che già conosceva e tra i quali, parecchi di loro lo avevano assurto a proprio idolo! Pensiero e ricordo il suo, che avrebbe potuto sfociare pericolosamente in quella nostalgia che i brasiliani chiamano “saudade”, ma che Paquetà sapeva di non potersi permettere in quanto professionista serio e determinato.

Francamente mi piace credere che in questo spietato destino, contribuiscano altri fattori concomitanti che sfuggono, ovviamente, al nostro controllo e alle nostre logiche. A me piace credere pertanto magari, se chissà quei 10 ragazzi abbiano in qualche modo contribuito alla realizzazione di quel goal, proiettando velocemente verso la porta avversaria il loro idolo e facendolo arrivare puntualmente per colpire il pallone da calciare in rete. Ma l'esultanza di Paquetà non è stata completa perchè ha voluto dare spazio alla sua sincera emozione, sentimento che è culminato nel momento in cui, correndo verso il centro del campo, si è tolta la fascia del lutto al braccio, per innalzarla al cielo in segno di dedica ai suoi amati ragazzi, che da lassù lo stavano ammirando come sempre avevano fatto nella vita terrena vissuta.

Questo goal ha suggellato la superiorità dei valori in campo in una partita dove il Milan ha dimostrato di superare tante incertezze e imperfezioni tecniche. Sicuramente non è questa la gara in cui si potrà dire se i rossoneri siano definitivamente competitivi per arrivare a quel quarto posto troppo importante per la rinascita della squadra. Ma sicuramente non è questa contro il Cagliari, la partita in cui si possa giudicare l'operato di Gattuso e dei suoi ragazzi, nell' ottica di una maturazione tattica degli schemi attuati, ma è sicuramente l'occasione giusta per riconoscere a tutti loro che la strada intrapresa è quella giusta. Io l'ho sempre sostenuto e ho sempre difeso Gattuso al punto di dissentire costantemente e decisamente con parecchi blogger denigratori dei metodi di Gattuso. Denigratori accaniti che, probabilmente, non ammetteranno mai che i progressi compiuti dalla squadra rossonera siano tangibili e di ottima fattura.

Basterebbe osservare attentamente i movimenti in campo di ogni giocatore, soprattutto quando essi si muovono senza palla per coprire gli spazi e dare impulso alla manovra, per capire che gli schemi ci sono e che ora si vedono chiaramente!

Non vorrei dire un'eresia, ma a me sembra che tutto il gioco della squadra abbia acquistato più velocità e profondità di manovra. Non mi si venga a dire che ciò non corrisponda a verità, prova ne sia come il baricentro più alto della posizione del blocco difesa – centrocampo avvalori la mia tesi. Sulle fasce si è creata quella situazione di raddoppi che, pur essendo difficile da raggiungere una certa continuità, pare che voglia trovare il suo assestamento con i ritorni forzati in aiuto della difesa, di giocatori come Suso, Calhanoglu e lo stesso Paquetà. Equilibri suffragati dalla disponibilità di coagulazione tra i vari reparti, espressa dai due instancabili faticatori centrali quali Bakaioko e Kessie. E non è tutto, poiché le sponde di Piatek completano l'abilità di manovra ormai giunta a un certo discreto valore.

Che il Milan abbia trovato questi equilibri non c'è alcun dubbio, a me è bastato vedere come hanno sempre recuperato la posizione ad esempio, Bakaioko rimpiazzando Romagnoli quando quest'ultimo si spingeva in avanti e Kessie che ha fatto la stessa cosa, le poche volte in cui Musacchio si è spinto in avanti per dialogare in proiezione con in compagni piazzati sulla trequarti dello schieramento.

Io mi complimento con Gattuso che cocciutamente (e a ragion veduta) continua ad andare diritto per la sua strada, lavorando intensamente sui campi di Milanello e lavorando intensamente sulla psiche dei giocatori, acquistando sempre maggiormente l'intesa di un rapporto umano sempre più consistente. Sono tre i punti che hanno contribuito alla crescita dei rossoneri:

 

  1. L'allontanamento di Higuain, una vera panacea per la soluzione dei problemi di attacco che si erano manifestati prima e che ora, a mio modesto avviso, si sono quasi risolti con l'inserimento di Piatek, centravanti più concreto, più volitivo e soprattutto più determinato.

  2. L'indovinato acquisto di Paquetà, tanto voluto da Leonardo (che invece ha sempre capito di calcio...) che ha determinato la presenza giusta nello schema di Gattuso con un tocco di classe e di eleganza tecnica decisiva ai fini della rifinitura delle azioni di gioco.

  3. L'imprevedibile posizione di Bakaioko, che al momento rappresenta la linfa necessaria al gioco rossonero per contenere la manovra avversaria e per il rilancio della nostra manovra. Il rientro di Biglia sarà da valutare attentamente, per non indurre alla rinascita di una perdita di equilibri a cui oggi, Gattuso non potrà e non vorrà permettersi assolutamente di privarsene.

 

Sono oltremodo curioso di testare questi progressi, alla luce del prossimo e difficile impegno che dovranno affrontare i rossoneri in quel di Bergamo, dove l'Atalanta, in un momento di forma strepitosa, andrà ad affrontare il Milan e dove gli orobici affronteranno l'impegno con quel solito atteggiamento e quell'“animus pugnandi” che ha sempre caratterizzato le loro gare casalinghe, specie affrontando le più forti del campionato. Questa prova avrà un doppio valore e cioè quello di rivelarsi come scontro diretto per due pretendenti al quarto posto, ma soprattutto sarà “la prova del nove” per Gattuso. Egli, (insieme a tutti i giocatori in campo), sarà chiamato a fornire la prova di aver conseguito la consacrazione ulteriore degli schemi attuali.

Non sarà facile, ma nemmeno impossibile. Ma soprattutto una cosa sarà certa e cioè l'impegno e la concentrazione in campo dei giocatori rossoneri. Sono sicuro che ce la metteranno tutta e che faranno tutto il possibile per confermare la loro convinzione (che poi è anche la mia) di essere finalmente diventati un collettivo competitivo come il nostro rango pretende di essere.

E come dicevano i latini “ad impossibilia nemo tenetur” nessuno è tenuto a fare l'impossibile. Basterà il massimo possibile! Per l'impossibile magari, si potrà vedere a tempo debito.....

 

1942pipporossonero