Nell’ottobre 2014 la nota testata “Fanpage” pubblica un video che ha come protagonisti un quantitativo spropositato di ragazzini, intenti a scorrazzare disperati nei pressi di un albergo napoletano, per non poter vedere il loro idolo, Justin Bieber, cantare nel capoluogo campano.
Tra i vari sostenitori sfegatati del cantante canadese, a distinguersi, è una giovane ragazzina che ad inizio video, in lacrime ed in preda allo sconforto più totale, dice poche parole che la faranno entrare di diritto nella storia dei meme del nostro paese: “Perché no Napoli, perché no Napoli?”.
Questo spezzone di video verrà ripreso più e più volte dalle varie pagine goliardiche di Facebook e Instagram, diventando dunque virale e venendo utilizzato nelle circostanze più disparate, sempre ironicamente.

E cosa c’entra questo con il calcio, potrà chiedersi qualcuno: ecco, l’immagine di quella ragazza che piange a dirotto chiedendosi appunto “perché no Napoli” mi ha sempre fatto pensare ad un tifoso del Napoli disperato che, dopo l’ennesima stagione senza scudetto, nella sua testa si chiede proprio la stessa domanda: perché la Juventus, l’Inter e forse anche il Milan riescono a vincere il campionato, ma il Napoli proprio no?

La forma recente della squadra di Spalletti ha definitivamente tagliato fuori i partenopei dalla lotta scudetto, che riuscendo a collezionare un solo punto in tre partite vedono allontanarsi le milanesi senza possibilità di rimediare. La clamorosa sconfitta patita ad Empoli, in particolare, ha il sapore della resa totale. Tre reti subite in una manciata di minuti, proprio quando la partita sembrava in banca, sono una dichiarazione forte che non lascia spazio ad altre interpretazioni: anche questa stagione lo scudetto verrà vinto da un’altra squadra, e a Napoli resteranno solo tante recriminazioni e altrettanta delusione.

Il crollo mostrato contro la squadra di Andreazzoli non è di certo una novità, gli azzurri ci hanno abituato a campionati esaltanti conditi da cali finali o errori madornali in partite decisive, rendendo vane molte delle fatiche sofferte durante l’intero campionato. Impossibile dimenticare la “partita persa in albergo a Firenze” ai tempi di Sarri (a proposito di dichiarazioni diventate meme), con la tripletta di Giovanni Simeone e i sogni di gloria infranti ancora una volta. Ma il Napoli, l’obiettivo grosso è riuscito a mancarlo con diversi allenatori, parecchio diversi da loro sia caratterialmente che per stile di gioco espresso. Da Mazzarri a Spalletti, passando per Benitez, Sarri, Ancelotti e Gattuso: ruvidi, ironici, italiani, stranieri, verticali, votati al possesso, difensivisti, esperti o meno, in questa lista c’è tutto ed il contrario di tutto, eppure la ricetta vincente dalle parti di Castel Volturno ancora non è stata trovata.

Appare evidente che il Napoli sia vittima di se stesso. Vittima dei suoi tifosi, estremamente umorali proprio come accade in un’altra piazza, Roma, dove i trofei scarseggiano (soprattutto sponda giallorossa a dire il vero) ma gli psicodrammi abbondano, sempre convinti che il tricolore non arrivi per colpa dell'avversaria di turno che "ruba", dimostrando grande immaturità ed un atteggiamento vittimista che non è proprio delle grandi squadre, e vittima del suo presidente, che troppe volte desidera essere il protagonista delle vicende del suo club, finendo più per destabilizzare l’ambiente e non riuscendo a compattarlo. A mio avviso il Napoli necessita di uomini che, al vertice della società, riescano ad assorbire tutta l’esuberanza della piazza, andando così a creare uno schermo che protegga i calciatori dai mutevoli umori dei tifosi.
Il presidente attuale, come sappiamo bene, è l’esatto opposto. Un vero è proprio vulcano sempre pronto ad eruttare ed entrare in conflitto con giocatori, tecnici e tifoseria.

In conclusione, De Laurentiis ha indubbiamente consentito al Napoli di tornare ad alti livelli dopo periodi di buio pesto, ma da un punto di vista squisitamente caratteriale è forse l’esatto opposto di ciò di cui il Napoli ha bisogno per compiere il salto in avanti definitivo, ovvero calma e serenità nei momenti cruciali della stagione.