Ebbene sì, è successo di nuovo. Per il terzo anno consecutivo la Juventus non supera gli ottavi di finale di Champions League, e per la quarta stagione di fila patisce l’eliminazione contro una squadra sulla carta inferiore.
Non sono servite a nulla le lezioni degli anni scorsi, la mancanza di carattere e qualità del gruppo a disposizione di Allegri è troppo vistosa e l’involuzione dei bianconeri non si arresta nemmeno questa volta, anzi... prosegue inesorabile.

Eppure la Juventus non gioca nemmeno male, se è vero che a prevalere è la timidezza da entrambi i fronti è anche giusto segnalare che la compagine più pericolosa è sicuramente quella di casa, ma a quanto pare si è fatto troppo poco e sicuramente non si è riusciti a concretizzare nulla. Il crollo dell’ultimo quarto d’ora è degno di una pellicola diretta da Dario Argento, e mostra tutti i limiti caratteriali di una rosa che ha ancora bisogno di tanti cambiamenti. A regnare, per l’ennesima volta, è l’amarezza dei tifosi, ormai arresi di fronte ad un gruppo di giocatori che manca sempre di qualche ingrediente chiave. Chi ha qualità si infortuna troppo frequentemente, chi ha la tempra molte volte non dispone di sufficiente abilità tecnica, chi non ha nulla, invece, gioca titolare spesso e volentieri un po’ per gli infortuni dei colleghi di reparto ed un po’ per qualche strana fissazione dell’ottimo Allegri. I nomi sono superflui, i riferimenti sono chiari.

Alla fine della fiera il risultato è ogni anno sempre più tragicomico, ancora una volta la Juventus si trova obbligata a giocarsi l’accesso tra le prime otto d’Europa con parecchie defezioni, causa infortuni e schierando giocatori che, seppur dignitosi, non riescono ad essere all’altezza della situazione, o almeno non possono esserlo sempre. Il povero Rugani si trova nuovamente nella lista dei colpevoli, nonostante 70 minuti ben organizzati, puliti e di ottima gestione difensiva ed a questo punto, da tifoso, è anche difficile prendersela con un ragazzo che forse si trova semplicemente nel posto sbagliato. Discorsi non troppo dissimili possono essere fatti per ragazzi come De Sciglio e Arthur, che non incidono mai quando il livello si alza, anche se a dirla tutta la lista è lunga.

La Juventus, in breve, non eccelle più in nulla. Ha buoni giocatori, ma pochi davvero eccelsi, e non dispone più della tanto elogiata spina dorsale italiana che l’ha guidata per tanti anni consentendole di trionfare a ripetizione in Italia e di essere un scheggia impazzita in Europa in grado di mettere alle corde le migliori selezioni del Vecchio Continente.
La domanda che nasce spontanea è: e adesso? I bianconeri riusciranno a superare lo shock o crolleranno anche in campionato? E soprattutto, il mercato estivo servirà davvero a completare la ristrutturazione della rosa o sarà l’ennesima sessione da 5 che poco aggiunge ma toglie sempre qualcosa?

Il tempo ci darà, come sempre, la risposta e saremo in grado di capire se questo loop stregato in cui la Vecchia Signora è stata risucchiata volgerà al termine o se continuerà ancora più buio e vorticoso di ora.