La sfida tra Atalanta e Juventus di ieri sera è stata senza ombra di dubbio uno snodo fondamentale verso la conquista dell'ultimo piazzamento disponibile per accedere alla Champions League 2022/23. I bergamaschi arrivano da un periodo buio non solo considerando i risultati in campo, l'ultima vittoria in Serie A risale al 9 Gennaio in casa dell'Udinese, ma anche la situazione Zapata preoccupa non poco la formazione guidata da Gasperini che ora dispone del solo Muriel come attaccante centrale.
I bianconeri, al contrario, sembrano galvanizzati dal mercato invernale che ha colmato due grandi lacune della rosa allenata da Massimiliano Allegri ma nonostante questa differenza di umori la sfida si è conclusa con un pareggio tutto sommato giusto che ha lasciato però l'amaro in bocca alla Dea dopo la rete allo scadere del brasiliano Danilo.

La contesa inizia ad alti ritmi, una consuetudine per i nerazzuri, una novità per i bianconeri, per poi scemare a partita in corso specialmente nella ripresa. Le 2 reti sono state frutto di palle inattive e da ambo le parti le occasioni non sono mancate, come la clamorosa traversa di Hateboer che avrebbe chiuso i conti. Sebbene la selezione di Allegri abbia dimostrato anche in questa occasione un netto miglioramento rispetto a quanto mostrato nel girone d'andata non ci si può ritenere pienamente soddisfatti per due motivazioni: la buona prestazione stava per essere vanificata da una sconfitta evitata solo ad un minuto dal termine dell’incontro ed in secondo luogo i miglioramenti sembrano non aver colmato uno dei grandi problemi cronici di Madama, la gestione dei ritmi della partita ed il controllo di essa. La Juventus non propone quasi mai un calcio ad alti ritmi e quando accade non lo si deve alla capacità propria, quanto invece all’abilità altrui, come nel caso dell'ultima partita. Se la volontà di lasciare il pallone per la maggior parte del tempo agli avversari è comprensibile, l'incapacità di gestire il possesso ad alta velocità è indubbiamente un problema che condiziona non poco i bianconeri.
A centrocampo continua a mancare un metronomo vero e proprio e i due migliori palleggiatori della rosa sono inadatti a ricoprire questo ruolo: Locatelli da mediano non sfrutta le grandi capacità di inserimento e Arthur non ha i mezzi per aumentare i ritmi ma si limita a soluzioni corte, lente, poco creative e che nulla aggiungono alla manovra della squadra. Inoltre, reputo opportuno segnalare le difficoltà mostrate da Vlahovic nel fraseggio corto in fase offensiva, il serbo andrebbe servito in verticale per attaccare o spalle alla porta per difendere il pallone col corpo, ma chiedergli di dialogare palla a terra con fluidità col ben più tecnico Dybala è decisamente fuori luogo.

La squadra di Allegri necessita ancora di un ultimo tassello in mezzo al campo, che sia in grado di gestire i ritmi ed aumentare il tasso creativo dando così la possibilità all'ottimo Manuel Locatelli di agire come mezzala dinamica esattamente come fatto da Zakaria nelle sue prime due prestazioni italiane.
Una cessione estiva di Rabiot dovrebbe facilitare l'innesto di un centrocampista più funzionale alla causa, così come la eventuale cessione di De Ligt potrebbe finanziare l'operazione, senza dimenticare il ritorno alla base di Rovella che potrebbe aiutare sotto questo punto di vista. In conclusione la Juventus, seppur in crescita, fatica a gestire e ancora di più a dettare i tempi della partita. Un possesso a bassi ritmi sarebbe preferibile solo in caso di necessità di congelamento della partita, anche considerato il calo difensivo rispetto ai tempi del trio Barzagli-Bonucci- Chiellini, la difesa bassa non è più il mezzo preferibile per proteggere il vantaggio.
Nelle situazioni di equilibrio, alla ricerca del gol, alla Juventus occorre invece di qualcuno che sappia spingere sull'acceleratore per consentire alla manovra di essere realmente pericolosa per gli avversari ed evitare che diventi statica ed innocua, e questo profilo al momento non sembra ancora esserci.