"Il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso"  ENNIO FLAIANO 

Mark Twain in una sua massima disse: "Migliaia di uomini di genio vivono e muoiono senza essere scoperti: o da se stessi o dagli altri". Se c'è una cosa che mi affascina particolarmente è il genio incompreso o inespresso del tutto. Quello vero. L'incompiuto. È come aprire un libro, un romanzo capolavoro e restare a metà storia, senza sapere come finisce. È come guardare un bellissimo film che si interrompe all'intervallo. Nella tua mente puoi immaginare come può completarsi o compiersi un determinato capolavoro, tuttavia quella sensazione di essere sospesi a qualcosa rimasto a metà, incompiuto, dà anche quel senso di eternità. Qualcosa che prima o poi in un modo o nell'altro dovrà essere compiuto.  O anche in un mondo o nell'altro.
O più semplicemente si può immaginare un suo compimento partendo già da una base, ovvero quello che è stato fatto. L'assaggio che ci è stato permesso di ammirare di un determinato talento o di una determinata storia. Ognuno nel suo immaginario può scriverne le pagine mancanti.
Il genio, il talento vero è umile. È anche indefinibile a volte. E spesso, ma non sempre, incompreso o non scoperto. A volte il genio si realizza a metà oppure lascia solo sprazzi del suo talento, come se si vedesse solo il trailer di un film capolavoro. Questa sensazione qui da un lato lascia un senso di vuoto, dall'altra lascia una sensazione di infinito,  come ad essere sospesi in un oblio. Quel talento in qualche modo dovrà trovare la sua catarsi, la sua realizzazione, in altri modi. A volte il genio viene scoperto e riesce ad esprimere il massimo del suo potenziale. A volte invece esprime gran parte del proprio potenziale, ma non tutto quello che è il suo potenziale.

Bisogna trovarsi al posto giusto nel momento giusto con le persone giuste. Queste coincidenze fanno la differenza e costruiscono il destino di ognuno di noi. Bisogna anche che qualcuno capisca il carattere, specie se si è introversi, timidi, sensibili. A volte le persone che hanno questi caratteri sono difficili da comprendere ma non vanno disprezzati. Questi non sono mai arroganti, quindi c'è del genio vero che va portato ad emergere. "Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità è il genio di ciascuno di noi" diceva Charles Pierre Baudelaire.
Bisogna che ci sia qualcuno che sappia valorizzare il talento, il genio che ha davanti a . Che se ne accorga, sappia tirarlo fuori e portarlo a compimento.

Kakà, De Ketelaere e Gourcuff sono tre geni del calcio. Il primo è un genio che si è compiuto, che è riuscito a esprimere il suo talento ed è nella storia del calcio; il secondo è un genio in sospeso, che ancora deve emergere e portare a compimento e all'espressione massima la sua fantasia e il suo infinito talento; il terzo è un genio incompiuto. Un talento incredibile che non è riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale, anche per via del suo carattere introverso ma anche perché è capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Yoann Miguel Gourcuff arriva al Milan per circa 3.5 mln dal Rennes nell'annata 2006-2007. Arrivato a Milano non è stato molto fortunato. Era giovane, praticamente uno dei pochissimi giovani di quel Milan di Ancelotti. Si lasciò con la compagna poco dopo che venne a Milano, non faceva vita mondana poiché i suoi compagni facevano tutte vite tranquille da padri di famiglia. Veniva spesso accompagnato da Bonera agli allenamenti. A volte ha fatto anche ritardo agli allenamenti. Il suo carattere introverso, il fatto di isolarsi, l'incapacità di reggere certe importanti pressioni, non lo aiutarono per niente e furono deleterie per lui. Che fosse un vero talento, un genio, lo disse anche Paolo Maldini, suo capitano e compagno al Milan che dichiarò: "al Milan sbagliò al cento per cento. Per quello che vidi, una buona parte dei torti veniva da lui. Il suo problema qui era il suo comportamento. Non si è dimostrato intelligente nel modo di gestirsi. E' veramente un peccato, perchè nessuno mette in discussione le qualità tecniche di Yoann. Quando entrava in campo non dava tutto, dei giocatori con meno talento si sono guadagnati il rispetto al Milan perchè davano tutto. Lui non l'ha fatto e lo sa. Dopo un po' diventò un corpo estraneo al gruppo. Se veniva dettata una regola, lui la infrangeva. Non puoi comportarti così. Sinceramente, dopo un po' non ci siamo più occupati di lui, non era più da prendere in considerazione".

Ancelotti, suo allenatore al Milan, su Gourcuff dichiarò: "Era un ragazzo strano, molto strano, egocentrico. Pensava soprattutto a se stesso, aveva potenzialità pazzesche ma le teneva soprattutto per se".
Suo padre, ex calciatore e allenatore francese, Christian Gourcuff, France Football ha poi replicato alle parole di Maldini prendendo le difese del figlio: "Al Milan è una famiglia dove è tutto è politico. Ancelotti dettava legge, ma era un allenatore politico. Ci sono giochi di influenza terribili. So alcune cose e non le posso raccontare. Gattuso entrava spesso molto duro su Yoann ed è colpa sua se mio figlio ha chiuso in anticipo la prima stagione. Prendeva lezione due ore al giorno e dopo due mesi parlava italiano. È arrivato in ritardo due volte in due anni. Se abiti a 50 km da Milanello può capitare. Ronaldinho fa i bagordi ogni giorno. Là fanno serate che fanno sembrare festicciole quelle di Ribery. C’è un complotto, perché Yoann ha struttura culturale e interessi intellettivi diversi che in questo ambiente non piacciono".

La prima stagione di Yoann Gourcuff al Milan si conclude complessivamente con 34 presenze, 2 gol, 5 assist e la vittoria della Champions league con la maglia rossonera. Non propriamente malvagio come score per un giovane al primo anno di Milan. 
Al secondo anno venne impiegato spesso mezz'ala, ruolo non congeniale a lui. Non c'è la crescita che ci si aspettava da lui. Nella seconda stagione con la maglia del Milan mette insieme 20 presenze, 1 gol e 2 assist e vince anche Supercoppa Europea e Mondiale per club.
Considero Yoann Gourcuff personalmente uno dei più grandi rimpianti calcistici che abbia mai visto. Un talento incredibile, che poteva essere alla stregua di Kakà ma per via di vari infortuni, fragilità caratteriale e di non essere riuscito a trovarsi nel momento giusto al posto giusto con le persone giuste per poter emergere e salire alla ribalta facendo venire fuori tutto il suo genio calcistico, rimasto così incompiuto. Colpa in parte sua e in parte di chi non ha saputo prenderlo nel verso giusto. Al Bordeaux incantò e vinse da protagonista supercoppa francese e Ligue1 deliziando la platea con la sua classe sopraffina. Aveva tecnica, capacità di dribbling, cinismo sotto porta, sapeva segnare e far segnare. Aveva una grande visione di gioco. Quando venne preso dal Lione fu pagato 28 mln di euro. Il Bordeaux lo prese dal Milan per 15 mln. Era in quel momento il giocatore più pagato della storia del Lione in quel momento. C'era una notevole pressione su di lui. Questo lo danneggiò. Vari infortuni e le altissime aspettative su di lui gli tapparono le ali. Girovagò dopo Lione. Si perse e il suo genio restò così incompiuto. Non venne fuori come chi ama il calcio sperava.

Kakà invece è riuscito ad esprimersi diventando nel Milan una leggenda eterna del calcio mondiale, vincendo anche un pallone d'oro. Arriva anche lui al Milan giovane. Poco dopo ruba il posto a Rui Costa e scrive pagine indelebili della storia del Milan. Fu pagato 8.5 mln dal Milan che lo prelevò dal San Paolo. Kakà aveva una progressione palla al piede che non aveva eguali. Aveva tecnico e fantasia da vendere. Era sublime nel giocare la palla. Era un incanto. Eccelleva nel dribbling, nel tiro dalla distanza, come contropiedista, nel servire i compagni. Abile con entrambi i piedi. Era un genio del calcio.
Venne al Milan nel 2003-2004. Vi restò fino al 2008-2009. Incantò e vinse uno scudetto, una supercoppa italiana, 2 supercoppe europee, 1 Champions league e 1 mondiale per club. Con i rossoneri vinse anche il pallone d'oro nel 2007 e il Fifa World Player. Tornò anche nel 2013-2014 dopo essere stato al Real Madrid. Fece bene ma non era come il primo Kakà che venne in rossonero. Ma anche quel Milan non era lo stesso. Ma il suo genio calcistico era ancora sveglio e sapeva deliziare ancora con la sua infinita classe.

De Ketelaere è un po' Gourcuff e un po' Kakà. Gli vedo quella timidezza, quella paura di sbagliare che lo limitano un po', come quando venne Gourcuff. Con il tempo si potrà scrollare di dosso tutti questo per poter esprimere tutto il suo genio calcistica. Il belga ha un talento clamoroso. È un diamante. Per come si muove ricorda Kakà. È alto 1.92, più alto sia di Gourcuff e sia di Kakà. Ha una visione perifica incredibile, ha una capacità notevole di proteggere la palla e di progredire palla al piede. Ha dribbling, visione di gioco, un piede delizioso, una fantasia superiore alla media. Non ha la stessa progressione di Kakà ma tecnicamente è un giocatore validissimo e incredibile. Un genio che non deve avere paura di emergere. Se questa paura non avrà, la storia del calcio scriverà. De Ketelaere va protetto e va aiutato ad emergere. Lui è nel posto giusto. È un Milan giovane che può aiutarlo a farlo emergere. Il momento è giusto. E anche il contesto e le persone al Milan lo sono. Bisogna fare quadrato attorno a lui. Ne varrà la pena.
Kakà, De Ketelaere e Gourcuff sono tre trequartisti. Kakà e Gourcuff lo sono stati. De Ketelaere lo è. Per meglio dire, De Ketelaere viene definito un centrocampista avanzato, che è un nuovo modo di definire il trequartista. Sono 3 uomini offensivi. 3 calciatori una classe calcistica infinita. 3 calciatori con un tecnica sopraffina. 3 geni del calcio. Ognuno a suo modo.
Kakà, De Ketelaere e Gourcuff: i 3 geni del calcio.

"Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione".
Tratto dal film Amici Miei. Il Perozzi interpretato da Philippe Noiret