Il continuum spazio-temporale è come una retta che viaggia in un'unica direzione, proiettata solo ed esclusivamente nel futuro. Il Milan, che prima dello stravolgimento pandemico sembrava la classica nostalgica decaduta, persa nel torpore dei ricordi di Berlusconiana gestione, oggi si ritrova di nuovo prepotentemente protagonista e meritatamente ai vertici del calcio italiano. In casa rossonera il concetto di futuro è stato sapientemente coltivato, basta guardare alla composizione della rosa: da Donnarumma a Maldini junior, la media anagrafica è di 25,7 anni, risultando per il Cies la squadra europea più giovane in assoluto. Merito del lungimirante operato di Maldini e della valorizzazione apportata dall'ottimo Pioli, che ha trasformato molti di questi ragazzi in certezze ormai consolidate. Ma se parliamo di futuro, di proiezioni, di cicli e lustri a venire, non possiamo non scontrarci con un dinosauro del presente (e del passato) come Zlatan Ibrahimovic.

40 anni e faccio il padre, l'allenatore, lo showman e a volte ancora il ragazzino. Ibra al Milan è tutto, ma proprio tutto; vuoi per il suo smisurato ego fagocitante, vuoi perché è un blob di carisma e personalità, vuoi perché a 40 anni suonati riesce ancora a dare 3-4 piste a gente di 10-15 anni più giovane. Mai come in questa stagione abbiamo potuto ammirare tutte le sfumature del gigante svedese: leader tecnico in campo, padre putativo negli spogliatoi, allenatore ombra al fianco di Pioli, showman in contesti non calcistici e tanto altro ancora, fino ad arrivare alle "Giamburrascate" più recenti. Non possiamo assolutamente mettere in discussione il valore di Zlatan, né tantomeno sindacare quel che decide di fare o non fare; siamo davanti a un totem monolitico al quale però troppo spesso viene attribuito un peso gravitazionale talvolta eccessivo. Ma torniamo al discorso del tempo: già, perché con tale anagrafe non puoi certo pretendere di fare tutte queste cose, anche se rivesti i panni di un personaggio che ormai è persino più grande del tuo ego; forse, per il bene sportivo del Milan, Ibrahimovic potrebbe limitarsi alla gestione del suo tempo, nonostante un orologio biologico differente. Di tutti i ruoli assunti da Ibra, quello che gli calzerebbe a pennello per l'intero arco della prossima stagione potrebbe davvero essere quello del padre putativo, e più nello specifico del mentore, della chiocchia, del sensei di colui che sarà il suo successore. Nessuno avrà mai l'Ibra-Factor, ma è lo stesso Zlatan che potrebbe trasmettere una piccola parte del suo fattore in chiave epigenetica, andando a migliorare il prossimo numero 9 rossonero. L'unica cosa per la quale in molti sperano è che non gli insegni a recitare i duetti con Amadeus, quella è roba da cartellino rosso insindacabile, anche se a giudicare ci fosse Maresca...

Via al casting, tanti i nomi sull'agenda di Maldini. Il Milan sa bene di dover trovare una valida alternativa a Ibrahimovic, non solo per un discorso di continuità ma anche e soprattutto per un'equa e giusta applicazione di un turn-over che dalla prossima annata sarà fondamentale ai fini dei risultati. La giuria rossonera valuta attentamente ogni candidato, tenendo in considerazione il principale parametro di ammissione: la carta d'identità. Si perché se Zlatan ha 40 anni e la media della squadra è inferiore ai 25, è palesemente necessario ripristinare l'omeostasi e andare alla ricerca di un centravanti futuribile, magari anche in grado di scacciare via la famosa maledizione della maglia numero 9, capace di tenere lontano anche nostro signore onnipotente Zlatan.

Prima scelta: ha il fattore IC, fattore balcano, è Dusan Vlahovic. In cima ai desideri rossoneri c'è un ragazzone niente male, che quest'anno sta letteralmente divorando le difese della serie A: trattasi di Dusan Vlahovic, punta serba della Fiorentina, ariete corazziere grosso e tecnico, proprio come gradirebbe papà Zlatan. Nelle ultime tre partite ha segnato ben 6 reti, entrando di diritto nella storia del club viola, con un bottino stagionale che per il momento è fermo a 15 marcature. Non male per questo 2000, che tolto quel granatiere alieno di Erling Haaland, è ad oggi il più prolifico centravanti under 21 d'Europa. Maldini e Massara vorrebbero farne il dopo Ibra e col contratto in scadenza nel 2023, l'offensiva estiva sarà certa; ma attenzione a daddy Commisso, il pres è uomo sensibile e si affeziona molto ai suoi ragazzi, tanto da aver già dichiarato di voler trattenere a tutti i costi il suo numero nove. Ma la recente storia di Chiesa ci insegna che in fin dei conti il buon Rocco è come quei genitori troppo legati ai figli ma che alla fine, per il bene stesso dei pargoli, decidono di acconsentire alle loro richieste e di avviarli al futuro. Le richieste della Fiorentina saranno sicuramente importanti, ma la formula Chiesa è un precedente che fa ben sperare il Milan, che potrebbe trovare un accordo proprio come la Juventus ha fatto la scorsa estate per il suo funambolico esterno.

Fattore Raiola: Donyell Malen, sognando un nuovo Van Basten. Con Ibra ha in comune l'Eredivise e un certo procuratore, ma per il resto siamo su due mondi tecnici completamente agli antipodi. Ciò nonostante, il nome di Donyell Malen è entrato di prepotenza sulle prime righe del taccuino di Maldini, grazie alla strepitosa stagione che sta disputanto con la maglia del PSV Eindhoven. L'olandese è un attaccante completo, un mix di tecnica, velocità ed estro: diverso per struttura fisica dal corazziere Vlahovic, il numero nove dei "boeren" è un calciatore compatto, che ama svariare su tutto il fronte offensivo. Velenoso e distruttivo in ripartenza, ama giocare decentrato sull'out mancino per poter sprigionare la potenza del suo poderoso destro. Se volessimo trovare un termine di paragone immediato, diremmo che somiglia molto a Muriel. Non male anche in fase di rifinitura e abbastanza generoso e disponibile al ripiego difensivo, il giovane Malen ha per ora registrato un bottino di 25 marcature in 41 presenze. Cercato già da mezza Europa, ha una valutazione di circa 35 milioni, con l'aggravante di una potenziale concorrenza di molte facoltose squadre di Premier. In Italia piaciucchia alla Juventus, che però difficilmente investirà una cifra così importante, avendo da risolvere in primis le bollenti patate di Ronaldo, Dybala e Morata. Altro punto a favore di Malen è sicuramente la procura, che è ovviamente affidata alla regia del buon vecchio Mino Raiola; Maldini potrebbe fare un bel pacchetto e assicurarsi con l'agente un tris di accordi niente male: rinnovo di Donnarumma, rinnovo di Ibra, ingaggio di Malen, per un Milan ancora una volta targato Raiola.

Fattore umiltà, un Belotti al servizio della squadra. Si sa, il covid ha nettamente depauperato le casse del mondo pallonaro, e tutte le big dovranno operare in un regime di parziale "austerità". Se Vlahovic e Malen rappresentano i sogni costosi della prossima campagna acquisti, Andrea Belotti è il nome che meglio si allinea all'attuale situazione economica. Il gallo, ormai prossimo ai 28 anni, non è di certo vecchio e può ancora dare molto in termini prestazionali, soprattutto in un palcoscenico come quello di una big in fase di ripartenza. Con un Toro che potrebbe sprofondare negli abissi della categoria cadetta, non è assolutamente impensabile ipotizzare ad una soluzione "made in Italy" e magari anche low cost. I tifosi rossoneri potrebbero manifestare diverse nevrosi facciali leggendo il suo nome, ma è giusto dar risalto ai tanti punti a favore che il Gallo potrebbe sfoderare per la causa milanista: l'umiltà e lo spirito di sacrificio lo renderebbero funzionale in diverse occasioni, non ha di certo pretese da prima donna e saprebbe stare al suo posto, con un Ibra meno nervoso e più libero di fare la prima donna. In questo caso non abbiamo traccia di Ibra-Factor, e più che un rapporto sensei-allievo, potremmo avere una relazione da capo e assistente. Ma il Gallo non è da sottovalutare, ha forza fisica i gol li ha sempre fatti: a 28 anni merita finalmente di recitare un ruolo da co-protagonista nei teatri che contano, e la compagnia di Pioli potrebbe essere pronta a proiettarlo sul loro palco.

Altre potenziali idee, con la possibilità di coltivarsi qualcosa in casa. Vlahovic, Malen e Belotti sono i nomi più discussi in queste ultime ore, ma attenzione al coniglio dal cilindro: Maldini e i suoi segugi stanno ispezionando mezza Europa e non sarebbe del tutto improbabile un nome a sorpresa: Gouiri, Daka, Boadu, Isak e tanti altri, tutti ragazzi giovani e talentuosi, che non vedono l'ora di sottoporsi al verdetto di Zlatan Ibrahimovic e della giuria rossonera. Tuttavia, in casa Milan non bisogna mai dimenticarsi di un certo Rafael Leao: il ragazzo ha dimostrato sprazzi di grande talento, ma ha bisogno di trovare maggiore continuità di rendimento e di sviluppare un'identità tattica finalmente definita e consolidata. Anche lui, come tanti altri, sarà prossimamente provinato in quella che potrebbe rivelarsi una delle estati più calde del Milan.

Salvatore Zarrillo