PROLOGO - Kinshasa, soprannominata anche "Kin la bella", è la gigantesca megalopoli capitale della Repubblica Democratica del Congo. In passato fu fondata dall'esploratore Henry Morton Stanley, celebre per aver dedicato parte della sua vita alla ricerca del famoso medico missionario David Livingstone. Originariamente chiamata Leopoldville, in onore del committente sovrano belga di Stanley, la città crebbe rapidamente, diventando il principale porto fluviale dell'Africa. Rigogliosa e climaticamente non avversa come il Cairo, negli anni viene fortemente influenzata dalla cultura e dalla lingua francese, tanto da assorbirne tratti e disposizioni geopolitiche. Ottiene l'indipendenza nel 1950, cambiando ufficialmente nome in Kinshasa solo quindici anni più tardi, dopo la presa di potere del dittatore Sese Seko. Come la maggior parte delle metropoli africane, la dispersione urbanistica ed amministrativa crea dei veri e propri buchi periferici, resi ancor più marginali da una povertà furente e da una quasi totale mancanza di civilizzazione. Siamo nel 2011 e in uno dei soliti campetti fatti di sabbia e fango c'è un ragazzino di appena 12 anni, già abbastanza strutturato ma ancora grezzo e selvaggio nella cognizione del gioco: corre come una Tata Safari e a furia di calciare solleva un mucchio di terra e polvere, mentre si diverte a piedi scalzi con un pallone mezzo rattoppato. Il campo ha una densità altissima, non è un 11 vs 11, ci saranno almeno 40 ragazzini a contendersi il divertimento; zolle, buche, pozzanghere, detriti, tutto sembra essere osteggiante per praticare un buon calcio, ma Silas Wamangituka sembra immune e resiliente a tutto ciò, tanto che un bel giorno attira l'interesse di uno scout che è collegato indirettamente ad un certo Nicolas Anelka.

QUICK BIO - Chi googla il suo nome si imbatte in un vero e proprio scioglilingua, che metterebbe in difficoltà anche i cultori della lingua Swaili. Se insistiamo nell'investigazione digitale, leggeremo diverse vicende sospette sull'anagrafe di questo ragazzo, risalenti alle sue prime esperienze semi-professionistiche. No, non siamo di fronte all'ennesimo caso Minala o Eriberto, o almeno per il momento. Che si chiami per davvero Silas Wamangituka o Silas Mvumpa Katompa non è affar nostro, o meglio è affare di chi in Congo conosce la verità e oggi tace sulla sua identità per convenienza e malaffare. Tuttavia, a noi interessa studiare la metafisica calcistica del ragazzo, che risulta molto più intrigante di qualsiasi controverso fascicolo accatastato in un polveroso faldone di chissà quale ufficio sperduto; pertanto lasceremo l'enigmatica narrativa dei suoi trascorsi a qualche sceneggiatore in erba; magari in un paio di anni potrebbe venirne fuori un interessante serie tv, con Omar Sy nei panni del nostro ragazzo. Divagazioni a parte, andiamo avanti, nel prologo si parlava dell'ex attaccante di Arsenal, Real PSG, Chelsea e Juve Nicolas Anelka: Olivier Belesi è una specie di scova-talenti, mezzo avvocato e mezzo procuratore, uno che nella vita si "arrangia" con un 30% di competenze e un buon 70% di inventiva. Ha dei contatti con i fratelli Bingisi, che a loro volta sono stretti collaboratori di Anelka, che qualche tempo prima aveva fondato la Black Mountain Sport, un'accademia nata per aiutare i percorsi di crescita sportiva e professionale dei giovani calciatori africani. Belesi diventa così l'uomo chiave nella prima fase della carriera del giovane Silas, portandolo agli attrezzati campetti di "Le Sulk"; da questo momento, Waman si avvia ad un percorso di crescita e formazione che sarà propedeutico alla sua prima esperienza europea.

LA FRANCIA NEL SUO DESTINO: MI MANDA ANELKA - Nel 2012 vola in Francia, dove si stabilisce all'Olympique Matete. Saranno sei anni difficili per il giovane leone di Kinshasa, ma i consigli di Anelka gli torneranno utili per un adattamento graduale al nuovo e sfidante contesto. Nel 2018 il guru che lo aveva scoperto decide che i tempi sono maturi per il grande salto nella Ligue 1: riesce così a convincere il Montpellier, che intravede in Silas un ottimo potenziale. Tuttavia, la Paillade non lo reputa ancora maturo e nonostante l'investimento, decide di mandarlo in rodaggio presso un club di quinta divisione, il semi-sconosciuto Olympique Ales. Nonostante più di un lustro di preparazione, Silas stecca per svariati motivi e conclude la stagione con un solo gol in sei presenze, retrocedendo con la squadra in sesta divisione. Sembra un punto di svolta in negativo per la carriera di Waman, ma probabilmente la stessa provvidenza che lo mise sotto gli occhi di Belesi in quel campetto di Kinshasa ricomparì in suo soccorso: si fanno sotto quelli del Paris FC, ossia i cugini meno fighi, meno glamour e meno ricchi del PSG. La seconda squadra parigina lo accoglie e, su richiesta espressa dell'allenatore Mehmed Bazdarevic, il ragazzo viene catapultato direttamente in prima squadra. La Ligue 2 è una competizione tosta, il salto di categoria si sente e Silas è ancora un ragazzo troppo istintivo ed irrazionale: rimedia subito un'espulsione alla seconda giornata, dopo essere subentrato dalla panchina. Ma il tempo è sempre un grande alleato dei giovani e così Waman comincia a correggere il tiro, fino a diventare titolare fisso a suon di gol e grandi prestazioni: 11 centri in 32 presenze, che portano il Paris FC ai playoff col Lens. Dalle parti della seconda squadra parigina cominciano a vedersi alcuni uomini in borghese, molto distinti e con occhi pieni di interesse: si dice che siano osservatori delle migliori squadre europee, materiale da Champions.

NEXT STEP E CONSACRAZIONE IN GERMANIA - Dopo una sola stagione su numeri importanti, ad accaparrarsi le prestazioni del teenager congolese è un'altra squadra di seconda divisione, lo Stoccarda. Nobile decaduta del calcio tedesco, la squadra guidata dall'ex Bayern Tim Walter coccola un progetto di rilancio basato sui giovani; Waman viene strappato alla concorrenza per soli 8 milioni di euro e inserito subito al centro della fase di finalizzazione: inspiegabilmente però, a differenza dell'ottimo trend di marcature mostrato in Francia, il congolese in versione tedesca si dimostra spesso goffo e maldestro sotto porta, nonostante dei buoni movimenti e una presenza fisica da colosso. Ma in generale è l'intero Stoccarda a non girare, e così a dicembre avviene il cambio di panchina: arriva lo statunitense Pellegrino Matarazzo, che trova il grimaldello giusto e rimette in sesto l'intero gruppo. Per Silas è una manna dal cielo, si sente compreso e libero di esprimere il suo calcio fatto di attacchi selvaggi e funambolici partendo largo sulla fascia destra: 7 gol, 8 assist e tanta altra carne al fuoco. Lo Stoccarda ritorna nel posto che merita e la stagione corrente è sicuramente quella della consacrazione: al momento sono 13 gol tra Bundesliga e Coppe in 27 presenze, con una media realizzativa di 0,48 punti. Rookie del mese di novembre, richieste di informazioni da parte di Milan, Liverpool e Fiorentina, gol clamoroso in stile George Weah, in occasione del quale divora in un coast-to-coast devastante mezza squadra del Mainz, proprio come fece illo tempore il mitico attaccante liberiano in un Milan-Verona di metà anni 90. Ma quella provvidenza che lo ha sempre assistito con discrezione decide di voltargli le spalle, in un pomeriggio di marzo, proprio contro l'eccellenza del calcio tedesco: contro il Bayern, motivato come non mai, si rompe il crociato, chiudendo anzitempo la sua strepitosa stagione e avviandosi ad un lungo percorso di recupero.

CARATTERISTICHE FISICHE - 189cm per circa 80kg, fisico da granatiere e gambe bioniche in grado di sprigionare un calcio di propulsione nucleare. Potente è riduttivo, forte è limitante, veloce è umiliante: si perché questo ragazzo è a un livello atletico e fisico di caratura olimpica, tanto che potrebbe dominare tranquillamente una gara di Pentathlon. Sarebbe il cocco di ogni insegnante di educazione fisica, anche se qualche cultore dell'olismo gli criticherebbe aspramente un eccessivo spreco di energie. Spesso si muove "a vanvera", dissipando risorse preziose che lo scaricano quasi sempre nella fase di ripiego difensivo nell'ultimo terzo di campo, dove lo Stoccarda soffre spesso il palleggio avversario. Nulla da dire invece sul primo pressing: è un animale asfissiante, i difensori tremano e non osano quasi mai costruire dal basso se sanno di avere questo predatore nei paraggi. Il terzo tempo è da cestista e i duelli aerei sono tutti a suo favore; interpone bene il corpo e sfrutta questo fattore per ripartire subito con la contraerea. Tuttavia, la pienezza del suo fisico si esprime in velocità, quando taglia di potenza e prepotenza il campo in verticale, vincendo a sportellate ogni tentativo di cannonata avversaria. Sotto questo aspetto, Silas è forse uno dei giocatori più dominanti del panorama calcistico continentale.

CARATTERISTICHE TECNICHE E COGNITIVE - In quei fangosi campetti di Kinshasa si predilige spesso il freestyle, un po' come andava di moda durante gli ultimi anni del 2000. Non che lì siano rimasti a Ronaldinho e allo spot televisivo della  "gabbia", è semplicemente l'espressione più naturale della loro cultura calcistica. Ci si diverte a skillare mentre qualcuno suona i tamburi o altre tribali intonazioni, senza curarsi troppo degli aspetti tattici e regolamentari del gioco. Questo retaggio circense è ancora fortemente interiorizzato dal buon Silas, e ciò spiega la sua cognizione poco razionale e oltremodo selvaggia del gioco. Non voglio perdermi nello stereotipo del classico calciatore africano, tutto potenza, tecnica grezza e poca comprensione tattica, anche perché gli sforzi impiegati per migliorare sotto questo aspetto sono davvero apprezzabili. Matarazzo lo sta pian piano educando, a partire dalla collocazione tattica: ha capito di non essere di fronte ad un'ala pura, ma ha astutamente compreso che è necessario sfruttare le sue doti di velocista torrenziale a campo aperto. Allo stesso tempo, è innegabile la sua ingorda e per ora poco appagata vena per la marcatura, motivo in più per non allontanarlo troppo dalla porta. La soluzione di Matarazzo è stata semplice: "Caro Waman, sei un bolide, in area ti senti come un leone in gabbia perché hai poco spazio, hai però molta fame di gol e vuoi cacciare... Bene, parti dalla destra, tutta la fascia diventa il tuo territorio di caccia. Sei libero di tagliare le difese in verticale, sei la nostra arma letale in fase di transizione, sii selvaggio, sii te stesso". Non so se più o meno sia andata così ma grossomodo il dialogo tra i due potrebbe aver avuto i medesimi contenuti. Tecnicamente è ancora sporco, deve migliorare nel primo controllo, soprattutto se orientato: questo gli permetterebbe di guadagnare almeno due tempi di gioco ed essere più pungente. In area sa fiutare bene l'odore del gol ma ha bisogno di migliorare il killer-insinct. Partendo quasi basso nel 5-3-2 trasformista dello Stoccarda, Silas diventa un fiume in piena e bullizza gli avversari non solo in potenza ma anche in qualità: ricordate le skills provate a Kinshasa? Quando parte coi dribbling diventa rabdomantico, sembra cercarsi di proposito gli avversari per mostrare loro il nuovo pezzo che li umilierà. Dribbla e sterza con un passo fulmineo e cosmetico, a una velocità di difficile comprensione, che come già spiegato lo rende incontenibile nello strappare ampie porzioni di campo, sia a difesa scoperta che schierata. Ma come spesso accade per chi è ancora immaturo e irrazionale, anziché dirompere sulla fascia tende spesso a perdersi nei trafficati meandri del centrocampo, sprecandosi in inutili ghirigori che vengono sistematicamente raddoppiati o triplicati.

POTENZIALE E LIMITI DA SUPERARE - Lo Stoccarda ha fra le mani un esemplare calcistico di assoluto valore tecnico e fisico, che va però istruito ed educato meglio in termini cognitivi. Fondamentalmente, nonostante un buon apporto al pressing e alla fase difensiva, Silas è un solista e crede di essere ancora quel ragazzino che doveva emergere da solo nella fanghiglia di Kinshasa. Necessita di migliorare le scelte ragionate, di essere meno irruento e di giocarsela "metacognitivamente" su ogni pallone: va poi limata la sua capacità associativa, perché ad oggi il leone congolese non è un ottimo "passante". Ordine, disciplina e maggior razionalità sono le skills che vanno assolutamente potenziate per poter ambire ai palcoscenici delle grandi d'Europa. Nulla da dire sul resto, personalmente basta guardare qualche numero per capire di che forza catalizzante stiamo parlando: nelle statistiche inerenti agli xG (gol attesi) ha un valore assurdo, pari a circa 4.1, un numero nettamente superiore ad altri carnivori delle fasce tedesche, come Moussa Diaby e Leroy Sané. Estremamente positivo anche il numero di dribbling in rapporto ai tocchi nell'arco dei 90 minuti: 38.6 è il valore di riferimento, un punteggio sicuramente più "sintetico" ed efficiente dei 55 impiegati da Sané, che come sappiamo ama tenere molto la palla. Essendo un gran corridore, sa bene che toccare troppo spesso la sfera è inutile, anche se questo pensiero non è sempre una costante nella sua testa. In sintesi, se qualcuno è ancora alla ricerca del suo vero nome, allo stesso tempo Silas sa bene di dover lavorare ancora molto per poter trovare e consolidare la sua identità calcistica, scrollandosi di dosso l'etichetta del classico prototipo del calciatore africano incompiuto. Con il numero 14 sulle spalle e negli occhi le giocate del suo idolo Aubameyang, il ragazzo saprà bene dove indirizzare la sua corsa.

SCHEDA RIEPILOGATIVA:

Data di nascita: 6-10-1999

Nazionalità: RD del Congo

Squadra: VFB Stoccarda

Altezza - Peso: 189cm - 82kg

Ruolo: esterno destro, ala destra, tornante, seconda punta, punta centrale

Piede: Destro

Valore di mercato: 25 milioni

Scadenza contratto: 30-06-2024

Procuratore: firsteleven ISM development

A chi somiglia: Victor Ibarbo, Yannick Bolasie, Pierre-Emerick Aubameyang

A chi piace: Milan, Liverpool, Fiorentina, Barcellona


Siamo così giunti alla conclusione di questo episodio, appuntamento alla prossima settimana per la recensione di un nuovo talento!

Salvatore Zarrillo