L'idea di un azzecca-garbugli fortunatamente mancato.
No, occorre far prima chiarezza sul titolo: non sono un avvocato, mi serviva solo un efficace click-bait, anche se devo ammettere che tra le righe esiste un fondo di verità.
In gioventù cominciai i miei trasognati studi accademici proprio nell'ambito giurisprudenziale, salvo poi sbagliare "la giocata" (per dirla alla Bernardeschi) e consegnarmi a ben altri domini dello scibile umano, finendo con l'approfondire i malesseri psicofisici di persone non proprio avvezze a raccontarti cosa gli passasse per la testa. Ma questo non frega a nessuno, eccetto a chi ha foraggiato i miei studi e approfitto, permettetemi un "pardon" a chi tutt'oggi mi ricorda cosa avesse potuto rappresentare una laurea in giurisprudenza (manco fosse un biglietto vincente del Turista per sempre); ma ancora una volta attenzione, non fatevi distrarre dai miei nostalgici amarcord, a breve infatti ci allontaneremo da questo tono così scanzonato e sardonico.
Fossi stato avvocato, ad oggi non avrei avuto bisogno di mio cugggino (si con tre g, per rimarcare il fatto che sia un giurista), rinomato legale del paesello, che a sua volta si è imparentato con un importante commercialista. Al meridione siamo un po' come una blockchain, siamo tutti in connessione, tutti condivisi e tutti in grado di arrivare a qualcuno attraverso qualcun altro. Un vantaggio fantastico, un po' come avere in rosa Messi e Ronaldo alla play, peccato però che mio cugino è un venale cammellaro e, anche per una banale consulenza, ti chiede pecunia, rigettando ogni sacro legame di sangue. Pertanto, mosso da un rigurgito di orgoglio giovanile, decido di munirmi di manuali di diritto commerciale, codice civile e di codice penale e mi rimetto a studiare comma, leggi e articoli. Ebbene, dopo un paio di giorni di intensa lettura immersiva, manco se stessi preparando un esame il giorno prima col famoso metodo "a secchiata", ora sono in grado di padroneggiare quello 0,0001% di conoscenze giuridiche necessarie per spiegarvi cos'è un falso in bilancio e cosa sta realmente accadendo alla Juventus.
Riflettevo su come esporvi la faccenda: ve la narro con lo stile "equally correct" del maestro Terenziani? O uso il cinematografo di Fallerini? O ancora meglio, prendo spunto dall'eleganza intramontabile di Moroso, Ciccio Indi e Zardoronz? Ma no, già questa sinossi è abbastanza confusionaria, perciò svesto i panni del logorroico con la Tourette e indosso quelli togati, perché nell'avvisare i lettori e i naviganti, preciso che da qui in poi le cose si faranno molto, molto, molto tecniche.
Ma partiamo con ordine:
Prima di parlare del reato bisogna specificare qual è l'oggetto/soggetto che viene investito dalla fattispecie penale che vogliamo descrivere: partiamo quindi dal concetto di "esercizio di bilancio", da cosa è composto e come viene redatto:

Il bilancio di esercizio è disciplinato dagli articoli 2432 e seguenti del codice civile ed è un atto giuridico obbligatorio, che viene stilato da coloro che rappresentano una società; dal punto di vista strutturale, è composto da cinque fondamentali documenti:

1 Lo Stato patrimoniale, ossia quello che maccheronicamente ci racconta quanto vale un'azienda, descrivendoci la reale composizione del patrimonio societario e il valore di ogni bene facente parte del corpus patrimoniale.
2 Il Conto economico, ovvero il documento che ci descrive la "cassa", esplicitata in tutte quelle operazioni di costi e ricavi che producono un certo risultato economico finale.
3 Il Rendiconto finanziario, che segue la policy aziendale e spiega la natura degli investimenti e il conseguente flusso finanziario che è stato rilasciato per sostenerli.
4 La Nota integrativa, che in appendice fornisce ulteriori elementi rispetto ai contenuti dei documenti di cui sopra
5 La relazione sulla gestione.

Detto ciò, quando si configura il reato di  "falso in bilancio", ci riferiamo a quel tipo di "escamotage" contabile che consiste in una compilazione erronea dell'intero documento. I contenuti vengono artefatti e manomessi, con fini ben noti anche a chi non mastica nemmeno mezza cicca di diritto: pagare meno tasse, avere un tornaconto economico personale ecc... Il nostro ordinamento considera la stesura non corretta del bilancio e la comunicazione di dati falsi come base per la fattispecie giuridica del reato penale che vogliamo approfondire.
Ma attenzione, ritengo opportuno fare prima una distinzione tra "bilancio irregolare" e "falso in bilancio":
Il primo è riferito ad una serie di omissioni che non violano il Codice Penale, ed è punibile con sanzioni amministrative, mentre per il secondo, e nel caso specifico di una SpA come la Juventus, può esserci persino la reclusione dai 3 agli 8 anni secondo l'art. 2622 del codice penale.
Con questa infarinatura possiamo quindi snocciolare le tre tipologie di falso in bilancio, vedendo poi in quale rischia di incorrere la società di Andrea Agnelli:

1 Falso in bilancio OGGETTIVO, quando troviamo un documento con dati falsati e/o omessi, come ad esempio costi o ricavi di proposito gonfiati.
2 Falso in bilancio VALUTATIVO, quando abbiamo una discrepanza nella stima delle valutazioni.
3 Falso in bilancio QUALITATIVO, quando le voci di un bilancio vengono nomenclate in maniera non veritiera: ad esempio, per giustificare l'uscita di fondi utilizzati per un'attività illecita viene, redatta una voce fasulla in cui si giustifica l'operazione sotto il nome di un'attività lecita
Rischi concreti. Ovviamente, per ognuno di questre tre configurazioni si rischia di incorrere in condanne e conseguenze di diverso livello, senza dimenticare della loro potenziale computabilità cumulabile: per il falso oggettivo ci sono conseguenze penali di media entità, mentre quello qualitativo rappresenta la summa in termini di gravità; marginale e lievemente grave invece quello valutativo, sempre se non viene dimostrata sistematicità e programmazione preterintenzionale (e qui potremmo collegarci alla frenetica ricerca della Procura e della Guardia di Finanza della famosa carta privata di Cristiano Ronaldo, che potrebbe rappresentare un elemento probante della linea ormai sistematica che la Juventus aveva cominciato ad adottare dopo i riscontri economici positivi del sistema plusvalenze).
Ad oggi si sta agendo nell'ambito della giustizia ordinaria, pertanto in tutti e tre i casi di illecito non andiamo oltre le sanzioni pecunarie e le eventuali reclusioni (che verrebbero commutate in ogni caso); tuttavia sul piano sportivo, se venisse riscontrata l'ipotesi di un accertato vantaggio competitivo conseguito con mezzi non leciti, le conseguenze potrebbero essere nefaste: dall'impossibilità di iscriversi alle competizioni fino alla totale estromissione.

Nota integrativa dello scrivente senza toga. Svesto i panni del giurista improvvisato, precisando di aver voluto semplicemente condividere con l'utenza e i lettori il frutto dei miei piccoli approfondimenti, al fine di restituirvi una cornice di riferimento chiara e precisa. Se ne sentono di cotte e di crude, di panate e di farcite: il problema è che spesso le farciture sono a base di anti-juveninità dozzinale, un ingrediente che conosciamo fin troppo bene e che ha il sapore dell'accerchiamento. Purtroppo In Italia resiste forte il malcostume che confonde l'indagato/imputato come già colpevole...parafrasando Boskov, "colpevole è quando giudice sentenzia"....

Attendiamo quindi che la magistratura faccia il suo corso, sperando in primis di eliminare un potenziale cancro che era sfuggito e che rischia di compromettere un sistema calcistico che, seppur una conclamata gracilità, ha tentato di mostrarci i denti e la forza con la bellissima vittoria dei recenti Europei.
Infine una piccolo interrogativo sul presidentissimo e plenipotenziario superleghista Andrea Agnelli: se fosse stato a capo di una SpA operante nel mondo "reale" e non in quello calcistico, che rispecchia una visione del tutto irrealistica e distorcente rispetto ai parametri di vita comune, cosa gli sarebbe accaduto? Sarebbe stato subito messo alla gogna dal cugino John, con Iron Mauri Arrivabene mascherato da boia? Passo la palla a chi è più bravo ad inventare dei multiversi, magari ne può venir fuori un bel pezzo antologico...

Salvatore Zarrillo