Cosa volete che sia un solo anno di differenza? Beh dipende, soprattutto se parliamo di chi fa parte della leva calcistica del 1999 e chi invece, per tempismo quasi divino, ha avuto la fortuna di nascere nell'anno che oggi nel calcio va per la maggiore, il 2000. Entrambe le categorie fanno parte della stessa generazione, la Z, ma per motivi di tendenza e di rappresentanza, la classe Millennial di Haaland e compari oscura sempre più i 1999, prendendosi tutte le copertine. Per il mondo della comunicazione, essere del 2000 sembra valere una sorta di "quid pluris" da aggiungere al personal branding del calciatore, un tratto che distingue ed eleva. Se a questo poi ci aggiungiamo le recenti prestazioni in Champions offerte da alcuni esponenti, con Haaland e Vinicius in prima fila, allora possiamo comprendere il motivo di questa differenza. Tuttavia la classe del 99 offre delle perle straordinarie, talenti che saranno in grado di scrivere pagine importanti di calcio e che rappresentano l'atto finale di un decennio calcisticamente straordinario, romantico, unico.

Troppo facile ora parlare di Havertz, Donnarumma o Joao Felix: la rassegna andrà più nel profondo, alla ricerca di talenti sommersi, andando ad esplorare i sottoboschi di campionati esotici; oppure accenderemo i riflettori su chi è già sul pezzo, pronto al grande salto per diventare il prossimo golden boy.
In questo episodio, il nostro protagonista è la giovane ala del Bayer Leverkusen, Moussa Diaby

14 aprile 2018, siamo allo stadio Luigi Ferraris, si sta disputando Genoa - Crotone e al minuto 84, i calabresi sotto di un gol tentano di acciuffare il pareggio buttando nella mischia un diciannovenne ragazzo francese, arrivato in prestito dal PSG durante la sessione invernale. Esce uno spento Trotta e lo smilzo talento parigino cosa fa? La ribalta con un gol da autore? Esordio da urlo? No, non fa proprio nulla, non lascia il segno e gioca quei dieci minuti in totale anonimato. Seconda presenza, allo Scida contro la Juventus, occasione da sogno per mettersi in mostra e anche in quel frangente il giovane Moussa non riesce ad incidere. Questa in sintesi la sua breve e sfortunata parentesi italiana, che culminerà con la retrocessione dei calabresi e il ritorno all'ovile transalpino.

Rientra quindi al PSG dove trova Tuchel, che lo accoglie in prima squadra, facendolo allenare con i mostri sacri. La presenza di Neymar, Mbappé, Di Maria e altre stelle lo sprona a dare il massimo e ad esprimere tutto il suo potenziale; l'annata è discreta, riesce a collezionare, tra titolare e subentrante, un totale di 34 presenze condite da ben 4 marcature, bottino che gli vale in estate la chiamata delle aspirine. Moussa è consapevole di non poter scavalcare le gerarchie e per dare un boost alla sua carriera, decide di accettare l'offerta del Bayer Leverkusen.

Oggi quell'anonimo ragazzino visto con la maglia del Crotone è diventato un vero ghepardo della fascia. Ala devastante, sta letteralmente trascinando il Bayer Leverkusen a suon di dribbling manicomiali, assist e giocate pazzesche. Con Leon Bailey forma una coppia di esterni moderna, in grado di giocare quel calcio di transizioni selvagge che oggi fa tanto la differenza in Champions League. Wolf, tecnico delle aspirine, se lo coccola e non rinuncia mai alle sue prestazioni: da inizio stagione è sempre stato schierato titolare, saltando solo una partita e collezionando, per il momento, un bottino di 9 gol e 7 assist tra Bundesliga e coppe.

170cm per 67kg, il talento di origini maliane è un esterno compatto ed esplosivo, in grado di raggiungere picchi di velocità che lasciano l'erba letteralmente bruciata. Andando ad analizzare qualche dato, si nota subito quale sia uno dei suoi maggiori punti di forza, il dribbling; riesce a saltare gli avversari in tutti i modi: da fermo, in velocità, con finte di corpo, con controlli orientati e a seguire, abbinando un cluster di giocate completo ed efficace. Interessante anche i numeri in relazione agli xG (gol attesi) e xA (assist attesi): per il primo dato siamo sui 2,5 punti, mentre per il secondo ci orientiamo su un valore di 1,44, a legittimarne pertanto la grande pericolosità. Tira spesso, circa 14 conclusioni di media a partita e nonostante ami gli strappi e il rientro sul mancino, spesso va sul fondo per pennellare cross al bacio. Deve migliorare nella finalizzazione col mancino, con quello che crea potrebbe segnare molto di più.   

Tatticamente siamo davanti ad un'ala pura, mancina e velenosa, capace di creare superiorità numerica e di essere nucleare nell'attacco e visionario nella rifinitura. Wolf lo ha spesso invertito con Bailey sull'out opposto senza registrare dei minus in termini prestazionali, e anche per vie centrali riesce ad imporsi molto bene tra le linee. Pecca un po' nella fase difensiva e di non possesso e deve perfezionarsi col piede meno prediletto, ma al Bayer ci stanno lavorando, con l'idea di poterlo adattare anche come seconda punta.

Altro dato che emerge è la condotta molto pulita, essendo un giocatore estremamente leale e quasi mai propenso a cadere nelle trappole provocatorie dei difendenti, nonostante la sua predisposizione al dribbling. Nel complesso, Moussa Diaby rappresenta l'esterno perfetto per la Champions, sulla falsariga dei grandi interpreti moderni come Sancho, Coman, Gnabry e Vinicius. Ha una valutazione impegnativa, circa 40 milioni, ma sono sicuro che chiunque riuscirà a strapparlo al Bayer farà uno degli affari più importanti del prossimo decennio calcistico.

A chi somiglia: Doku, Chukwueze, Mané, primo Lavezzi

A chi potrebbe far comodo in Italia: Juventus, Milan, Napoli, Roma