Wieringen è un piccolo villaggio situato nella parte settentrionale olandese, caratterizzato dal nulla cosmico. Anzi no, perché fino al 1924 questo semi-sconosciuto comune poteva fregiarsi del titolo di isola e si sa, gli isolani sentono sempre di avere un qualcosa in più da dimostrare, come un certo Ronaldo da Funchal. Peccato perché nel 1932, con un imponente intervento di prosciugamento artificiale e la costruzione di una diga, l'amministrazione locale fece connettere definitivamente l'isolotto alla terra ferma, geo-accorpandolo in un tutt'uno con la Frisia. Ben 67 anni più tardi, precisamente il 19 gennaio del 1999, una giovane coppia di origini surinamesi restituisce prestigio al piccolo villaggio, dando i natali al nostro protagonista, il futuro bombardiere del gol Donyell Malen.

L'infanzia, il guru, i primi passi di un predestinato. A soli quattro anni il pargolo Donyell dimostra già un talento smisurato per il calcio e ad accorgersene è il suo primo mentore, nonché padre putativo calcistico Sietzo Ijzer, guru della storica scuola calcio del V.V. Success di Wieringen. Questo simpatico vecchietto ci racconta di come Malen fosse caratterialmente chiuso, una coercizione di personalità nettamente in contrasto con l'esplosione emotiva che invece veniva palesata non appena gli si avvicinava un pallone. Ricciolino, carnagione mulatta, più che un surinamese alla Davids sembrava un Ronaldinho tascabile: qualche anno più tardi passa in un altro prestigioso circuito, l'Academy dell'HVV Hollandia, dove trascorre tre primavere prima del grande salto, l'incipit che lo catapulterà finalmente nel mondo dei grandi.

Alla corte dei lancieri, a scuola con De Ligt e Kluivert junior. Anno domini 2007, ci troviamo al centro di allenamento dell'Ajax "De Toekomst" (il futuro nel nostro idioma), una struttura imponente e super-organizzata, composta da 7 campi da calcio e 14 spogliatoi, dove circa 200 giovanotti dai 7 ai 19 anni mangiano, respirano, praticano e vivono la sacra cultura del calcio totale dei lancieri, recitando in modo prosodiaco il mantra del 4-3-3 tanto caro al vate Jack Reynolds. La mission dell'Academy è semplice: produrre calciatori totali, eclettici, multi-dimensionali, in grado di giocare e interpretare ogni situazione di gioco attraverso un alto tasso qualitativo e cognitivo. L'Ajax way, come la Masia blaugrana, è un sotto-mondo etnico e chi viene ammesso ne acquisisce cittadinanza, con l'obbligo di osservarne usi e costumi. Ma come si entra in questa macchina così perfetta? Sappiamo che la rete di scuole calcio e il sistema sommerso è strettamente intrecciato e collaborante, tanto che i B-Junior talent scout dell'Ajax non hanno molti problemi a pescare le nuove perle. In altre occasioni è lo stesso gigante biancorosso che organizza le cosiddette "giornate del talento", dove migliaia di giovani aspiranti si iscrivono ai provini. Riguardo al nostro Donyell, sappiamo che il ragazzo è entrato dalla porta principale e che è stato scelto dopo aver abbagliato col suo talento uno dei tanti osservatori del team di Aiace. Dicevamo anno 2007, in uno di quei campetti siedono allegramente sull'erba appena tagliata tre sorridenti bimbetti, all'epoca insospettabili rispetto a quello che avrebbero fatto poi nel corso degli anni: erano Matthijs De Ligt, Justin Kluivert e il nostro Donyell Malen. Saranno otto anni di straordinaria formazione, nei quali Malen mette tutto sé stesso: assorbe ogni topica e ogni piccola essenza di quel sapere calcistico, sfoggiando un talento lisergico e futuristico. Da punta mobile e moderna, quel ragazzino domina con giocate spettacolari e raffiche di gol, portando in gita i compagni Matthijs e Justin alla conquista dei tornei under 15 e under 17, fino ad arrivare poi alle prime chiamate con le rappresentative giovanili olandesi.

Il poster di Henry e il sogno che si avvera: road to Gunners-land! Da piccolo Donyell somigliava tanto a Dinho e c'è da dire che a quei tempi il funambolo brasiliano era uno dei suoi principali idoli calcistici. Ma il modello al quale si è sempre ispirato era uno che proprio con Ronaldinho, a metà degli anni 2000, si contendeva lo scettro di miglior giocatore del pianeta: stiamo parlando di Thierry Henry. Siamo ormai nel 2015 e il talento di Malen gira come un virus pandemico sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori. A livello nazionale incanta e l'europeo under 17 con l'Olanda è una vetrina importante, in cui il ragazzo non perde l'occasione di sfoggiare i suoi pezzi migliori. All'Ajax arrivano piogge di offerte, tutte provenienti dal salottino buono della Premier League: Manchester United e Chelsea si fanno sotto e propongono a mamma Mariska e papà Robert il mondo, ma non appena Donyell sente la parola Arsenal gli si accende un fuoco, gli occhi si dilatano e la mente viaggia già nel futuro, dove si immagina re dell'Emirates, analogicamente al suo idolo "da cameretta", con la Jersey Number 14 e i calzettoni alzati fino alle ginocchia. Giusto il tempo di formalizzare le pratiche burocratiche e la Malen family vola in Inghilterra, alla realizzazione del sogno del suo figlio prediletto. Ma come un incantesimo che si scioglie, dopo 20 mesi di mancato ambientamento l'Arsenal decide di non investire ulteriormente sul talento olandese, che a detta dei coach dell'Academy non aveva raggiunto quei progressi attesi nel biennio di Youth League. Per i tifosi è un colpo bassissimo, tanto che in molti suscitarono il proprio dissenso, affermando che la cessione del giovane Donyell fosse pesante quanto la perdita di Alexis Sanchez.

L'amaro ritorno in patria e l'inizio di un inaspettato capitolo: PSV Eindhoven e la legacy di Romario. Agosto 2017, il PSV Eindhoven, storica rivale dell'Ajax, decide di investire il futuro e il riscatto del club sul reietto talento emigrato, accogliendolo e coccolandolo come un figliuol prodigo. Se all'Ajax era un lanciere, se all'Arsenal era un gunner, accettando il PSV Malen diventa un "boeren", che in italiano sta per contadino. Non un bel soprannome per uno che aveva avuto una carriera, seppur giovanile, di assoluto prestigio e fascino nominale. Ma il PSV è un club dal retaggio storico, nonché culla di alcuni tra i più iconici attaccanti del calcio moderno e contemporaneo. Probabilmente al giovane Malen, dopo aver fatto un giretto al museo del club e dopo aver visto le gigantografie di gente del calibro di Romario, Ronaldo e Van Nistelrooy, gli sarà venuto un picco di ispirazione dinastica, facendolo sentire investito di una responsabilità più unica che rara. Comincia un periodo di rodaggio con la primavera, dove mette a segno 13 gol in 22 presenze; ma l'esordio in Eredivise è dietro l'angolo e il 20 ottobre del 2018 debutta finalmente contro l'RKC Waalwijk. Sei mesi dopo, contro il Telstar, mette a segno la sua prima doppietta e da qui in poi è un robotico macinare di gol e prestazioni magistrali. In meno di un anno, Malen si prende l'attacco del PSV e a distanza fa probabilmente venire qualche rimpianto all'Arsenal. Ma la sfortuna e il malaugurio che lo hanno scartato in Inghilterra si manifesta di nuovo e nel 2019, dopo un iniziò scoppiettante, si infortuna al ginocchio, restando fuori per un lungo periodo post-operatorio. Ma Donyell, memore degli insegnamenti del guru Ijzer e dei rigidi dogmi del tempio di Aiace, da buon ex-isolano rialza la testa e ripristina il vigore fisico, tornando ad abbattere le porte della Eredivise. Nella stagione corrente il suo bottino è pazzesco: 17 gol in campionato e 25 totali se calcoliamo le coppe, in un quadro di presenze che conta, al momento, 41 timbri. In Olanda sta rivaleggiando con l'altro gemello rivale Myron Boadu, mentre il tecnico Roger Schmidt e il ct olandese De Boer si sfregano le mani, consci di avere a disposizione un uragano di tecnica, potenza e meccanica calcistica d'avanguardia.

Caratteristiche tecniche e paragoni illustri. Altro che contadini, quando si tratta di paragoni quei "sempliciotti" di Eindhoven sono di bocca buona, tanto che qualcuno, probabilmente in preda ai tanto gettonati passatempi "lisergici" della libera ed espansiva Olanda, ha giocosamente coniato il termine "Mara-Donyell", senza provare nessun tipo di vergogna. Ma il tifo è bello anche per questo e romanzare i propri idoli è uno sport che può solo far bene. Ovviamente Malen non ha nulla di Maradona, e se prima abbiamo citato Henry in quanto suo idolo di infanzia e Romario come punto di riferimento dinastico di casa Eindhoven, da un punto di vista tecnico e fisico possiamo asserire che il prospetto somiglia ad una fusione congiunta fra Luis Muriel e Dries Mertens. Fisicamente oggi è un calciatore compatto, con 179cm e 78kg che gli permettono di sprigionare potenza e tecnica in velocità; una struttura e una meccanica che si adatta perfettamente al suo stile, fatto di movimenti selvaggi, uno contro uno, sponde, strappi e dominio del box d'area letteralmente perimetrale. Da prima punta agisce in maniera associativa ai compagni, prediligendo il dialogo nello stretto e la sponda con altri prodigi della tecnica, come Inhattaren. Ma le sue preferenze sono da seconda punta, con libertà di svariare e di partire decentrato da sinistra: da quella zolla Donyell ti punta, ti lascia sul posto e ti scarica uno dei suoi laser shot che tanto hanno fatto piangere i portieri della Eredivise. Magico quando dribbla di suola, sembra un mago del Futsal, con i difensori avversari più assorti nella preghiera assolutrice piuttosto che al compito difensivo. La propulsione offensiva ricorda quella di Muriel al top, i movimenti senza palla sono quelli del miglior Kluivert, soprattutto quando si fionda come un falco sul secondo palo. Tanto movimento ma anche tanti assist: si perché Donyell è cresciuto coi dettami pro-collettivo Made in Ajax, e in termini di passaggio e uno che sa metterti tranquillamente davanti al portiere. Torna spesso in ripiego, è generoso e in ripartenza transitoria sa scagliarsi in maniera batteriologica, ribaltando spesso situazioni passive abbastanza pericolose, dalle quali il PSV è spesso bravo a uscire. Se il sogno di gioventù era Henry, oggi la realtà dice Romario per la maglia, ma anche Kluivert, Van Nistelrooy, Van Persie, Maakay e Bergkamp per la dinastia nazionale, perché Malen è l'attaccante del futuro del calcio olandese.   

Prospettive future e il destino in una big d'Europa. L'appuntamento col destino è solo rimandato, perché Malen sarà sicuramente uno dei prezzi pregiati del prossimo mercato. Raiola lavora già al grande colpo e in Italia il Milan ci pensa, nonostante la cotta per Vlahović. Anche la Juventus lo tiene sotto d'occhio, tanto che Paratici manda spesso i suoi 007 ad Eindhoven: dicono di seguire Depay, ma forse sotto traccia l'obiettivo oranje è proprio Mara-Donyell. Attenzione anche al Barcellona, che potrebbe cercare una nuova punta in caso di congedo da qualche stella. E poi chissà, in casa Arsenal Aubameyang sembra in procinto di abdicare, ma qualora dovesse arrivare davvero una chiamata dal Nord di Londra, memore dei trattamenti ricevuti in passato, dubito che Malen abbia tanta voglia di riscattare quella parentesi passata, perché ormai i suoi occhi e i suoi piedi sono orientati solo al futuro.

Scheda riepilogativa

Data di nascita: 19/01/1999
Nazionalità: Paesi Bassi
Altezza e Peso: 179cm x 78kg
Ruolo: Punta centrale, seconda punta, ala sinistra, ala destra
Piede: Destro
Squadra: PSV Eindhoven
Quotazione: 35 milioni
Procuratore: Mino Raiola
Scadenza contratto: 30/06/2024
Presenze stagionali totali: 41
Gol totali: 25
Presense in nazionale maggiore: 8
Gol in nazionale maggiore: 2
Somiglia a: Luis Muriel, Dries Mertens, Patson Daka
Piace a: Milan, Juventus

Termina così questo episodio di Best of 99, appuntamento alla prossima settimana con un nuovo talento "anti-2000"