Si interrompe a tre la serie di vittorie consecutive del Milan in campionato.
Dopo i successi - soffertissimi - contro il Cagliari, l'Udinese e il Brescia, i rossoneri vengono bloccati in casa da un Hellas Verona che, per lunghi tratti, ha anche dominato. Decisiva, probabilmente, l'espulsione di Amrabat, il migliore dei ventidue fino a quel momento della partita; una decisione (giusta), quella dell'arbitro, che ha permesso al Milan di catapultarsi in avanti nell'ultima mezz'ora, senza però la necessaria lucidità per strappare il successo.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire nel dettaglio com'è andata la gara del Meazza.

Il Milan si presenta senza lo squalificato Bennacer (l'uomo più in forma in questo momento a disposizione di Pioli) e privo anche degli acciaccati Ibrahimovic, Kjaer e Krunic. Non solo: i rossoneri sono appesantiti per i 120 minuti giocati in Coppa Italia contro il Torino e dunque non al meglio della condizione fisica. Pioli decide quindi di far riposare Conti e schierare Calabria. A sostituire Bennacer, vista l'assenza dell'infortunato Krunic, è Calhanoglu, decisivo con una splendida doppietta contro i granata. In attacco l'inedita coppia formata da Rebic e Leao: nessuno dei due è un centravanti, né è in grado di fare la punta avanzata. E oggi si è visto chiaramente. Ma Pioli non aveva scelta.

Parte fortissimo il Verona, che già al 13', su una colossale dormita di tutta la difesa rossonera, trova la rete con Faraoni, lasciato completamente libero davanti all'incolpevole Donnarumma. Il gol degli ospiti certifica un dominio che nei primi 25 minuti è assoluto. I veneti corrono e lottano in ogni zona del campo: sono velocissimi nelle ripartenze e non lasciano alcuno spazio alla lenta e prevedibile manovra dei padroni di casa, penalizzata dalla mancanza del motorino Bennacer. Solo un episodio può riportare in partita il Milan, ed è quello che avviene poco prima della mezz'ora. Calcio di punizione di Calhanoglu e deviazione della barriera veronese che mette fuori causa Silvestri: terzo gol settimanale del turco e 1-1 al Meazza. Pochi minuti e i rossoneri potrebbero addirittura passare in vantaggio, ma Rebic, a porta quasi vuota, al termine di un contropiede micidiale, si fa rimontare dalla difesa gialloblu e sciupa un'occasione colossale. Si va al riposo sul punteggio di parità che tutto sommato ben fotografa l'andamento di una gara sin qui a due volti, in cui prima il Verona e poi i padroni di casa hanno avuto il controllo del centrocampo.

A inizio ripresa ci si aspetterebbe un Milan galvanizzato dal raggiunto pareggio e dalle precedenti vittorie, pronto a tutto per agguantare un altro successo. E invece i rossoneri sembrano pagare le fatiche fisiche e mentali dei supplementari col Torino e concedono occasioni in serie all'Hellas. Se il Verona non riesce ad agguantare il vantaggio è solo per l'imprecisione dei suoi attaccanti e per i legni, ben due, a Donnarumma battuto. 

Quando i tifosi rossoneri sono pronti al peggio, ecco l'episodio che non ti aspetti.
Fallo durissimo su Castillejio di Amrabat - che fino al 67' aveva giganteggiato in mezzo al campo, vincendo tutti i duelli possibili - ed espulsione con l'ausilio del VAR. Rosso giusto, anche se giunto in differita, perché il centrocampista del Verona ha rischiato di fare molto all'esterno destro spagnolo. A questo punto la partita cambia decisamente volto.

Un Milan che non era nemmeno in grado di superare la metà del campo ritrova energie e si catapulta in avanti con veemenza. Lo fa però senza criterio e lucidità, favorendo il compito del Verona, tutto proteso a difendere il pareggio. Pioli butta nella mischia il quasi ex Paquetà e il nuovo acquisto belga Saelemaekers, sperando che i due possano aiutarlo a risolvere la gara. Macché. Il brasiliano comincia benino, ma si spegne dopo pochi minuti, facendosi notare più per i palloni sprecati che per le iniziative concrete: non è certo una novità... Il terzino belga ha grande voglia di mettersi in mostra, forse troppa, e non riesce a dare a un Castillejo stremato dalla fatica il necessario supporto. Eppure è proprio l'esterno destro spagnolo a sfiorare, a pochi minuti dalla fine, il gol della vittoria, colpendo il palo a porta quasi libera. Poi c'è solo il tempo per assistere all'esordio in A di Daniel Maldini, figlio di Paolo, e nulla più.

Finisce 1-1 e, per quanto si è visto, è il Verona a dover recriminare  Perché è vero che il Milan nell'ultima mezz'ora è riuscito a lungo a schiacciare gli ospiti nella loro area; ma è vero soprattutto che, sin quando c'è stata la parità numerica, sono stati gli ospiti a dominare tatticamente e creare il maggior numero di occasioni, alcune delle quali ghiottissime. 

Il pareggio casalingo contro il Verona non rappresenta per i rossoneri un passo falso, ma l'ovvia conseguenza del mercato di gennaio. Un mercato in cui Maldini e Boban hanno deciso di non rimediare ai tanti errori commessi in passato per puntare ancora - volenti o nolenti - su giocatori che non hanno più nulla da dare a questo club. 

La coperta per Pioli è cortissima. Oggi è mancato Ibrahimovic e Leao è stato imbarazzante, come spesso gli è capitato in questa stagione. Pesantissima l'assenza di Bennacer, il cui sostituto naturale, Biglia, è sparito dai radar della Serie A oramai da mesi ed è vicinissimo alla conclusione della sua esperienza rossonera. Male lo stesso Bonaventura, che - a più di un anno dall'infortunio - non ha ancora raggiunto una forma decente e per lunghi tratti è stato impalpabile. A destra ha esordito Saelemaekers, un terzino destro che però sembra avere caratteristiche troppo offensive e che dunque non rappresenta una reale alternativa a Calabria e Conti. L'esterno belga, oltretutto, è giovanissimo e arriva da un campionato diverso, quindi non si può certo pretendere che la svolta arrivi da lui.

Ceduti Piatek e Suso, non sono arrivati i sostituti, come sarebbe stato lecito aspettarsi. Certo, Maldini e Boban non avevano un grosso budget a disposizione, ma qualcosa avrebbero potuto "inventarsi", magari pianificando in anticipo il mercato di gennaio. Un vice di Ibrahimovic, un terzino destro di esperienza e qualità, un alter ego di Bennacer e una riserva di Castillejo sarebbero stati necessari come il pane per poter affrontare in tranquillità la seconda parte della stagione e avere qualche residua chance di agganciare il quarto posto. Così diventa difficilissimo, quasi impossibile.

Anche perché la prossima avversaria si chiama Inter: è seconda in classifica e ha appena preso un top player come Erksen. Un Milan incerottato, incapace di battere in casa il Verona, nonostante l'uomo in più, come può sperare di impensierire la squadra di Conte e restare in corsa per le zone alte della classifica?
Domanda che andrebbe girata a chi ha deciso che potesse bastare Ibra per risollevare le sorti di questo Milan ancora senza identità.