Non è stato un mercato entusiasmante, quello del Milan. Si aspettavano molto di più tifosi, ma probabilmente anche le avversarie e gli addetti ai lavori. E invece sono arrivati giocatori dalle buone o discrete potenzialità, ma che certo non possono essere definiti campioni, né tanto meno hanno un curriculum luccicante da portare in dote.

Duarte e Theo Hernandez in difesa, Beccacer e Krunic a centrocampo, Leao e Rebic per l'attacco. Tutti nomi che poco o nulla dicono a coloro che non seguono il calcio esattamente tutti i giorni, ma che dimostrano una chiara intenzione della società: ridurre il monte ingaggi, abbassare l'età media della rosa, prendere giocatori non ancora affermati, ma il cui valore potrebbe crescere esponenzialmente nei prossimi mesi o anni. Se andrà effettivamente così, sarà il tempo a dirlo. Per il momento, limitiamoci ai fatti, analizzando uno a uno i neo acquisti.

Duarte, 23 anni, difensore centrale, è arrivato per colmare il vuoto lasciato Zapata e meno dolorosa l'attesa per il rientro di Caldara, reduce da una serie clamorosa di problemi fisici che lo tengono lontano dal campo da un'intera stagione. Il brasiliano, scuola Flamengo, è costato ben 11 milioni e sin qui non ha visto il campo; la coppia Romagnoli-Musacchio ha dimostrato di essere piuttosto affidabile e dunque il suo inserimento non sarà molto semplice.

Theo Hernandez, terzino sinistro prelevato dal Real Madrid per 20 milioni, non ha ancora compiuto 22 anni ed è stato preso per essere titolare al posto di Rodriguez, deludente anche in questo inizio di stagione. Il francese, sin qui, è stato fermo a causa di un infortunio piuttosto serio, ma potrebbe essere disponibile entro una decina di giorni. Nel precampionato aveva impressionato per forza fisica, velocità e intraprendenza. Se manterrà queste qualità, si potrà sicuramente parlare di un valido acquisto.

Due dei nuovi arrivati provengono dall'Empoli. Krunic, preso per 8 milioni, non ha ancora giocato ed è difficile darne una valutazione in un contesto nuovo come quello rossonero. Bennacer (nella foto), invece, reduce da un'ottima Coppa d'Africa, vinta dalla sua Algeria, è destinato a diventare un titolare inamovibile della squadra di Giampaolo. Ha tecnica e visione di gioco, spirito di sacrificio e voglia di fare bene. Positivo contro il Brescia, straordinario in Coppa d'Africa, ha tutto quello che serve per imporsi anche al Milan, in ruolo, quello di regista arretrato, dove i rossoneri sono in sofferenza da anni (da quando cioè se ne sono andati Pirlo e Van Bommel).

Difficile, se non impossibile, dare una valutazione sui nuovi acquisti offensivi. Leao, giunto per 28 milioni, ha visto il campo per pochissimi minuti a Udine. La cifra investita per l'attaccante portoghese è comunque da non sottovalutare: basti pensare che è la più elevata di tutto il mercato rossonero.

Rebic è arrivato nelle ultime ore del calciomercato, grazie allo scambio alla pari con Andrè Silva. Il croato è una seconda molto rapida e forte fisicamente, ha fatto bene nel Francoforte, ma non in Serie A: appena un gol in 14 partite (era la stagione 2015-2016 con le maglie di Fiorentina ed Hellas Verona). Rebic, che oggi ha 26 anni, è cresciuto molto come calciatore e come uomo, è stato tra i giocatori più interessanti della Bundesliga, ha vinto una Coppa nazionale tedesca ed è arrivato in finale al mondiale con la Croazia. Se riuscirà a confermarsi ad alti livelli e a capire gli schemi di Giampaolo, non si può sapere, ovviamente, visto che il croato non ha ancora potuto vestire la maglia del Milan. Di sicuro, è ingeneroso e sciocco emettere sentenze e parlare di "acquisto sbagliato", come alcuni hanno già fatto. Rebic infatti arriva in prestito biennale al posto di Silva, uno che nel campionato italiano ha realizzato la miseria di 2 gol in una stagione. Fare peggio sarà impresa ardua, se non impossibile.

Che voto dare, in definitiva, al mercato rossonero? Non la sufficienza, sia perché non sono stati presi né campioni né presunti tali, e nonostante ciò sono state spese cifre importanti; sia perché ci si sarebbe aspettati un terzino destro e un centravanti, che invece non sono arrivati, nonostante le difficoltà evidenziate da tempo dai titolari nei due ruoli, Calabria e Piatek. D'altro canto, però, la società è riuscita - lasciando andare i parametri zero - a liberarsi di ingaggi pesanti e ad abbassare drasticamente l'età media della rosa, migliorando la qualità del centrocampo (dove si confida nel recupero di Bonaventura). Per queste ragioni, per ora è un "5 e mezzo": se è un voto troppo basso o troppo alto, come ovvio, sarà la Cassazione, cioè il campo, a dirlo.