Quando qualcuno si spinge a dire che l'allenatore conta poco o nulla, perché basta avere i giocatori buoni per ottenere i risultati, si potrebbe citare il caso del Bologna. Con Inzaghi in panchina, non aveva né gioco, né anima e sembrava ormai condannato alla retrocessione in B. Con l'arrivo di Mihajlovic, non solo gli emiliani hanno fatto una quantità impressionante di punti e sono a un passo dalla salvezza matematica con largo anticipo, ma in questo momento sono una delle squadre più difficili da affrontare, tra le più in forma del campionato insieme all'Atalanta. Coincidenza vuole che sia Inzaghi, sia Mihajlovic hanno allenato, con scarsissimi risultati, sulla panchina rossonera.

Milan-Bologna si disputerà lunedì sera, nel posticipo della Serie A. Se gli emiliani vi arrivano euforici, i giocatori del Milan - in ritiro punitivo per gli scarsi risultati e alcuni comportamenti poco professionali - si presentano depressi, distratti da questioni extracalstiche, quasi rassegnati al peggio. Eppure, a quattro giornate dalla fine del campionato, con il quarto posto che virtualmente è ancora in bilico, e davanti al sempre presente pubblico del Meazza - giustamente inferocito per le ultime 8 partite - fare l'ennesima figuraccia è vietato. 

Atalanta e Roma, in questo momento, sono le grandi favorite per arrivare in zona Champions e non solo perché in classifica hanno superato la squadra di Gattuso. La meriterebbero di più i bergamaschi, non più squadra sorpresa, ma club solido, in grado di battersi con le big nonostante budget ridotti. Una squadra, l'Atalanta, che anche quando non vince dà spettacolo. L'unica, quest'anno, tra le italiane, a mettere davvero in difficoltà la Juventus, a meno che non si voglia dar peso alle sconfitte bianconere contro Genoa e Spal...

La corsa al quarto posto è dunque complicatissima per i rossoneri. Troppi i punti buttati nel corso della stagione e, recentemente, contro l'Udinese (in casa) e il Parma (pareggio subito a due minuti dalla fine). Nessuno, né tra i tifosi, né tra i giocatori, né tanto meno Gattuso, sembra più credere da un pezzo alla quarta posizione, che significherebbe di nuovo partecipazione alla Champions dopo ben 6 stagioni. Ma è obbligatorio comunque provare a scuotersi, fare qualcosa di dignitoso, non ripetere le prestazioni indegne offerte nelle ultime 8 partite. La striscia di gare imbarazzanti sarebbe in verità più lunga, a essere precisi: contro Sassuolo e Chievo, pur vincendo, il Milan è riuscito a giocare malissimo, facendo gol a ogni tiro e difendendo con grande affanno.

Sono finiti i tempi in cui ogni pallone calciato verso la porta si insaccava in rete. Piatek, che era partito con numeri fenomenali, è quasi sparito dai radar, Cutrone si impegna ma non incide più di tanto. I tre giocatori di maggiore qualità - Suso, Paquetà e Calhanoglu - ultimamente non ne indovinano una. Insomma, domani sera scordiamoci il bel gioco, scordiamoci il possesso palla e quant'altro di raffinato a livello estetico. Servirà una prova di grande carattere, serviranno quell'impegno e quella dignità clamorosamente mancati a Torino e non solo. Nessuno si illuda che il Bologna, quasi salvo, regalerà qualcosa: non sarebbe corretto e in ogni caso non avverrà. Oltretutto in panchina c'è un certo Mihajlovic, un buon allenatore, uno che dal Milan fu cacciato a 5 giornate dalla fine e nonostante avesse raggiunto la finale di Coppa Italia da disputare contro la Juventus. Un'umiliazione - inflitta dalla vecchia società di Berlusconi - che il serbo non ha mai dimenticato.

Gli eventuali tre punti potrebbero non servire ai rossoneri per il quarto posto e non essere sufficienti per la corsa all'Europa League, ammesso che alla società interessi qualcosa della seconda competizione continentale. Ma sono comunque tre punti indispensabili per dare un senso a questo mese di maggio. I tifosi del Milan, già inferociti coi giocatori, non accetterebbero l'ennesima umiliazione.