Potrebbe già essere agli sgoccioli l'avventura in rossonero di Bakayoko. Il centrocampista francese ha indispettito non poco la società con gli ultimi comportamenti. Dapprima la maglietta di Acerbi esposta ai tifosi del Meazza al termine della gara con la Lazio e la conseguente, pesante multa. Qualche giorno fa, l'arrivo in grave ritardo all'allenamento di Milanello, forse, tra l'altro, nemmeno un episodio isolato. Sarà addio a fine stagione? Non è sicuro, ma la voce è sempre più insistente.

Bakayoko è arrivato al Milan la scorsa estate con la formula del prestito oneroso e il riscatto fissato dal Chelsea intorno ai 35 milioni di euro. L'ingaggio lordo del francese si aggira intorno ai 12 milioni. Cifre alte, certo, che però, se paragonate a quelle di altri elementi della rosa del Milan, fanno meno paura. Basti pensare che Montolivo, che non ha mai giocato, ha uno stipendio di 5 milioni. Biglia, giocatore di 33 anni, in calo clamoroso, ne percepisce 7. Lo stesso Bertolacci, che il campo l'ha visto col binocolo, ha un compenso che supera i 4 milioni. 

Insomma, per la società il vero problema è rappresentato dai dubbi sul giocatore e sull'uomo Bakayoko. Eppure l'ex del Monaco è stato protagonista di una stagione decisamente positiva, è stato tra i pochi a salvarsi anche nei momenti bui. Persino a Torino, forse la peggior partita stagionale del Milan, il francese è stato praticamente l'unico a battersi in mezzo al campo, si è trasformato anche in attaccante aggiunto, sfiorando il gol in ben due occasioni.

Bakayoko non è un mago nell'impostazione, ma per numero di palloni recuperati, dinamismo, personalità, resistenza e forza fisica, ha dimostrato di avere pochi eguali in Serie A e nessuno nella rosa di Gattuso. Una società attenta non avrebbe dubbi nel riscattarlo, magari chiedendo all'ex giocatore del Monaco un piccolo sforzo economico, cioè una riduzione dello stipendio. Se Bertolacci è costato 20 milioni quattro stagioni fa, come può un nazionale francese reduce da un'ottima stagione valere meno di 35 milioni? Oltretutto, visto il livello bassissimo del centrocampo rossonero, trovare un sostituto all'altezza sarebbe un'impresa assai ardua.

Fuori dal campo, Bakayoko non è e non sarà mai un santo, questo è fuori discussione. La dirigenza e l'allenatore devono aiutarlo nella maturazione. Ma rinunciare al giocatore per i fatti extracalcistici delle ultime settimane, ignorado quanto di buono ha fatto sul campo, sarebbe un errore madornale. L'ennesimo degli ultimi anni.