Primi gol e prima vittoria dell'anno per il Milan, che non assaporava i 3 punti da ormai un mese. I rossoneri erano riusciti nell'impresa di non segnare per oltre cinque ore consecutive: l'ultima rete era stata quella di The Hernandez a Parma. Poi il buio assoluto, certificato dal clamoroso 5-0 subito sul campo dell'Atalanta nell'ultimo match del 2019.

Troppo presto per dire che quella di Cagliari è stata la gara della svolta per la squadra di Pioli, ma non c'è dubbio che il successo sia stato più che meritato. Certo, il club rossoblù era reduce da 3 sconfitte consecutive (quella di oggi è stata la quarta), ma è pur sempre la sesta forza del campionato, sta molto bene fisicamente, ha un gioco interessante e una rosa di buonissimo livello. Basti pensare a Nainggolan (ex Inter), a Rog (ex Napoli), Pellegrini (in prestito dalla Juve), nonché Nandez (tra le rivelazioni del girone d'andata, anche se il centrocampista è costato ben 18 milioni di euro - un record per i cagliaritani). Insomma, non è certo un caso se la squadra di Maran si trova nelle zone altissime della classifica, in posizione utile per disputare la prossima Europa League.

Un'Europa che adesso è diventata possibile anche per il Milan. Quattro i punti che separano i rossoneri proprio dal Cagliari: un distacco non incolmabile, considerando che c'è un intero girone di ritorno da disputare. Non incolmabile, soprattutto, se questo sarà lo spirito dei giocatori del Milan anche nelle prossime partite.

Oggi pomeriggio si è finalmente vista una squadra ben messa in campo, compatta, ordinata, attenta in difesa, concreta in attacco. E anche la fortuna ha girato per il verso il giusto. Il gol che ha sbloccato il match è arrivato dopo 40 secondi della ripresa su un tiro debole di Leao che ha trovato una deviazione decisiva della difesa cagliaritana. A mettere al sicuro il punteggio (si fa per dire "al sicuro", visto che mancava ancora mezz'ora alla fine) è stato l'uomo più atteso, Ibrahimovic, con un diagonale secco che non ha lasciato scampo a Olsen. Poi il Milan, a differenza di quanto spesso avvenuto in passato, è riuscito a gestire tranquillamente il risultato, senza mai rischiare praticamente nulla. L'esatto contrario di quello che era accaduto con la Sampdoria al Meazza meno di una settimana fa, con gli ospiti che avevano prodotto almeno 5 occasioni da gol clamorose.

Tutto merito di Ibrahimovic? Anche, ma non solo. Lo svedese ha disputato una gara di altissimo livello, facendo tutto quello che si chiede a un attaccante: segnare, fare assist, proteggere palla, dare una mano al centrocampo, ecc. ecc. Partita da "8" in pagella quella di Ibra, che è stato semplicemente esemplare. Se Piatek avesse fatto anche solo la metà dello scandinavo in questo campionato, il Milan sarebbe in ben altra posizione di classifica. Ma è evidente che stiamo parlando di giocatori completamente diversi. Uno è stato un campione di livello mondiale che a 38 anni può dire ancora la sua; l'altro, Piatek, è un giocatore che ha disputato appena cinque mesi ad alto livello prima di avere un crollo fisico (e psicologico) inspiegabile. Prima di cedere il polacco al primo che capita, però, il Milan farebbe bene a cercare di recuperarlo. L'arrico di Ibra, in questo senso, potrebbe aiutarlo tantissimo. Ammesso che Piatek abbia voglia di mettersi in discussione e imparare dallo svedese. Difficilmente l'ex attaccante del Genoa diventerà un campione, ma se solo avesse metà della voglia di vincere di Ibrahimovic, potrebbe ancora trovare spazio nel Milan e ricavarsi un posto da titolare, magari proprio al fianco del numero 21. Se invece è lui stesso il primo a non crederci, tanto vale valutare eventuali offerte.

La vittoria di Cagliari non è stata - dicevamo - solo merito di Ibrahimovic. Escluso Calhanoglu (ancora una volta impalpabile: ci si è accorti di lui solo al momento della sostituzione), tutti hanno disputato una gara sopra la sufficienza. Ma una nota particolare la meritano Bennacer e Castillejo. Il centrocampista algerino è stato protagonista assoluto: ha mostrato grinta, personalità, coraggio. Ha protetto la difesa e impostato l'azione, proiettandosi spesso anche in avanti. Ha sbagliato pochissimi palloni ed è stato un riferimento fondamentale per tutta la squadra. Prova encomiabile. E benissimo ha fatto anche Castillejo. Lo spagnolo (finalmente preferito al connazionale Suso) ha disputato una partita di grande sacrificio. Ha corso per tutta la fascia destra dal primo all'ultimo minuto, ha lottato su ogni pallone, è stato quasi sempre molto lucido nonostante il grande dispendio di energie. Con Castillejo in campo la sensazione è stata quella di una squadra molto più equilibrata e con un'identità precisa. Se lo spagnolo continuerà così, potrà essere un valore aggiunto per Pioli, che fin qui non gli aveva dato molta fiducia.

Qualche parola infine su Leao.
Anche oggi il giovane attaccante portoghese non ha brillato per continuità e concretezza, ma a tratti è riuscito a dare comunque il suo contributo alla squadra. Pur fortunoso, il gol potrebbe aiutarlo in una crescita che sin qui è stata molto lenta, più lenta del previsto. Chissà che la presenza di Ibrahimovic non lo aiuti in questo percorso.