Cazzeggio maturato in riva al mare...
_*_*_

    • CAMMINARE

C’è un senso di nuvole lievi su un cielo sereno. Saluti, non certo cercati, eppure imminenti, in questo frugare ricordi tra vicoli e case. Un quasi distante sentire che fa nostalgia di voci udite e taciute ormai per sempre, eppure, di echi rimasti, ci punge un dolore e un piacere.

_*_*_

    • UN GIORNO UN PO' COSÌ

Il cielo è d'un grigio striato d'azzurro e si svela tra cime di alberi, pigri ed immobili a brezza leggera e piacevole. Il sole, da dietro le quinte, aggiusta le luci, incerto su scelte da fare, accentua e attenua gli effetti sul giorno. Ho sonno. Non tanto ma basta ad ottundermi i sensi: la notte è trascorsa irrequieta di sogni incerti. Il rito, ché di questo si tratta, del panzerotto alla ricotta al bar Iudica e Trieste, è stato officiato nei dovuti modi, dopo le incertezze dei primi giorni, e questo è un buon segno e, adesso, perfino il sole si sporge un pochino, affacciato a un balcone di panna di nuvole soffici, appena cangianti alla luce, dal grigio iniziale.

_*_*_

    • IL CACTUS

All’entrata principale del parco cittadino fa male un'assenza: l'immenso cactus nel giardino dell'ultima casa di fronte al Politeama, prima di varcare i cancelli, è sparito: ucciso dal nuovo proprietario che, forse, lo riteneva inutile. Mi ha accompagnato da tutta una vita. Quando bambino, pieno di curiosità e di gioia, venivo condotto in questo immenso giardino comunale, con i due leoni in terracotta ad accoglierti poco distanti dall'ingresso che, forse, vincendo la timidezza, avrei potuto cavalcare per qualche secondo. Oppure a guardare le giostre girare al ritmo di musiche sempre assordanti e alla voce dell'imbonitore a richiamare genitori e bambini. O, ancora, intimorito e incuriosito dalle piste dell'autoscontro o ingolosito da fantastici coni gelati che non potevamo permetterci.
E in altri tempi. Quando adolescente me ne stavo con il gruppo che frequentavo - amici, amici di amici, compagni di scuola o di squadre di calcio - a cazzeggiare su tutto, seduto sui gradini del cinema (Politeama) o quelli, tra i due leoni in terracotta, che, varcato l'ingresso del parco, ti portano alla lieve altura centrale da cui ammirare - dopo avere percorso un centinaio di metri, tra il verde dei viali e, quello un po' corrotto da un po' di ruggine, delle panchine - la grande spianata centrale, con il palco della musica e il laghetto dei cigni. O, ancora, nelle estati dei miei primi ritorni, quando mi ritrovavo a girovagare con loro, rimasti alla loro vita, a mischiare, nei consueti discorsi, e mie incertezze lontane e un anno del loro mutare. Il cactus era sempre lì. Silenzioso e presente. Compagno di un gruppo chiassoso. E mi manca perché, dopo, è rimasto come punto di riferimento, nel mio invecchiare e nei miei ritorni recenti. Non c'è più. Quell'amico verde e succulento non c'è più. Lo cerco sempre, istintivamente, nel passare vicino a quel posto e ne avverto l'immediato disagio della sua assenza.

_*_*_

    • PARLANDO, ORA, DI CALCIO… DAVID SILVA… MESSI...

Buone notizie le prime arrivate. Il Covid oramai sconfitto, a detta di qualche incauto luminare, custode della salute di qualche ex Presidente del Consiglio, e di qualche leader illuminato del celodurismo recente, in contrasto con le consuete cassandre, disfattiste e malevoli, lasciava pensare ad un ritorno alla normalità anche negli stadi. La prima notizia di mercato avvicinava un apprezzatissimo, da me, tanto da seguire le partite del City anche per quello, fantasista, al campionato italiano, anche se non all'Inter. Certo, David Silva ha ormai 34 anni ma i piedi sono sempre quelli delle sue raffinate giocate. Alla Lazio. Va bene comunque, mi dicevo, purché arrivi. Noi abbiamo già Eriksen, mi dicevo, prendendomi in giro con un po' di amarezza, visto quanto ero stato contento del suo arrivo e delle potenzialità che avrebbe potuto manifestare, aiutandoci nella qualità di un gioco non brillantissimo, soprattutto dopo avere perso Sensi, e constatando quanto poco venisse utilizzato in realtà. Poi, si parlava di inserimento della Juve… Meno bene, mi dicevo. Comunque, meglio alla Juve che niente. Poi… nulla. Quindi: niente?
Detto questo, sentivo perfino dell'accostamento di Messi all'Inter e ridacchiavo tra me e me pensando al ragazzotto di Rosario schierato da mediano, come Eriksen nelle prime uscite, fare l’interditore nel 5-3-2 o 3-5-2. Che pazza estate, mi dicevo. Nulla di nuovo rispetto alle altre però: le follie del calcio oramai esistono più nella narrativa giornalistica che nella realtà, fatta di conti (non nel senso di Antonio, Giuseppi...), bilanci, programmi di dare e avere che alla fine devono (quasi) quadrare. Speriamo che almeno Silva, a calcare i campi italiani, ce lo si possa permettere e lo si possa ammirare.

_*_*_

    • MEGLIO MASSIMO 48 CHE ANTONIO CONTE

Ad un certo punto, mentre ero al mare, con connessioni internet racimolate con difficoltà nelle mie giornate piene di altro e di calcio giocato, più che parlato, a fine stagione il colpo di scena: Antonio Conte lascia intuire che sta per lasciare la guida dell'Inter. Adesso, ammetto, per chi non lo avesse capito, che io sono abbastanza critico nel valutare la stagione appena conclusa, anche se le ultime partite in Europa League, pur con la sconfitta nella finale, hanno immesso tanta positività ad attenuare questo mio sentire, ma non avevo mai messo in discussione il nostro Antonio allenatore, pur criticandone spesso le scelte (io sono un anonimo tifoso e lui un allenatore affermato, tanto per ribadire quanto valgano le mie critiche), né una sua possibile fuga... prima della vittoria. Questo mi ha amareggiato e deluso. Ma ci tornerò più in là, quando approfondirò e spiegherò i motivi della "mia" valutazione non positiva dell'annata.
In contemporanea, per motivi che mi sfuggivano, perché la mia connessione internet al mare non mi permetteva di indagare, vi è stato, in un momento in cui ho potuto connettermi alle pagine di VxL, una fase terrorizzante ad una prima lettura: Arsenico17 affermava di abbandonare (se ricordo bene a causa di Nostalgico Rossonero e di Carlo Iacono) e lo stesso faceva Massimo 48, che, almeno, poneva qualche condizione (il ritorno di Arsenico17 e Nostalgico) alla scrittura attiva su VxL. Io, per quanto apprezzassi questa situazione da thriller estivo e comunque mi dolessi perché tutti quelli coinvolti sono da me apprezzati, chi per ormai consolidata conoscenza chi, di presenza più recente come Carlo Iacono, per qualità di scrittura, non potendo indagare a causa della mala connessione internet, tornavo alla lettura dei miei complicatissimi thriller che, a confronto, erano diventati quasi dei banalissimi romanzetti.
Dalle mie intermittenti connessioni al sito venivo a sapere quasi subito che Arsenico17, chiaritosi con Carlo Iacono (ma non con Nostalgico, che nel quadrangolare si era però chiarito con Massimo 48) recedeva dal proposito di abbandono e, proprio mentre ne gioivo, Antonio Conte enunciava i suoi dissapori e annunciava i suoi propositi, mica tanto velati, di abbandono (mai citando di voler contemporaneamente e signorilmente rinunciare al mucchietto dei milioni dei restanti due anni). Per fortuna, sia Massimo 48 che Antonio Conte, ci hanno ripensato. Ecco, nella mia scala di soddisfazione, il fatto che Massimo abbia deciso di rimanere (giustamente) a scrivere su VxL ha un valore di 100%. Il ripensamento di Antonio Conte, forse perché non ho capito quanto limpido sia tale proposito, inficiato da norme contrattuali per cui entrambi le parti avrebbero combattuto per lasciare all'altra parte poco da portarsi a casa, ha un valore nettamente inferiore, nella mia scala di gradimento. Certo, la mia speranza è che il chiarimento sia totale e che società e allenatore vadano avanti d'amore e d'accordo ma, quando provo a percorrere questo pensiero per tirare avanti, la mia mente zoppica un po'. Che volete farci.
In passato anche Mourinho, dopo aver vinto tutto, ci abbandonò mentre eravamo ancora lì a festeggiare. L'ingenuo Massimo Moratti - che strano vero? - pretese tutti i soldi della clausola rescissoria (15 milioni) dal buon José (pagati poi da Florentino Perez, presidente del Real Madrid). Certo, le differenze sono vistose: "dopo aver vinto tutto" e "clausola rescissoria". Differenze che hanno un peso enorme, credo.

_*_*_

    • PERCHÉ NON FACCIO SALTI DI GIOIA, NEL VALUTARE LA STAGIONE DELL'INTER?

Beh, uno dei motivi è che la stagione è finita mentre ero al mare e che durante le mie lunghe camminate veloci sulla sabbia, un po' per stare lontano dalla calca e un po' per mantenere il tono delle mie gambe, mi si era gonfiata una caviglia per una leggera distorsione. Cosa che mi impediva quel movimento che sottolinea la gioia quasi assoluta, specie in uno sport… Un gesto saturo di soddisfazione. Non vi ho convinto vero? Beh, era solo un maldestro tentativo, anche se le mie condizioni fisiche, in quella settimana, erano davvero quelle. Ecco. Alcuni parlano di buoni risultati e di un secondo posto ad un punto dalla Juve, regina del torneo. Una quasi vittoria, insomma.
Diciamo che, per chi è nato oggi, o da due anni a questa parte, questo può essere verosimile: quando, inconsapevole di come è andata davvero l'annata, non avendola vissuta, leggerà la classifica tra qualche anno e, se avrà scelto i colori nerazzurri della beneamata, si potrà dolere di questo successo sfuggito per un soffio. Noi che abbiamo già qualche anno in archivio, personalmente perfino tanti, non potremo non ricordare che, pur per motivi non tutti ascrivibili ai nostri meritevoli propositi, una valutazione il quel senso è estremamente mendace. Abbiamo mancato tutti gli snodi per poterci portare a competere realmente fino alla fine e il punto di distanza è solo dovuto alla frenata assoluta della Juve, già vincitrice, nelle ultime partite. Per alcuni periodi pre-covid è stata la Lazio la credibile antagonista della vittoria finale, per la Juve. Noi stavamo già seminando inopinatamente, come spesso ci è capitato in anni recenti, punti preziosi per strada. Il fatto che non potessimo, sulla carta, sperare in una vittoria finale mi trova d'accordo ma, se la carta confermasse sempre sul campo quanto afferma, basterebbe stilare una classifica su quella base e dedicarci ad imparare i lavori ad uncinetto (?) per passare il tempo, tra la classifica di una stagione e un'altra. Mai come quest'anno c'è stato un balbettio, da parte dei favoriti, nel cantare quanto si affermava sulla carta e, se noi non ne abbiamo approfittato, è perché, oltre che balbettare anche noi, stonavamo spesso.
Al contrario di tanti, tra cui - ma a difesa - l'amico Indaco32, non ne faccio carico al solo Antonio Conte. A lui va la responsabilità, non poca, che compete ad un allenatore, ma Proprietà (economicamente) e Società (gestionalmente) vanno ad essere coinvolte. Non discuto l’allenatore, né il suo valore, provato dai successi ottenuti. Magari il carattere e le estemporaneità, non sempre le trovo apprezzabilissime. Come il suo disimpegnarsi di fronte ai problemi (sconfitte) e il suo parlare di carri su cui solo lui e pochi altri hanno diritto di salire (in presenza di vittorie?).
Diciamo subito che la mia gioia di vedere in rosa uno come Eriksen non poteva essere frustrata maggiormente dal mio allenatore. L'averlo schierato in mediana o, infine, nei soli cinque minuti finali, in alcune partite già compromesse, come un primavera all'esordio in prima squadra, solo per far capire a chi di dovere (Marotta?) che è lui che decide e che i suoi desiderata erano altri, mi ha un po' nauseato di rabbia. Ma, ricordo, io sono un tifoso e lui un allenatore apprezzato, ricercato e ben pagato, e questo spiega da solo il valore e il peso delle mie affermazioni e delle sue scelte.
La gestione dei cambi di alcune partite - tra cui la finale dell'Europa League, dove ai ritmi di quel maledetto secondo tempo avrebbe potuto inserire, se non l'odiato (sportivamente) Eriksen, almeno Borja Valero, che di tecnica ne mastica quanto quella mostrata dagli avversari, se non di più - è stato un punto debole, quasi un non volere prendere atto di una diversa chiave di lettura di quanto avveniva in campo. Ovviamente a mio parere. Anche alcune rigidità tattiche, dovrebbero essere un tantino ammorbidite. Detto questo, ricordiamo che lui aveva chiesto, per il suo progetto tecnico, Dzeko e Vidal, come punti forti, quasi quanto Lukaku. Per quanto io voglia essete critico nei confronti del salentino, devo ammettere che, con quei due acquisti, la stagione poteva essere ben più interessante.

_*_*_

    • ICARDI, LUKAKU, DZEKO, VIDAL...

Qua mi tolgo subito il pensiero affermando - ma non state a soffermarvi indispettiti e andate oltre a leggere - che ritengo Icardi ben più forte di Romelu Lukaku, come tecnica individuale e come potenza realizzativa. Lo so di avere fatto un commento che, per sua propria affermazione, farà impazzire, temporaneamente e, spero, per il minor tempo possibile, l'amico interista Indaco32. Non lo dicessi, sarei un ipocrita, proprio perché ho letto il contrario. Ho apprezzato e apprezzo Lukaku e penso che non sia, tra l'altro, stato utilizzato al meglio delle sue possibilità. Lo faccio per dare contro ad Antonio Conte e dare, così, il colpo di grazia alla stabilità mentale di Indaco? No, non sono così stupido (credo) né così cattivo. Lo faccio per spiegare il perché Antonio Conte ha qualche ragione di lamentare alcuni mancati acquisti.
1) Lukaku da fermo, non essendo tecnicamente impeccabilmente "educato", è controllabilissimo, a meno che, come in Europa League, non gli si permetta di fare la migliore partita della stagione, cercando non di marcarlo in anticipo, e approfittando della tecnica non sopraffina, ma mettendola sulla forza fisica, dove il nostro centravanti è imbattibile. Per questo dico che è stato utilizzato male. Se da fermo è controllabilissimo, lanciato in movimento - per la forza fisica, la potente progressione e, anche, la "discreta" caratura tecnica e precisione balistica - diventa letale. Il fatto di essere impiegato come punto di riferimento, quindi prevedibile oggetto di lanci lunghi da parte dei compagni, lo limita, per i motivi di cui sopra. Il fatto che non vi sia nessuno che possa caricarsi di quel compito, costringe Conte ad utilizzare lui - a mio parere - in modo limitante. Il limite di Conte, semmai, è quello di non avere una soluzione di gioco alternativa, in certi frangenti.
2) Dzeko tecnicamente è impeccabile e fisicamente fortissimo. Può essere punto di riferimento e regista offensivo per permettere a Romelu Lukaku di essere devastante arma letale, chiamato in causa non da fermo ma in movimento. Romelu è anche un generoso e permetterebbe all'intelligentissimo Dzeko di fare anche cospicuo bottino suo, nella conta delle realizzazioni.
3) Arturo Vidal sarebbe stato imprevedibile incursore e strenuo lottatore, a volere di Conte, aggiungendo carattere e giocate, a smuovere i momenti critici e sabbiosi di alcune partite. Cosa che fa l'ottimo Barella, anche se con minore esperienza.
Ecco perché, pur avendo esultato prematuramente e istintivamente, per l'arrivo di Eriksen, che se voluto anche dall'allenatore, come erroneamente presumevo, avrebbe significato un arricchimento della qualità tecnica e di gioco, essendo un "fantasista", e, avendolo fatto vanamente, concedo alcune attenuanti ad Antonio Conte nel suo essere pazzo, in alcune sue uscite, almeno quanto la consueta Pazza Inter, che sotto la sua gestione non avrebbe più avuto modo di mostrarsi… a suo dire.
Mettiamoci pure l'importante infortunio che ci ha privato di un giocatore delle qualità di Sensi (per non parlare di quanto di drammatico ha sconvolto l'intero pianeta, giusto per rimanere nella leggerezza di un cazzeggio) nella difficile valutazione stagionale e aspettiamo la seconda stagione dove, spero, si alzi ulteriormente il tiro su qualità di gioco e obbiettivi e si guardi con un po' più di fiducia ai propri mezzi.

***
Un immenso grazie, di cuore, a Jea Bercigli che ha reso possibile l'utilizzo della mia copertina personalizzata.