L'Italia di Roberto Mancini, nonostante qualche passo in avanti, non è riuscita a vincere l'amichevole giocata contro l'Ucraina. Dopo essere andata in vantaggio, la squadra di Mancini, si è vista raggiunta su un calcio piazzato, che negli ultimi tempi è sembrato uno dei talloni d'achille degli azzurri.

Per questa gara amichevole, l'ex allenatore di Inter, City e Zenit, ha preferito schierare una formazione senza terminali offensivi, quindi panchina per Immobile e Zaza. Solito schieramento difensivo, con Florenzi, Bonucci, Chiellini e Biraghi. Jorginho, Barella e Verrati a centrocampo, Chiesa, Bernardeschi e Insigne in attacco.

La squadra azzurra, sin da subito, ha provato a mettere sotto pressione la difesa ucraina, riuscendoci per almeno metà della prima frazione. Qualche off-side di troppo,e gli errori sottoporta non hanno però concesso ad Insigne e compagni di passare in vantaggio. Buona anche la prestazione di Pyatov, portiere ucraino, che ha negato più volte la gioia del gol all'Italia. Dal punto di vista difensivo la squadra ha concesso nulla agli avversari, con Donnarumma totalmente inoperoso. Nella ripresa, dopo un sonnolento inizio, la conclusione senza pretese di Bernardeschi viene trasformata in rete dall'errore del portiere dell'Ucraina. Il vantaggio è si meritato, ma arrivato con la solita azione estemporanea. Il guaio, però, è che l'Italia continua a giocare in maniera discreta fino ai 30 metri, ma diventa incredibilmente(ed insopportabilmente) leziosa quando deve andare a concludere. Su una uscita sbagliata, poi, la difesa azzurra concede la conclusione all'attacco dell'Ucraina. Donnarumma riesce a respingere in calcio d'angolo. Dallo stesso, dopo una sponda di testa, è Malinovskyi a trovare la conclusione giusta ed a battere il giovane portiere rossonero. 

L'Italia prova a tornare in partita, ma le occasioni non saranno più cosi nitide, nè il gioco cosi fluido come nel resto della gara. Neanche gli ingressi di Immobile, Bonaventura e Berardi hanno cambiato le cose, e cosi, nonostante una partita, nel complesso, ben giocata, Mancini deve ancora rinviare l'appuntamento con la vittoria che manca ormai da 5 mesi.

Lo abbiamo già detto, c'è stato qualche passo in avanti rispetto alle ultime uscite in Nations League, ma l'Italia è ancora lontana dalla squadra che vorremmo vedere, e dalla quale ripartire per affrontare le qualificazioni ai Campionati Europei. Le note positive arrivano sopratutto dai giovani. Ottimo l'esordio di Barella, che dimostra di poter diventare un'alternativa importante per il centrocampo azzurro. Positivo anche l'impatto di Verratti, che finalmente, liberatosi dai compiti difensivi del mediano, è stato schierato da mezz'ala ed ha dato l'impressione di poter dare un ottimo contributo.

Da decifrare la prova dei 3 davanti. Ci sono stati degli ottimi movimenti, ottime giocate armonizzate, ma spesso, troppo spesso, difetti nei tempi di scarico della palla, con una infinità di fuorigioco e degli errori di misura che non hanno permesso di concludere l'azione in maniera positiva. 

Difensivamente si può dire poco, anche se c'è da sottolineare come l'attacco dell'Ucraina non sia stato propositivo, anzi, la squadra di Shevchenko ha badato molto a difendersi, e quelle poche volte che ha attraversato la metà campo, ha provato qualche giocata individuale. Sicuramente positivo Florenzi, che ha avuto più lucidità di Biraghi quando c'è stato da spingere. Il terzino della Fiorentina non sembra ancora del tutto pronto ad affrontare delle partite di alto livello. 

Adesso, Domenica, si fa sul serio. La sfida alla Polonia, in trasferta, è un crocevia importante della gestione Mancini. Una sconfitta, ma anche un pareggio, metterebbe in crisi la situazione degli azzurri, con il rischio retrocessione in Lega B che sarebbe una ennesima umiliazione per tutto il movimento. Vincere deve essere un imperativo categorico, e la ricerca della vittoria l'assoluta priorità. C'è ancora tempo per sperimentare, per capire chi merita e chi no questa maglia, ma una figuraccia sarebbe un boomerang anche per il CT, che in questa avventura, c'è da dirlo, sta mettendo a disposizione tutta la sua esperienza e le sue conoscenze.

Scacciamo via questa paura, scacciamo via i fantasmi del passato e ripartiamo. Perchè l'Italia non può dover soffrire cosi, l'Italia deve essere temuta e rispettata.. da tutti.

Menzione a parte, infine, merita lo splendido pubblico di Genova, che si è ritrovato in questa occasione per ricordare le vittime del Crollo del Ponte Morandi. Suggestivo, al minuto 43, l'applauso che gli spettatori hanno riservato al ricordo delle 43 persone che hanno perso ben più di una gara di calcio. 

Il calcio è e rimane uno sport, un divertimento, ed un metodo di aggregazione. Sopratutto quando viene utilizzato per fini cosi nobili.

Vincenzo Tripodo