Marcello Chirico, autorevole esponente della Juventinità, ha posto l'accento sul momento della Juventus, sottolineando come i rischi delle ripercussioni delle inchieste che coinvolgono Cristiano Ronaldo e i dirigenti per il caso biglietti siano il sintomo di un nuovo attacco alla società bianconera. C'è il rischio di una nuova calciopoli?

Partiamo dal presupposto che non mi sono mai piaciuti i vittimismi, sopratutto di chi, una decina di anni fa, ha subito un processo sia sportivo che penale per lo scandalo ribatezzato come "Calciopoli", ma c'è da dire, provando ad analizzare con onestà intellettuale la situazione, che la sovrapposizione delle inchieste è quantomeno singolare.

In primis, la situazione del fenomeno portoghese. Uno scandalo che ha le proprie radici ben 9 anni fa. Al momento, senza prove concrete e con indagini e testimonianze in corso, sarebbe sbagliato dare un giudizio definitivo. Si può provare ad esporre un pensiero personale. Io sono convinto che nella campagna #metoo, qualcuno che abbia cavalcato l'onda ci sia sicuramente stato. Piuttosto strane e difficili da decifrare sono le tempistiche di questa inchiesta. Come mai, in 9 anni, questa rivendicazione della violenza viene portata all'attenzione mediatica e giuridica solo in questo momento? Come mai negli anni precedenti, nonostante Ronaldo sia un personaggio di spessore, non è venuta fuori alcuna voce sull'argomento?

La realtà è che, probabilmente, qualcuno stia marciando sulla situazione e provando a spillare altri risarcimenti(oltre quello già ottenuto nel 2009) da un personaggio esposto, e che ha solo da perdere in una situazione del genere.  Certamente la cosa migliore da fare è attendere anche la testimonianza di CR7, che potrà chiarire in maniera definitiva i perimetri di questa vicenda.

Discorso diverso merita, invece, l'inchiesta proposta da Report, su questo presunto coinvolgimento da parte della dirigenza Juventina nella vendita di biglietti in collusione con la malavita organizzata. In questo caso ci sono già dei fatti ben chiari. Come sottolinea anche Marcello Chirico, il presidente Agnelli ha ottenuto il proscioglimento dalle accuse dal Tribunale Federale, e tutte le altre accuse verso gli altri dirigenti sono ancora da dimostrare. I servizi di Report hanno messo in evidenza qualche ombra sui rapporti con gli ultrà, ma non danno mai una certezza di questi coinvolgimenti. Sono solo supposizioni. 

Ancora una volta, provando ad utilizzare un pò di onestà intellettuale, è difficile credere che una società quotata in borsa, ed importante come la Juventus, possa arrivare a queste bassezze. Peraltro avendo molto da perdere e poco da guadagnare. Da sempre, o meglio da quando si sono formati i gruppi Ultrà, in molti hanno notato come le dirigenze abbiano intrattenuto rapporti con queste frangie della tifoseria, e questo riguarda praticamente tutte le grandi società. 

Un altro spunto di riflessione arriva dal Corriere di oggi, che parla di tasse non pagate dalla società bianconera nel 2012, con il nome di Mazzia in bella vista. La Juventus ha già chiarito che sta parlando e trattando con l'Erario per chiarire la situazione, che in sostanza riguarda delle tasse che la società ritiene di non dover pagare, mentre Equitalia sostiene il contrario. Certo che questo genere di articoli fanno scalpore, sopratutto se, come dice anche Chirico, il titolo parla di indagini sull'Amministratore delegato della società piemontese. 

Tirando, quindi, le conclusioni, appare chiaro come l'insieme di queste vicende stia gettando delle ombre sull'ottimo lavoro della Juventus e sulla indubbia forza della società bianconera. Qualche errore, sicuramente, di tutte le parti coinvolte, ci sarà stato, ma questi processi sommari a cui ci stiamo, sfortunatamente, abituando non rendono giustizia. La Juve ha pagato carissimo nel 2006 i propri errori, e nonostante la ricostruzione, la crescita costante, ed il cambio di dirigenza, viene sempre additata ed accusata per qualunque cosa la riguardi. 

E' stata una costante di questo scritto la ricerca di una onestà intellettuale che vada oltre le fedi calcistiche, e provando ancora una volta ad applicarla, anche al sottoscritto questo insieme di inchieste, di sottolineature, sembra un modo per fermare fuori dal campo chi in campo è praticamente impossibile da fermare. La giustizia, quella vera e non sommaria di giornali, tv e social, farà il proprio corso e stabilirà dove si posiziona esattamente la verità, ma nel frattempo sarebbe il caso, da parte di tutti, di fare un passo indietro e provare a guardare questa situazione da un altro punto di vista, senza puntare il dito nè sputare sentenze

La Juventus non è sotto attacco, ma probabilmente qualcuno sta tentando di assestare qualche colpo per provare a minare le fondamenta di una tra le società più forti e solide del panorama Europeo. Anche questo, forse, meriterebbe la nostra attenzione.