Nella canzone "Mi fido di te" di Jovanotti, il rapper romano pone una domanda alla quale l'umanità cerca di dare una risposta da quando si ha memoria dell'uomo: Dottore, che sintomi ha la felicità? A questa domanda, in una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha provato a rispondere Gonzalo Higuain. Nella scorsa sessione di calciomercato, l'attaccante argentino ha lasciato la Juve per accasarsi al Milan, nell'ambito dello scambio Bonucci-Caldara. La scelta di Higuain, ai più, può sembrare un passo indietro nella carriera, ma in realtà per il "Pipita" questo è un ritorno al passato. L'ex giocatore del Napoli, dopo il record di reti realizzato nell'ultima stagione alle pendici del Vesuvio, ha deciso di passare a quella Juventus che gli aveva negato la possibilità di vincere lo Scudetto. Nelle due stagioni bianconere, nonostante qualche difficoltà, Higuain ha fornito un grosso contributo alla causa vincendo 2 campionati e 2 Coppa Italia. Difficoltà riconducibili soprattutto al rapporto con Massimiliano Allegri, che non ha mai considerato l'argentino come un titolare inamovibile (come Sarri a Napoli ad esempio) e la panchina della finale di Coppa Italia della scorsa stagione è stata la prima crepa in un rapporto, a dire la verità, già fragile. Quando quest'estate Agnelli ha annunciato l'acquisto di Cristiano Ronaldo, Higuain ha capito che quel rapporto era ormai giunto alla definitiva conclusione, anche se non per sua scelta: «La decisione di andare via non è mia. Ho dato tutto per la Juve, ho vinto diversi titoli, dopo di che è arrivato Cristiano, il club voleva fare un salto di qualità e mi hanno detto che non potevo restare e che stavano provando a cercare una soluzione».

A quel punto, dopo essere stato praticamente costretto ad abbandonare la Juventus, Higuain inizia a guardarsi intorno e la corte serrata del Milan non lo lascia indifferente. Il suo arrivo in rossonero è, per il "Pipita", la grande occasione di dimostrare a tutti che in quella Juve, nonostante Ronaldo, lui avrebbe potuto dire la sua. Già il primo giorno da attaccante del Milan è stato ricco di dichiarazioni di amore e rispetto verso una società cosi importante, cosi come anche per le strutture di Milanello, definito come uno dei migliori campi su cui allenarsi in Europa. Come era prevedibile, lo spogliatoio e soprattutto Rino Gattuso lo hanno accolto benissimo, facendolo sentire da subito importante: «Un approccio bellissimo, è vero. Sono solo dispiaciuto per la classifica perché meriteremmo di stare più in alto, ma per il resto mi sento in un momento buonissimo della mia vita sia a livello mentale che professionale. Mi sento ringiovanito. Gattuso mi piace da matti, ti guarda in faccia e ti trasmette il suo amore per il calcio». 

Questo sentirsi ringiovanito è apparso evidente anche a tifosi ed addetti ai lavori, che hanno potuto constatare sin dalla prima apparizione in maglia rossonera, la straordinaria condizione fisica dell'argentino, che ci ha messo un po' a sbloccarsi, ma da subito ha dato la sensazione di sentirsi leader di questo gruppo, sensazione rafforzata anche dalle dichiarazioni ai media in cui Higuain determina degli obiettivi importanti da raggiungere sin da subito: «Io penso a vincere quest’anno, non posso aspettarne tre. Dobbiamo avere la consapevolezza di poter vincere qualcosa già in questa stagione, perché il Milan ha i mezzi per riuscirci. E se non ce la faremo, vedremo la prossima. Però dobbiamo far capire ai tifosi che siamo in grado di fare una bella annata». Parole che suonano dolci alle orecchie dei tifosi del Milan, ormai da troppo tempo abituati a vivacchiare in posizioni di classifica non altissime, alle quali comunque devono seguire i risultati, ancora troppo spesso latitanti in questa prima parte di stagione. Il Pipita lo sa ma non si nasconde, cosi come all'interno del rettangolo di gioco, cosi fuori dal campo.

La prossima partita di campionato, tra l'altro, vede una sfida tutta argentina contro Mauro Icardi, e contro quella Inter che da sempre rappresenta uno dei bersagli preferiti di Gonzalo Higuain. Anche in questo caso, però, l'attaccante rossonero parla da condottiero di un gruppo e non da primadonna: «Veramente qui non stiamo giocando a tennis, ma a calcio. Undici contro undici, non centravanti contro centravanti. Vincono le squadre, non i giocatori. Lui comunque sta facendo bene da diversi anni, ha segnato tanti gol, è giovane e ha margini di crescita. Dipende da lui continuare così. Gli auguro il meglio». Mancano, invece, solo tre settimane ad un'altra sfida in cui il "Pipita" risulta coinvolto emotivamente. l'11 di novembre San Siro sarà teatro della sfida tra Milan e Juventus ma Higuain non dimostra sentimenti di rivalsa nei confronti degli ex compagni e della società bianconera: «Il mio è un sentimento di affetto perché mi hanno trattato benissimo. Compagni e tifoseria mi hanno dato un affetto enorme. Però non ho chiesto io di andare via. Praticamente, lo dicono tutti, mi hanno cacciato. Al Milan ho avuto da subito un amore grandissimo e così mi hanno convinto». Sulle voci che si rincorrono nelle ultime settimane rispetto al ritorno di Zlatan Ibrahimovic a Milano, Higuain dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di mettersi totalmente al servizio della squadra e dei compagni: «In carriera ho avuto accanto tantissimi centravanti, mi adatto a tutto come gli altri si devono adattare a me». Chi lo sa se magari questa dichiarazione possa dare a Gattuso un idea sull'utilizzo anche di Patrick Cutrone al fianco del Pipita, che peraltro ha già confezionato assist per il giovane rossonero.

Quindi, Gonzalo, che sintomi ha la felicità?
 La felicità l'ha ritrovata in questo Milan e nelle prospettive di crescita che la società sta dimostrando di volere provare a raggiungere. Higuain è sicuramente al centro del progetto tecnico, e questa investitura lo ha reso leader consapevole e punto di riferimento per compagni e tifoseria. Qualche sasso dalla scarpa lo ha già tolto in carriera ed adesso, a 31 anni, ha anche la maturità per tentare di riportare ai fasti del passato una squadra che ha investito in maniera pesante soprattutto per il suo centravanti. In fondo, con questo scambio, ci hanno guadagnato un po' tutte le parti coinvolte. 

Vincenzo Tripodo