Tornando indietro nel tempo, al momento del sorteggio, in pochi avrebbero sospettato che il Dudelange, squadra di semiprofessionisti Lussemburghese, sarebbe riuscita nella storica impresa di siglare ben due gol a San Siro contro i 7 volte campioni d'Europa.

Nonostante le ultime, deprimenti, stagioni dei rossoneri, il Milan continua a portare sulle spalle un nome ed una storia importanti, che non fanno il paio con quanto poi dimostrato sul campo. Ieri sera, infatti, in una partita dal pronostico scontato, se considerati i valori tecnici, Gattuso ed i suoi ragazzi sono riusciti a rimediare ad una figuraccia solo nella seconda parte di una seconda frazione inguardabile.

E dire che l'avvio di gara aveva aperto scenari ben diversi, con Bonnefoi(ex Juventus e Messina ndr) croce e delizia della squadra di Topmueller, capace di respingere il doppio assalto di Higuain e di fare siglare a Cutrone una rete che negli anni 90 sarebbe finita di diritto nelle classifiche di "Vai col Liscio" della trasmissione "Mai dire Gol". Quell'episodio, però, ha contrassegnato l'ennesimo calo mentale di un gruppo ancora fatalmente fragile, sopratutto in chi vede meno il campo. Andando ad analizzare singolarmente le prestazioni dei sostituti, troviamo un Simic preciso, attento, ma ancora acerbo in alcune circostanze. Troviamo un Halilovic pigro, svogliato, e presuntuoso, interessato più a svolgere il compitino che ad incidere seriamente in una partita che rappresentava un'occasione per convincere la dirigenza a ripensare al suo status nella squadra. E per concludere, troviamo un Bertolacci improponibile. Lontano anni luce dal giocatore ammirato nelle prime stagioni di Genova. Lento, macchinoso, prevedibile e sopratutto supponente. L'idea che il suo sinistro valga più di tutto il resto, e la realtà che si esemplifica tutta in un passaggio all'indietro a Simic che nelle intenzioni era un semplice rasoterra, trasformatosi in un campanile di 40 metri. 

Delusioni, quindi, per Gattuso, in un momento di massimo bisogno, visti i continui infortuni che stanno lancinando i rossoneri, che fanno il paio con una tenuta mentale più simile a quella di ragazzini che a quella di calciatori fatti e finiti. I Lussemburghesi, dal canto loro, non fanno più di quello che sono in grado di fare, ma stanno in campo come una vera squadra, cercano di girare la palla, e pressano, corrono, sicuramente più degli avversari. E' con queste premesse che matura prima il pareggio, e successivamente il vantaggio con cui il Dudelange sogna per qualche minuto un' impresa che sarebbe rimasta negli annali del Calcio Mondiale.

Poi Gattuso, probabilmente remore della chiaccherata con Salvini nel post-partita di Lazio - Milan, ricorda che si possono effettuare dei cambi. Via i peggiori in campo, Bertolacci ed Halilovic, e dentro Mauri e Suso. L'ex giocatore del Parma, nonostante i limiti che, probabilmente, ha, dimostra quantomeno un grande carattere. Inizia a smistare la palla con velocità, a correre dietro a tutti e tutto. Suso non fa grandi cose, ma quelle poche che fa sono giuste e aiutano il Milan ad alzare il baricentro. Il resto lo fa un ottimo Chalanoglu(Il cambio di gioco del primo gol dei rossoneri è da fare vedere alle scuole calcio) e la difesa degli ospiti. 2 Autogol, un gol del turco e partita raddrizzata. Non è un caso che l'ingresso di Mauri e l'uscita di Bertolacci sia coincisa con i 4 gol realizzati dal Milan, perchè la squadra è sembrata più equilibrata, più veloce. Certo, la forza dell'avversario era irrisoria, ma alcune partite se prendono una piega storta, possono costare anche figuracce inaspettate. 

Al fischio finale il Milan raccoglie tre punti, salva la faccia, o perlomeno salva una parte della faccia, ma poco altro. Laxalt è ancora lontano dallo stantuffo che a Genova percorreva la fascia a 300 all'ora. Higuain soffre per i problemi alla schiena ed il riposo di Domenica sarà utile per presentarlo nelle migliori condizioni possibili nella sfida decisiva del Pireo. Bakayoko continua un lento percorso di crescita, che però al momento sembra quello più evidente della rosa. Poco altro... Troppo poco, se consideriamo che siamo a Dicembre e praticamente metà della stagione è già volata via. Un fallimento in ambito europeo costerebbe caro al Milan, e ancora più caro a Gattuso, sopratutto in un girone in cui le sfidanti non sono di primissimo livello.

La sfida coi greci, quindi, assume un valore assoluto altissimo. Il Milan è qualificato se vince, pareggia o perde con un solo gol di scarto, o con 2 se riesce a siglarne a sua volta 2. Ma, presumibilmente, tutto ciò che è diverso da una vittoria sarebbe un pessimo segnale per chi, da Gennaio, vorrà iniziare a fare sul serio sia in Campionato che in Europa, per tornare a livelli che al momento sembrano e sono lontani anni ed anni luce.