Negli anni 90-2000, nonostante un uso limitato del web, della rete, e dei metodi di comunicazione interattivi che, attualmente, sono plus (in alcuni casi) e minus (in molti altri) nelle gestioni societarie, nel calcio si era sviluppata una figura fondamentale alla quale la maggior parte delle società professionistiche non avrebbero mai rinunciato: l'addetto stampa.

Perchè partire proprio da una figura cosi marginale( se analizzata in maniera superficiale) per affrontare un argomento che attualmente sta scuotendo il Campionato Italiano e, nello specifico, il Milan? Beh, semplicemente perchè la mancanza di capacità comunicative sta costando, ancora una volta, credibilità ad una società giovane ma già gravemente investita da critiche. 

Quando, in estate, il fondo Elliott ha riscattato il proprio credito dalla dirigenza Cinese, impadronendosi della società meneghina, in molti vi hanno visto una sorta di liberazione, di nuovo capitolo che avrebbe potuto riportare i rossoneri ai fasti del passato. Il ritorno di Leonardo, tra chi sorrideva e chi inveiva, era sembrato ai più l'incipit di un cammino verso la giusta direzione. Se a questo, dopo solo pochi mesi, aggiungiamo il ritorno dello storico Capitano Paolo Maldini, ecco che la piazza, ma non solo, ha recitato vari "Gloria in excelsis Deo" alla vista dell'uscita da un tunnel che stava diventando infinito.Nemmeno il faraonico( e dal punto di vista tecnico scriteriato) mercato dell'estate 2017 era riuscito a ricreare tale fiducia.

Leonardo e Maldini, poi, insieme, hanno provato ad investire, per quanto possibile, alla ricerca di una quadratura che potesse consentire a Gattuso ed al suo gruppo di ottenere risultati migliori di quelli della scorsa stagione. L'acquisto di Higuain e Caldara, e la scommessa Bakayoko, avrebbero dovuto portare un mix di esperienza e qualità, caratteristiche in cui i rossoneri sono stati carenti non solo durante la gestione Fassone-Mirabelli, bensì, rimanendo stretti, nell'ultimo lustro.

Tralasciando il punto di vista Tecnico di questi primi 5 mesi di lavoro, a Novembre, l'annuncio dell'arrivo in dirigenza di Ivan Gazidis, era stato un altro tassello fondamentale per il risanamento dei conti del Milan, sfuggito alla tragicomica sentenza della Uefa nell'estate di fuoco, sotto il giogo della quale è, però, ricaduto alla vigilia del mercato invernale. In un Dicembre sconvolto dalla notizia dell'importante investimento economico per Paquetà, oltre all'accostamento alla maglia rossonera di campioni come Ibrahimovic e Fabregas, le limitazioni imposte dal FFP hanno riportato tutti, addetti ai lavori compresi, sul pianeta terra. Da quel momento, quella favola, quell'idillio riconquistato nella calda estate, sembra si stia evolvendo verso un nuovo tunnel, buio e pieno di incognite. 

Il latitare dei risultati tecnici, unito alle voci di un disaccordo totale del trio sulle scelte per il mercato invernale, ha riaperto delle ferite che la piazza stava ancora cicatrizzando a fatica, e come se tutto questo non bastasse, è iniziata a trapelare quella che, fino ad oggi, è la voce che sta pungendo i fianchi di tutti i milanisti. La spinosa situazione di Gonzalo Higuain, accolto come il salvatore della patria più o meno alla stessa stregua di Bonucci 12 mesi prima, ha tolto certezze non solo sul campo, ma anche e sopratutto nel rapporto tra piazza e dirigenza. 

Ogni conferenza stampa convocata dal Milan, che fosse prepartita, di presentazione di un calciatore o di routine, è stata monopolizzata da un argomento che, invece, avrebbe potuto essere gestito molto meglio, sia dal punto di vista dirigenziale, che dal punto di vista comunicativo.

Queste mancanze, unite alle segnalazioni di Gattuso che in qualche intervista lamentava la presenza di una spia nello spogliatoio, unite persino alle voci sul prepartita della finale di Supercoppa contro la Juve di qualche giorno fa, non hanno fatto altro che destabilizzare un fragilissimo ambiente e non hanno fatto altro che incidere, per forza di cose, sul rendimento di una squadra molto giovane e carente, anzi, molto carente di personalità.

Una società compatta, con una dirigenza convinta delle proprie scelte, non avrebbe permesso settimane e settimane di lucro sulla situazione Higuain. Semplicemente avrebbe zittito le voci e forzato il giocatore a prendere una scelta definitiva, senza costringere il proprio allenatore a tripli salti mortali per affrontare domande dei giornalisti e prestazioni deludenti. Vuoi andare via a Gennaio? Benissimo, tribuna fino a quando non firmi con la tua nuova squadra. Dimostrazioni di forza e di leadership di chi detiene il controllo di una società importante come il Milan. Stesso dicasi, ad esempio, per l'assurda situazione di Montolivo. Le contraddizioni sulle voci che circolano, le insinuazioni mai smentite e la gestione del calciatore da parte di Gattuso continuano a gettare ombra sullo spessore di chi, invece, avrebbe dovuto, con decisione, prendere posizione. 

Nelle ultime ore si rincorrono le voci di una differente veduta tra Paolo Maldini ed Ivan Gazidis su un altro calciatore: Mezut Ozil.
Detto e chiarito che in questo momento non si va ad analizzare la cifra tecnica del calciatore, nè la sua utilità al progetto, ma più semplicemente mi sorge spontanea una domanda(e credo di non essere l'unico): Perchè invece di alimentare queste sterili polemiche e di continuare a conficcare spine in un fianco già provato da anni di sofferenze non si taglia la testa al toro e si prende una posizione netta, definita, una volta per tutte?

Anche sugli spifferi attuali, che parlano di dissapori tra i tre dirigenti, con molta semplicità sarebbe bastato un comunicato, una conferenza, una intervista congiunta, per dimostrare a tutti dove si trovi la verità. Lasciando tutto scorrere, senza intervenire, si continua in questo assurdo circo mediatico che ormai rende il Milan una società poco credibile.  Nell'era del digitale in cui basta un tweet per confermare e smentire una notizia, i rossoneri sembrano ancora all'età della pietra. Si è passati dalla gestione Fassone-Mirabelli che non perdeva tempo per parlare anche solo per segnalare il meteo su Milanello, alla gestione del triumvirato, che non spende nemmeno un minuto per chiarire a tifosi ed addetti ai lavori dove risieda, realmente, la verità. 

Chi paga, in ogni caso citato, è sempre e solo il Milan ed i suoi tifosi. Bistrattati da chi per 25 anni li ha tenuti sul tetto del mondo, salvo poi abbandonarli nel nulla. Bistrattati da fantomatici Cinesi, che ancora oggi rimangono uomini senza volto nè provenienza. Bistrattati da vecchie leggende, che fino a questo momento non stanno riuscendo a riportare il sereno. 

E' il momento di prendere posizione. E' il momento di pretendere una posizione. La chiarezza è stata sempre la base su cui fondare successi duraturi. Prima ancora di una squadra giovane e piena di talento, e prima ancora di un allenatore vincente e capace di far crescere i propri ragazzi, è necessaria una struttura societaria con obiettivi comuni e con un programma ben definito.  Ci sta che, per un processo di crescita ad alti livelli ci voglia del tempo, ma negli ultimi due anni le parole sono sembrate sassi lanciati in aria e tornati giù in picchiata sulla propria testa. E' il momento di crescere davvero, perchè il Milan non merita di essere trattato come Higuain lo sta trattando. Perchè il Milan non merita di essere trattato come una squadretta provinciale su cui gettare le proprie frustrazioni. 

Perchè il Milan, checchè se ne dica, è, e rimane, uno dei Club più prestigiosi del panorama Italiano ed Europeo.

Perchè "Milan l'è semper on gran Milan"

Vincenzo Tripodo