La pausa per le Nazionali è terminata e per l’Inter è tempo di risposte visto che il prossimo mese sarà decisivo per le sorti della stagione. I nerazzurri saranno infatti obbligati a risalire la classifica vincendo le prossime partite e in questo senso il calendario non sembra essere dei più agevoli viste le prossime due sfide dove gli uomini di Inzaghi affronteranno prima la Roma, in quello che sembra essere un crocevia importante per entrambe le compagini, e poi il Sassuolo spesso bestia nera nelle ultime stagioni.
Al di là dei punti, che restano comunque l’obiettivo principale, l’Inter sarà chiamata a dare risposte anche dal punto di vista del gioco visto che la squadra oggettivamente bella della passata stagione sembra sempre di più un pallido ricordo. In mezzo al campionato c’è poi la Champions dove i nerazzurri sono obbligati, almeno, a non perdere nella doppia sfida al Barcellona se vogliono ottenere un posto agli ottavi di finale. Insomma le prossime settimane decreteranno quale sarà il futuro dell’Inter e anche di Inzaghi che dopo l’ottima stagione affrontata un anno fa ora deve fare i conti con troppi problemi che rischiano di minare il suo futuro e quello della squadra.

Nonostante un mercato di ottimo livello e senza cessioni eccellenti (come invece sembrava previsto) l’inizio di stagione dei nerazzurri non è stato dei migliori, anzi, tra sconfitte nette (ben tre nelle prime sette giornate, quattro considerando la Champions) e gioco quasi assente è stato un inizio da incubo. Come detto uno dei problemi che balza subito all’occhio è la mancanza di una manovra chiara e considerando quanto fatto vedere solo un anno fa e che la rosa è praticamente la stessa viene da chiedersi cosa sia successo durante l’estate. Sicuramente la presenza di Lukaku modifica in parte la manovra, vista la possibilità di servirsi di lanci lunghi e delle sue proverbiali sponde ma questo certo non può essere il motivo delle prestazioni dei nerazzurri anche perché la presenza del belga è stata limitata alle prime partite e comunque dovrebbe essere un’opzione in più alla manovra e non la sola idea in fase di possesso. A pesare in questo inizio di stagione è sicuramente l’aspetto fisico visto che i nerazzurri sembrano andare ad una velocità ridotta rispetto agli avversari. La presenza del Mondiale durante la stagione e il giocare ogni tre giorni sembra aver fatto la differenza in sede di preparazione e più passa il tempo e più sembra plausibile che proprio il ritiro estivo sia la causa di un’Inter così in ritardo rispetto agli altri.

Oltre all’aspetto fisico viene però da pensare che anche l’aspetto mentale sia una delle cause di questo inizio di campionato così complicato. Dopo due anni di gestione Conte dove l’aspetto mentale è stato predominante l’Inter è passata ad una gestione diversa con Inzaghi,forse,più preparato sul campo ma meno convincente sul piano motivazionale come potrebbe dimostrare l’alternanza di risultati avuti alla Lazio. Le difficoltà a livello fisico sommate ad una mancanza di concentrazione hanno finito per colpire la difesa nerazzurra finita sotto accusa e diventata il vero problema di questo primo scorcio di stagione. Gli errori commessi dalla difesa nerazzurra sono tanti e hanno finito per mettere il carico da novanta sui problemi della squadra. A dare manforte a questa tesi ci ha pensato l’ultima partita giocata prima della sosta ad Udine: dopo il gol lampo di Barella l’Inter ha praticamente tirato i remi in barca facendo capire di volersi quasi accontentare del gol di vantaggio. Nonostante una manovra non brillante ed un’Udinese padrona del gioco la difesa nerazzurra non ha praticamente subito grandi occasioni avversarie prima del gol del pareggio arrivato per una fortuita deviazione di Skriniar verso la propria porta. Insomma un gol sfortunato figlio, forse, di una caduta troppo plateale di Dzeko che ha portato Skriniar ad intervenire in maniera scoordinata sul pallone. Nella ripresa, poi, nonostante la tanta veemenza dei friulani il risultato sembrava bloccato sulla parità fino al disastroso ingresso in campo di De Vrij con l’olandese che prima regala un calcio d’angolo e che poi sugli sviluppi di questo perde la marcatura del giocatore avversario che insacca così il gol del vantaggio. Inutile, poi, analizzare il gol del 3-1 visto che l’Inter era ormai sbilanciata per provare a pareggiare il match.

Tanti, troppi, sono ormai gli orrori difensivi nei quali la componente mentale e quella fisica sono, come detto, i principali indiziati. Se a livello di reparto gli errori sono tanti è perché a livello personale nessuno dei difensori nerazzurri sembra essere in forma: Skriniar sembra avere la testa da un’altra parte e il forte sospetto che il corteggiamento del Psg possa aver fatto fin troppa breccia nel cuore del giocatore sembra essere la soluzione più logica alle prestazioni fin ora fornite. Bastoni poi sembra un lontano parente di quello ammirato nelle passate stagioni (mancano le sue accelerate sulla corsia mancina ma anche la sua impostazione da regista difensivo) mentre De Vrij è sempre di più in caduta libera. Si salva, anche alla luce delle prestazioni in Nazionale, Acerbi non accolto benissimo al suo arrivo, ma che ora può essere una delle soluzioni alla crisi difensiva, mentre il buon Dimarco ha dimostrato proprio in Nazionale che l’esterno a tutta fascia è il ruolo dove può fare la differenza.

Una ricetta vera e propria per uscire dalla crisi non c’è, anche perché è molto più facile “curare” il fisico che la mente. Più semplice, almeno sulla carta, risolvere i problemi difensivi (abbassando il pressing oppure puntando sui giocatori più in forma) che una volta risolti potrebbero ridare un po' più di serenità a tutto l’ambiente e magari dare una spinta in più anche alla fase offensiva.