Solo una settimana fa, festeggiavamo l'ottimo inizio delle squadre italiane in Champions League grazie ai dodici punti su dieci portati a casa dalle compagini italiane arrivati grazie alle vittorie dell'Atalanta (4-0 condito da un'ottima prestazione sul campo della cenerentola Midtjylland), della Juventus (due gol di Morata annichiliscono le velleità della Dinamo Kiev) e della Lazio (3-1 sui tedeschi del Dortmund figlio di una prestazione corale di altissimo livello). Solo l'Inter non era riuscita a vincere il suo incontro, incappando in un pareggio per 2-2 contro il Borussia Monchengladbach acciuffato per altro nei minuti finali grazie ad una zampata di Lukaku. Pareggio che non ha evitato le solite critiche a Conte e al suo score europeo non certo all'altezza di un'allenatore da sempre visto come uno dei più vincenti in ambito nazionale.

Come spesso capita nel calcio, però, sono bastati sette giorni per rovesciare (anche se parzialmente) il giudizio sul calcio italico visto che in questa seconda giornata della fase a gironi sono solo tre i punti raccolti dalle nostre squadre, figli dei pareggi ottenuti da Inter, Lazio e Atalanta e dalla sconfitta della Juventus contro il Barcellona. Con l'attuale calendario fitto di impegni, ogni passo falso rischia di compromettere il passaggio agli ottavi di finale anche se, al momento, tutte e quattro hanno la possibilità di staccare il biglietto per la fase a eliminazione diretta. 

Come detto sono tre i pareggi su quattro incontri delle squadre italiane, ognuno però con una sfaccettatura diversa. Ad aprire la due giorni europea ci ha pensato l'Inter,impegnata in quel di Kiev contro lo Shakhtar nel remake dell'ultima semifinale di Europa League che ha visto gli uomini di Conte assoluti protagonisti e capaci di spegnere le ambizioni europee degli ucraini con un sonoro 5-0. Dopo lo stop per 2-2 contro il Borussia, i tre punti per Conte erano d'obbligo visto anche il risultato dello stesso club dell'est Europa, capace sette giorni fa di vincere per 3-2 sul campo del Real Madrid. Le premesse per una vittoria c'erano tutte: dall'ultimo match disputato contro alla voglia di rivalsa in campo europeo di giocatori e allenatore, fino alla qualità della rosa nerazzurra che rispetto a pochi mesi fa è sicuramente più attrezzata per affrontare al meglio l'Europa dei grandi. Alla fine, come sempre, è però il campo a parlare e ancora una volta per i nerazzurri l'Europa si dimostra terra di difficile conquista. Il tutto nonostante una partita dominata nel palleggio (anche se lento e prevedibile) e nelle occasioni (ben due traverse ed un gol sbagliato a porta vuota). Fattori questi che però non sono bastati per portare a Milano l'intera posta in palio. Sfortuna e calendario ristretto saranno invece i fattori che Conte analizzerà al termine della partita, della quale comunque si sente soddisfatto per la mentalità mostrata dai suoi giocatori. Di certo il mezzo passo falso non è colpa degli assenti, anche perchè rispetto alla sfida della scorsa settimana, Conte aveva a disposizione gran parte della rosa ad eccezione di Skriniar (non un titolare fisso e comunque sostituito bene da D'Ambrosio)Sensi (ora c'è Vidal) e Sanchez (anche lui non titolare). Il girone resta comunque alla portata visto anche il risultato del Real Madrid che in Germania si è fatto fermare sul 2-2 (e fino a pochi minuti dalla fine era sotto proprio di due gol) dal Borussia. Proprio le due sfide con i blancos dovrebbero delineare il girone dove una delle due grandi rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano.

Se i nerazzurri di Milano tornano a casa con un pizzico di delusione, i nerazzurri di Bergamo possono dirsi più che soddisfatti del pareggio casalingo ottenuto contro l'Ajax. Reduci dalla seconda sconfitta di fila in campionato (e dalla seconda prestazione sottotono), gli uomini di Gasperini dimostrano ancora una volta che la Champions League stà diventando il loro habitat naturale. Alla prima in quel di Bergamo (ancora complimenti alla dirigenza orobica per la ristrutturazione dell'Atleti Azzurri d'Italia), l'Atalanta si trova di fronte la storia del calcio visto quello che rappresentano gli olandesi che dopo anni di magra sono tornati alla ribalta europea negli ultimi anni grazie alla finale di Europa League (persa) nel 2017 e alla semifinale di Champions del 2019 ottenuta grazie ai prestigiosi scalpi di Real Madrid e Juventus. Dopo la roboante vittoria della prima giornata, per l'Atalanta era importante mantenere a distanza l'Ajax reduce a sua volta dalla sconfitta casalinga per uno a zero contro il Liverpool. Ritmi alti e squadre iper offensive fanno da padrona soprattutto durante la prima frazione, quando l'Atalanta fa i conti con la poca brillantezza sotto porta a differenza dei lancieri capaci di andare al riposo sul 2-0 grazie al rigore trasformato da Tadic (nato da un errore di Gosens in copertura) e al gol di Traorè che riesce ad insaccare una corta respinta di Sportiello. Insomma, un primo tempo ben giocato dalla dea ma che vede gli olandesi in vantaggio grazie ad un pizzico di fortuna (che non guasta mai) e alla maggiore cattiveria sotto porta.
Nella ripresa, invece, l'andamento della partita si ribalta con Gomez e Ilicic (in leggera ripresa) che disegnano gioco e Zapata assoluto protagonista grazie alla doppietta che garantisce ai bergamaschi un'ulteriore punto in classifica oltre ad evitare una sconfitta che sarebbe stata immeritata per quanto visto in campo. Dopo due giornate,gli uomini di Gasperini hanno già portato a casa quattro punti a differenza dello zero in classifica ottenuto dopo le prime due giornate dello scorso anno e ora contro il Liverpool avranno un'ulteriore occasione per misurarsi e per misurare la propria forza e le proprie ambizioni.

Un punto lo mette a referto anche la Lazio che contro il Brugge non va oltre l'uno a uno. Quello che sulla carta può sembrare un piccolo passo indietro dopo la bella vittoria sul Borussia Dortmund (definita come una delle possibili sorprese della competizione oltre ad avere i galloni per vincere il girone) diventa un grande passo in avanti alla luce delle tantissime assenze con le quali Inzaghi deve fare i conti. Tre quarti di squadra titolare, infatti, è stata fermata ai box dal Covid costringendo il tecnico piacentino a rivoluzionare l'undici titolare. La Lazio "sperimentale" porta via un punto da Bruges che ai fini della qualificazione potrebbe rivelarsi più che prezioso, grazie anche ad una prima frazione ben giocata dove una bella invenzione di Correa (uno dei pochi big in campo) aveva portato addirittura in vantaggio i biancocelesti. Solo un errore di Patric (che cintura in maniera netta l'avversario) permette ai padroni di casa di pareggiare grazie al rigore messo a segno da Vanaken sul finire del tempo. Nella ripresa complice la stanchezza e la poca profondità della panchina (piena zeppa di primavera) il Brugge cerca in tutti i modi il gol vittoria ma la bravura di Reina e la poca lucidità non permette ai belgi di segnare il gol vittoria che li avrebbe, tra l'altro, portati in vetta con sei punti. Ora il girone vede le due compagini in testa con quattro punti seguiti dal Dortmund che battendo lo Zenit si rimette in carreggiata con tre punti.

Sconfitta su tutti i fronti, invece, per la Juventus che contro il Barcellona non solo perde per due a zero, ma si mostra di un livello nettamente inferiore rispetto agli spagnoli reduci, tra l'altro, da un'estate non certo semplice con il caso Messi su tutte le prime pagine dei giornali e l'aria di rivoluzione che ancora aleggia sui blaugrana. Doveva essere il primo vero banco di prova europeo per Pirlo che contro la squadra di Koeman si giocava la testa della classifica visto che entrambi i club erano reduci da una vittoria nella prima giornata. Esame doveva essere ed esame è stato, con Pirlo rimandato al termine dei novanta minuti, che hanno visto in campo una sola squadra, con il Barca capace di dominare sia nel gioco (non certo una novità) che nelle occasioni con il 2-0 finale che forse sta addirittura stretto ai vice campioni di Spagna. Il Barcellona, infatti, domina in lungo e in largo fin dai primi istanti di gioco dove solo il palo ferma il tiro a botta sicura di Griezmann, Pochi minuti dopo arriva il meritato vantaggio con Dembelè che, aiutato da una deviazione di Chiesa, supera Szczesny e porta in vantaggio i suoi. Da lì in avanti è quasi sempre un monologo blaugrana con il raddoppio che arriva però solo nei munti di recupero della ripresa quando Ansu Fati si guadagna il rigore siglato poi da Messi autore di un'ottima partita e che spesso costringe i giocatori biaconeri al fallo pur di fermarlo. Mai veramente in partita la Juventus di Pirlo, ieri, non è sembrata poi così diversa da quella di Sarri, anzi è sembrata figlia di una confusione tattica. cosa alla quale Pirlo è chiamato a dare una soluzione. Cuadrado, Danilo, Kulusevski, Chiesa, Dybala, Morata tutti insieme appassionatamente per una Juve troppo sbilanciata e che nonostante i tanti giocatori offensivi non si è mai resa realmente pericolosa. Vero è che ai bianconeri sono stati annullati ben tre gol di Morata per fuorigioco (record) ma questa non può certo essere vista come vera e proprio sfortuna: da una parte, infatti, il Barcellona ha messo in evidenza una buona linea difensiva capace di mettere in atto il fuorigioco, dall'altra lo stesso Morata (comunque il migliore in campo) doveva e poteva sfruttare meglio le imbucate dei compagni partendo nel momento giusto e non con una frazione d'anticipo. Tanti quindi i dubbi sulle prime uscite del Pirlo allenatore anche alla luce di alcuni problemi che il mercato ha ingigantito come il centrocampo che al momento è un vero e proprio rebus. Oltre alle prestazioni dei singoli come Dybala, non ancora in forma, o Bernardeschi che dal momento del suo ingresso in campo non si è mai visto se non per l'intervento goffo che ha causato il rigore del due a zero. Sconfitta non certo da attribuire alla troppa inesperienza tirata in ballo da Pirlo al termine del match: solo Kulusevski e Chiesa sono agli esordi europei mentre per tutti gli altri (a partire da Bentancur e Rabiot) sono tante le esperienze pregresse in campo internazionale. In più bisognerebbe sottolineare la presenza dei vari Araujo, Pedri e Ansu Fati che nonostante la giovane età e soprattutto nei primi due casi la poca esperienza europea (sono all'esordio) non si sono fatti prendere dall'inesperienza e dalla paura di giocare la Champions.
Nel girone, comunque, la Juventus dovrebbe avere la strada spianata, visto che la Dinamo Kiev non è andata oltre al pareggio contro gli ungheresi del Ferencvaros prossimi avversari dei bianconeri.