Negli ultimi anni ci ritroviamo sempre a commentare le disfatte delle italiane, in particolar modo di Inter e Juventus, ma è un discorso che comunque riguarda tutte le italiane in Europa. E' naturale chiedersi il perchè sono anni che le italiane non portano a casa coppe internazionali ed europee. C'è solo la speranza Milan in Europa League con la Roma, salvo clamorose sorprese in Champions come l'Atalanta, ma è ovviamente un compito molto arduo e quasi impossibile, soprattutto per i bergamaschi, realisticamente parlando.
Quello che posso aver notato io di primo impatto sono due cose: la fisicità, spesso superiore delle squadre straniere a discapito di quelle nostrane, e la personalità dei calciatori che militano nelle squadre italiane, in particolare dei giovani italiani decisamente inferiore rispetto all'essere smaliziati e anche più pronti dei calciatori stranieri, come possono essere i giovani calciatori francesi, spagnoli o tedeschi per esempio.

Da 2003 che non si assiste all'apoteosi e al trionfo assoluto del calcio italiano a livello europeo, con il Milan che vinse la Champions League contro la Juventus. Milan che vinse anche la Supercoppa Uefa quell'anno. L'Inter fu l'ultima squadra a trionfare in Champions League, tra le italiane, nel 2009/2010. Milan e Inter che condividono anche un primato, ovvero sono le uniche due italiane ad aver vinto la coppa del mondo per club, che ha sostituito la coppa intercontinentale, il Milan nel 2007 e l'Inter nel 2010. L'Ultima squadra italiana ad aver vinto l'Europa League, allora chiamata Coppa Uefa, fu la stessa Inter nel 1998. Le finali non le considero, perchè è vero che sono comunque un risultato anche importante, ma se le finali non si vincono, la storia non la si fa.
Sulla carta, senza voler apparire arroganti, il Milan è il club che ha più DNA europeo e internazionale tra le italiane. Senza nulla togliere alle altre squadre italiane. Milan, Inter e Juventus sono i club italiani che hanno più trionfato a livello internazionale. Tuttavia si ha la netta sensazione che nei prossimi anni, sia Juventus che Inter dovranno ricostruire da zero e ricominciare un ciclo, per cui subiranno con molta probabilità una battuta d'arresto. La Juventus è una squadra molto esperta e probabilmente vedrà anche partire il suo elemento più forte, Cristiano Ronaldo. Per cui, parzialmente dovrà ricostruire e sarà difficile trovare un elemento nell'immediato più competitivo di CR7. Per non dire impossibile, perchè realisticamente è impossibile. Per cui sulla carta sarà destinata a indebolirsi. Ed è comunque a fine ciclo. 
L'Inter per le sue vicende societarie, che probabilmente vedranno Suning disimpegnarsi, parzialmente o totalmente, non sarà protagonista di spese folli o investimenti ingenti sul calciomercato, vista anche la situazione economica. Ed è realistico pensare che sulla carta non sarà forte come questo anno. Anch'essa comunque ripartirà in un processo di ricostruzione e la sensazione è che, sempre sulla carta, almeno nell'immediato si indebolirà prendendo più giovani promettenti che elementi affermati, probabilmente iniziando un nuovo progetto simile al percorso intrapreso dal Milan con l'avvento del Fondo Elliott a timone del club.
Il Milan, proprio perchè ha già iniziato un progetto, sempre sulla carta, sembrerebbe il club che più può crescere nei prossimi anni, a patto ovviamente che il Fondo Elliott alzi l'asticella e si impegni un po' di più negli investimenti sulla campagna acquisti. Con l'ingresso in Champions  giocoforza dovrà accadere, senza tuttavia sperare in spese folli.

Viene comunque da chiedersi come mai le italiane in Europa, ormai da un po' di anni a questa parte, non trionfano? Eppure un ancora di salvezza c'era, solo che il calcio italiano ha preferito sprofondare.  Nel 2010 Roberto Baggio, uno dei calciatori italiani più importanti e forti di tutti i tempi, sicuramente il più amato di sempre,  fu presidente del settore tecnico di Coverciano. L' Italia calcistica a livello internazionale stava vivendo un momento di forte criticità. "La missione è ridare centralità alla formazione tecnica ma anche morale dei giovani calciatori" affermò il divin codino, con lo scopo di arrivare "a un nuovo sistema scouting sul territorio e alla rivisitazione dell'attività formativa dei settori giovanili". Questo documento intitolato: "Nuove attività del settore tecnico di coverciano" firmato Roberto Baggio fu ignorato e non preso in considerazione. Il documento porta la data del 10 dicembre del 2010. Risultati? La nazionale italiana uscì con Prandelli commissario tecnico ai girono dei mondiali 2010 contro l'Uruguay. E poi c' è stato il fondo toccato con l'Italia di Ventura che non si è nemmeno qualificata agl europei, ma fu eliminata dalla Svezia. Ma probabilmente si può ancora scavare...

900 pagine di riforma del calcio italiano scritte da Roberto Baggio fu come lettera morta e cestinata, come spesso avviene quando si portano i curriculum per cercare lavoro. E i risultati del disinteresse per tutto questo si sono visti. Non si può campare di rendita a vita sui mondiali vinti dall'Italia del 2006. Nel piano di rilancio del calcio italiano di Roberto Baggio c'era una supervisione capillare di tutto il territorio con l'Italia divisa in 100 distretti, con 3 allenatori federali ciascuno con l'obbiettivo di visionare 50 mila partite all'anno. Interazione quotidiana con i settori giovanili con creazione di un grande database multimediale: esercitazioni, test e partite filmate e catalogate. Strutture sportive adeguate, un centinaio di centri federali, raccolta dati costante, monitoraggio a livello perifico, formazione di istruttori federali che avessero una laurea, un passato professionistico e buone qualità educative. Per i giovani ragazzini che si affacciavano al mondo del calcio, l'imperativo categorico era il rapporto con la palla. Inoltre tutti i giovani andavano sottoposti a test misti, fisici e tecnici, perchè. disse Roberto Baggio "quelli solo fisici sono totalmente avulsi dal contesto del gioco", con l'intento di individuare il talento e la sua crescita seguito in maniera pignola passo dopo passo senza tralasciare nulla.

Era un progetto innovativo. "Non mi è stato permesso di lavorare" affermò l'ex pallone d'oro. "Il mio programma di 900 pagine è rimasta lettera morta. Non amo occupare le poltrone, ma fare le cose. Quindi a malincuore lascio". E con queste parole Roberto si dimise da presidente  del settore tecnico di Coverciano. Era un programma articolatissimo di rilancio di tutto il sistema calcio italiano. Il genio vede la giocata prima degli altri. Sicuramente il nostro calcio ne avrebbe tratto giovamento se allora Tavecchio avesse ascoltato e messo in atto ciò che aveva redatto Roberto Baggio. Nel suo piano, quello del divin codino, c'era anche la creazione di un gruppo di studio permanente (ricercatori federali e stagisti universitari) in costante contatto con gli uomini di campo.

Un problema del nostro calcio, oltre magari a non avere magnati in molti club che fanno follie per l'acquisto di campioni stranieri, che comunque non è prioritario, anche se aiuterebbe, è sicuramente nei vivai. Si era parlato delle squadre B come avviene in Spagna, dove le squadre B dei top club partecipano al campionato di Serie B spagnola, di certo più allenante di un campionato primavera. C'è la Juventus, con la sua Under 23 che gioca in Serie C. Non ne capisco il senso. Se dovesse andare in B può avere un senso, ma solo la Juventus Under 23? Che senso ha? E' importante che anche gli altri top club creino squadre Under 23 o squadre B, e che giochino un campionato più allenante della primavera. In questo momento la Juventus, a parte qualche calciatore che può portare una plusvalenza, a livello di rinforzi, non sembra proprio averne tratto giovamento più di tanto per la prima squadra, se notiamo quanti canterani in Spagna, nel Real Madrid e nel Barcellona giocano con la prima squadra e si affermano ad alti livelli. Va anche detto che sia a livello di tecnica individuale ma anche di personalità, l'essere smaliziati, c'è ancora un abisso tra molti calciatori che escono dai vivai italiani che quelli che esconi nei vivai spagnoli o francesi per esempio. Anche a livello di fisicità, come accennavo in precedenza.

Se andiamo alla base, credo tutto questo possa centrare in qualche modo con i flop delle squadre italiane nelle grandi competizioni europee. E se non si migliora alla base, se non si riforma nulla, tranne per qualche fuoco di paglia, non si avrà mai continuità a livello di risultati europei e internazionali, sia a livello di cub italiani che di nazionale italiana.
Le italiane in Europa fanno un concerto ai morti. Predicano nel deserto e non ottengono risultati.
Non le suonano proprio a nessuno. E se continuano così, non le suoneranno a nessuno ancora per molto tempo.