Inizia con il piede giusto il campionato dell’Inter con i nerazzurri che battono due a zero il Monza grazie ad una doppietta di Lautaro (già in splendida forma) e ad una prestazione solida condita da buone trame di gioco.

I nerazzurri hanno riavvolto il nastro e sono ripartiti sulla scia di quanto fatto sul finale della scorsa stagione riproponendo sia i pregi che i difetti di una squadra che solo pochi mesi fa si giocava ad Istanbul il sogno di salire sul gradino più alto d’Europa. Solita prestazione convincente,trame di gioco già rodate,centrocampo che unisce qualità e quantità e soprattutto una difesa solida con la fase difensiva che parte già dalle punte. Restano i soliti rimpianti in zona gol (troppi pochi due gol per quanto creato) e la presenza del solito momento relax della partita che spesso combacia con l’inizio della ripresa (proprio in quei minuti il Monza ha le occasioni migliori per pareggiare).

Pregi e difetti che vanno a braccetto con una formazione in liea con la scorsa stagione con le sole eccezioni di Thuram e De Vrij al posto dell’infortunato Acerbi. Un undici di partenza nel solco della tradizione che si è aperto alle novità grazie ai cambi che hanno ben inciso nella ripresa e che hanno dato nuova linfa ad una squadra apparsa non ancora al cento per cento ma comunque in buona forma considerando che era solo la prima partita stagionale.

Come detto a livello tattico non ci sono state grandi novità anche se la fase d’impostazione (almeno in questa prima uscita) è leggermente cambiata: meno palloni al portiere (anche se Sommer mostra già una buona dimestichezza in fase di possesso) e in parte anche al regista. Con Brozovic la palla passava quasi sempre tra i piedi del croato mentre Calhanoglu sembra quasi voler lasciare la regia più ai braccetti e alle mezzeali. Stranamente (visto che nasce trequartista) la forza del turco sembra essere la fase di interdizione dove sembra avere qualcosa in più di Brozovic (che comunque era anche giustificato vista la grande quantità di chilometri che metteva a referto ogni partita). Importante poi non aver preso gol soprattutto alla luce della fase difensiva messa in mostra nelle uscite amichevoli.

A livello dei singoli ha stupito la prova di Dumfries che forse rinvigorito dal finale di stagione e dalla presenza di Cuadrado ha sfornato una prestazione di ottimo livello condita dall’assist dell’uno a zero oltre che da altre giocate di buon livello. Naturalmente ottima anche la prova di Lautaro che sembra essere sempre più leader (la fascia dà ancora più autorità al toro) e che sa che quest’anno l’attacco potrebbe essere quasi tutto sulle sue spalle. Proprio l’attacco merita un discorso a parte; Thuram ha mostrato segni di miglioramento rispetto alle amichevoli e questo è sicuramente un fatto degno di nota sia perché vuol dire che il ragazzo si sta pian piano ambientando in squadra e nel modulo sia perché prove del genere danno fiducia e possono dara carica in più nelle prossime uscite. Resta però il problema della punta inteso come nove visto che Thuram è tutto tranne che quello. Proprio per questo motivo lo spezzone finale di Arnautovic lascia più di un sorriso: l’austriaco ha messo in campo tutta la sua tecnica ed esperienza, ha fornito l’assist per il due a zero e regalato giocate che hanno reso il paragone con Ibra meno fantasioso (dalle giocate spalle alla porta ai tocchi di suola).
Anche Arnautovic però è sembrato più un giocatore d’accompagnamento che una punta vera e propria. Chissà se la società interverrà nel ruolo (si parla di Sanchez come quinta punta visto che è libero) e se si troverà una soluzione per Correa (ieri lasciato in panchina). Al di là della questione Sanchez (che punta non è) l’Inter potrebbe magari aspettare le ultime ore di mercato quando potrebbero esserci delle occasioni da Zapata (se non dovesse andare alla Roma) a Taremi (che tanto piace alla dirigenza) fino a Balogun (magari l’Arsenal apre al prestito).

Proprio sul fronte mercato è chiaro che l’Inter è alla ricerca di un braccetto di destra (ieri Bisseck ha mostrato di non essere ancora pronto per un ruolo da protagonista) come è chiaro che il nome giusto sia quello di Pavard. Il francese porterebbe esperienza (nonostante i 27 anni di età) e carisma. In più conosce già il ruolo cosa che potrebbe facilitare il suo ingresso in un reparto difficile come quello difensivo. Dovesse saltare il suo arrivo (il Bayern non vorrebbe rinunciare a lui anche se forse è tutta scena per aspettare l’inserimento dello United da tempo sulle tracce del giocatore) il nome buono potrebbe essere quello di Schuurs reduce da un’ottima prima stagione in Italia con la maglia del Torino ed utilizzabile anche da centrale (ruolo svolto sotto lo sguardo vigile di Juric) mentre Scalvini rappresenta il sogno di difficile realizzazione (toppo alta la richiesta dell’Atalanta). Sullo sfondo resta poi la candidatura di Toloi oltre che quelle di Chalobah e Tanganga (che però convincono meno Inzaghi).