In un mercato dominato dalla crisi economica, dove le società chiedono ai direttori sportivi di vendere bene e comprare solo se necessario (e con formule fantasiose) a fare la differenza è la figura dell’allenatore, come dimostra la lista dei tecnici del prossimo campionato di Serie A. Molte società, infatti, hanno deciso di cambiare guida tecnica puntando sulle idee degli allenatori più che sulla costruzione di una rosa all’altezza (proprio per ovviare ai problemi descritti in precedenza).

Tra graditi ritorni, giovani in rampa di lancio e granitiche certezze il ventaglio dei prossimi allenatori è più ricco che mai e almeno sulla carta, la prossima stagione si presenta come avvincente e piena di sorprese. Sorprese che iniziano dai campioni d’Italia in carica dell’Inter che vedono cambiare la loro guida dopo l’addio di Conte poco entusiasta del ridimensionamento richiesto dalla società per ovviare ai problemi economici sopraggiunti nell’ultimo periodo. La scelta di Inzaghi è stata la più logica per i dirigenti nerazzurri che ora potranno dare seguito,almeno dal punto di vista tattico,al progetto iniziato con Conte due anni fa. Per Inzaghi l’Inter rappresenta non solo la grande occasione di guidare un club blasonato come quello nerazzurro, ma anche l’occasione di dimostrare a se stesso (e agli altri) di saper ottenere risultati anche fuori dalla casa madre che per lui ha rappresentato la Lazio. Se, come detto, dal punto di vista tattico cambierà poco o niente, sicuramente ci saranno cambiamenti dal punto di vista del rapporto allenatore-giocatore visto il carattere diverso tra i due mister. Se prima i giocatori facevano spesso affidamento sull’effetto Conte ora dovranno responsabilizzarsi di più e chissà che come accaduto con Allegri alla Juve la scelta di un allenatore più calmo nei rapporti non porti addirittura a migliorare i risultati ottenuti con il tecnico salentino.

Con l’Inter colpita dai problemi societari, la Juventus si appresta a partire davanti nei blocchi di partenza del prossimo campionato. Al di là degli acquisti (Locatelli e Pjanic per il centrocampo e forse una punta con il giovane Kaio Jorge al momento più fattibile del sogno Gabriel Jesus),il ritorno di Allegri basta e avanza per ridare alla Juventus il giusto stimolo per tornare a vincere il campionato. Alternanza dei moduli e gestione della rosa sono solo alcune delle qualità di Allegri che avrà dalla sua anche la voglia di tornare ad allenare (e vincere) dopo i due anni di stop.

Tra le novità, poi, ci sono le sorprendenti scelte delle romane che per rilanciare i propri progetti si sono affidate a due degli allenatori più importanti degli ultimi anni. La Roma, con la nuova proprietà targata Friedkin, ha riportato in Italia Mourinho con l’obiettivo di tornare a giocarsi qualcosa d’importante dopo anni complicati. L’arrivo di Mourinho ha certamente generato entusiasmo sia tra i giocatori sia tra i tifosi ed ora sarà fondamentale incanalare questo entusiasmo sull’inizio di stagione. Proprio il fattore ambientale potrebbe essere l’arma in più per Mourinho,allenatore capace di esaltarsi nel giusto contesto. Contesto che forse è mancato nelle sue ultime esperienze inglesi (soprattutto al Tottenham). Anche la scelta di Sarri alla Lazio sembra aver rigenerato un’ambiente abbattuto dopo l’addio di Inzaghi e che ora vede l’ex tecnico del Napoli come l’uomo giusto per tornare a sognare. L’ambiente biancoceleste sommato ad una rosa di valore ma senza prime donne e ad una società che spesso lascia lavorare i propri allenatori sono i fattori chiavi per fare alla Lazio quello che fu fatto da Sarri a Napoli. Ora tocca a Tare dare al tecnico gli uomini giusti per trasformare una rosa che dovrà passare dal 3-5-2 al 4-3-3 (servono soprattutto esterni offensivi). Oltre alle romane anche il Napoli ha cambiato e lo ha fatto in grande chiamando sulla panchina azzurra Spalletti. Sempre bravo a centrare l’obiettivo richiesto dalla società, Spalletti, sa di avere tra le mani una rosa ricca di talento che se puntellata nei ruoli giusti (serve un terzino ed un centrocampista centrale) può addirittura diventare pericolosa per la corsa Scudetto. L’unico pericolo per il matrimonio tra il tecnico toscano e il Napoli lo potrebbe portare il carattere dello stesso allenatore che potrebbe scontrarsi con un altro carattere complicato come quello del presidente De Laurentiis. Sarà il tempo però a dare risposte in questo senso.

La Serie A, poi, si prepara a riabbracciare altri allenatori a partire da Andreazzoli, che torna sulla panchina dell’Empoli (dopo l’amara retrocessione di tre anni fa) e l’esperienza poco fortunata sulla panchina del Genoa nella stagione successiva. Per i neopromossi toscani la scelta di Andreazzoli va nella giusta direzione visto che il tecnico oltre a conoscere bene l’ambiente si è già dimostrato bravo nel valorizzare il parco giocatori degli azzurri. Torna nella massima serie anche Fabrizio Castori che riapproda in Serie A dopo la stagione con il Carpi, alla guida della Salernitana con la quale ha chiuso al secondo posto l’ultima stagione di Serie B. Anche lo Spezia sceglie di riportare in panchina una vecchia conoscenza del campionato come Thiago Motta che dopo la fugace esperienza al Genoa, avrà ora la possibilità di dimostrare il proprio valore alla guida degli aquilotti. Tecnico giovane e dalle idee innovative come altri colleghi che popoleranno il prossimo campionato: in prima linea tra le nuove leve c’è sicuramente Italiano, che dopo i tre campionati consecutivi vinti nelle serie minori (tutti ai play-off) è reduce dalla salvezza ottenuta sulla panchina dello Spezia dove ha convinto tutti per idee e gioco proposto. Proprio queste caratteristiche hanno convinto la Fiorentina (dopo il burrascoso addio con Gattuso) a puntare su di lui per ridare slancio al progetto viola mai decollato da quando Commisso è arrivato in riva all’Arno. 4-3-3, grande ritmo, difesa alta e possesso rapido saranno le regole base di Italiano per rilanciare i viola. Giovani e ambiziosi sono anche Alessio Dionisi, che dopo aver vinto il campionato alla guida dell’Empoli è stato scelto come successore di De Zerbi (altro enfant prodige della panchina e passato alla guida dello Shakhtar Donetsk) al Sassuolo, e Paolo Zanetti pronto a guidare il suo Venezia nelle impervie acque della Serie A dopo la promozione ottenuta ai play-off.

Oltre ai tecnici giovani c’è anche chi cerca il rilancio nella prossima stagione come Di Francesco e D’Aversa. Il primo dopo il flop alla Sampdoria e al Cagliari, ha la grande opportunità per riprendere in mano la propria carriera (partita sotto ben altri traguardi) grazie al Verona che lo ha scelto per il dopo Juric. Il mantenimento della difesa a tre sarà il punto di partenza per il tecnico abruzzese che mette in panchina il suo 4-3-3 per dare più certezze ad una squadra abituata al 3-4-2-1 messo in campo negli ultimi due anni. Anche D’Aversa ha la grande opportunità di rilanciare la propria carriere dopo aver chiuso nel peggiore dei modi il suo ciclo al Parma (dove a posteriori forse non sarebbe dovuto tornare). Anche l’ex tecnico del Lanciano dovrebbe partire dall’eredità lasciatagli dal suo predecessore (Ranieri) schierando quindi la Sampdoria con il già collaudato 4-4-2 che per idee (difesa attenta e contropiede rapido) si avvicina però molto al 4-3-3 che ha fatto le fortune del Parma. A cercare il rilancio è poi il Torino con Cairo che dopo le ultime stagioni sotto le aspettative ha scelto di affidare la squadra a Juric tecnico rivelazione degli ultimi campionati.
Sono diversi, invece, i club che punteranno sulla conferma della loro guida tecnica sperando di ripetere (e migliorare) i risultati ottenuti l’anno scorso. Milan e Atalanta andranno avanti con Pioli e Gasperini che soprattutto all’inizio della stagione potranno beneficiare dei meccanismi ben oliati a differenza delle altre big che hanno cambiato. Restano poi Mihajlovic al Bologna (con l’obiettivo di conquistare la parte sinistra della classifica), Semplici al Cagliari (con l’idea di vivere una stagione da protagonisti dopo le ultime annate deludenti nonostante una rosa di buon livello), Ballardini al Genoa (sperando finalmente di vivere per intero una stagione sulla panchina rossoblù) e Gotti sulla panchina dell’Udinese (con la società che dopo aver cercato a lungo il giusto profilo per la panchina, ha fatto poi dietrofront confermando il tecnico veneto alla guida dei friulani).