Leonardo anticipò tutti quando già a settembre andò a trattare il miglior talento brasiliano, per poi chiudere l'operazione qualche mese dopo sulla base di 35 milioni di euro più bonus. Vi è voluta anche l'intermediazione di Kakà per convincerlo, perché su Paquetà sarebbero arrivate forti, da li a poco, società davvero importanti, Real Madrid su tutte. In molti, soprattutto tifosi rossoneri, per farsene un'idea incominciarono a seguire le sue ultime prestazioni col Flamengo, prima del cambio definitivo di maglia, ma non di colori, per vestire quella del Milan. Da subito ci furono i primi scomodi paragoni tra i due ultimi citati, più forse per via della somiglianza e intreccio di stessi attori coinvolti nella dinamica di calciomercato, con quella che vide ai tempi proprio Leonardo portare Kakà al Milan. In effetti, per alcune movenze, anche sul manto erboso, Paquetà può effettivamente ricordare il "bambino d'oro", nonostante gli manchi sicuramente la sua progressione unica e nonostante, forse, tecnicamente e nello stretto risulti, altresì, perlomeno a parità di età, migliore. 

Da quando ufficialmente del Milan, del ventunenne Paquetà, che ha esordito alla prima utile subito da titolare e da li ci è rimasto, tutti si aspettavano soprattutto la qualità delle giocate spettacolari che contraddistingue la scuola verdeoro, nessuno si aspettava però la quantità di corsa e dinamismo applicata in queste cinque partite consecutive facendolo sembrare a tutti gli effetti un giocatore più europeo di quanto si pensasse.

In molti ora si chiedono se sia davvero meglio schierarlo da mezzala limitandone le potenzialità offensive specie per il troppo campo messogli di conseguenza davanti. Perché effettivamente, leggendo alcune statistiche inerenti la copertura del campo, tra il Paquetà in Brasile e quello in Italia, si nota un drastico cambiamento di posizione, nel Milan, concentrato soprattutto all'interno della propria metà campo, esattamente l’opposto delle zone calpestate dai suoi tacchetti nel Flamengo, dove quelle difensive venivano da lui occupate pochissimo. Si dice sia esclusivamente per una questione di mentalità, certo, differenze culturali tra il gioco ultra-offensivo di stampo sudamericano e quello ultra-difensivo italiano, ma ad esempio in Milan-Napoli di coppa Italia, la zona rossa, ovvero quella più frequentata dall'asso brasiliano, è risultata essere la linea di fondo difensiva, si proprio quella del proprio terzino, e la cosa appare non poco una esagerazione. Nonostante ciò, alcuni dei molti, viste le sempre crescenti buone prestazioni da mezzala di Lucas, si stanno effettivamente pian piano autoconvincendo che possa essere comunque quello il suo ruolo idoneo, nell'ormai intoccabile modulo 4-3-3 di mister Gattuso, attribuendo le colpe, se così si possono chiamare, più all'atteggiamento attendista trasmesso dallo stesso allenatore calabrese alla sua squadra, quella prudenza di default assidua che tende spesso a farsi schiacciare dagli avversari nella propria metà campo, per poi applicare schemi prettamente incentrati sulle ripartenze; insomma che dipenda in generale dal classico slogan "Prima non prenderle", che prescinde meno dalle caratteristiche tecniche di un giocatore e della rosa e più da quelle tattiche.

Il calciomercato invernale rossonero - Voto altissimo e indiscutibile per la società di Via Aldo Rossi, che ha sicuramente speso molto e bene per il rafforzamento della prima squadra, con appunto Paqueta (35mil) e con Pjatek (35mil) vista l'emergenza di sostituire il fuggitivo Higuain, ma investendo poco e sempre bene anche nel settore giovanile, prelevando 4 ottimi prospetti in circolazione (Djalò, Abanda, Michelis, Robotti), sintomo di una un club con le idee chiare sia sul presente che sulle politiche e progetti futuri. E' mancata forse la ciliegina sulla torta, quell'esterno d'attacco rapido e destro che tanto manca in rosa da mettere a piede invertito sulla fascia sinistra, dove, l'attuale Calhanoglu, dopo il buono scorso campionato, sta avendo nell’attuale una grossa involuzione, e che vede i sostituti come Borini, nonostante la grinta e lo spirito di sacrificio, non convincere in fase offensiva; sicuramente qualcosa, poca roba, nella strategia di calciomercato, forse non ha funzionato, e più che la ciliegina, forse negli ingredienti iniziali della torta. Si perché inizialmente, la società rossonera sembrava esser propensa ad acquistare anche un nuovo centrocampista, idea poi accantonato, proprio con l'arrivo di Paquetà utilizzato come mezzala. 

Perchè Paquetà gioca mezzala - Ciò che ha probabilmente creato un misunderstanding, son state le numerose dichiarazioni sui media, di pseudo-informati conoscitori ed esperti del calcio brasiliano che lo hanno da subito etichettato per l'appunto come una mezzala (o addirittura chi come un incontrista). Forse delle palle prese al balzo da Gattuso e forse dalla stessa società che ne ha fatto subito, conseguentemente, di virtù una necessità. Perché non ci piove che il nativo di Ilha de Paquetá sia un giocatore, come direbbe Altafini: "Incredibile", che per attitudine possa e può essere tranquillamente messo in ogni zona del campo dalla metà in su (e forse anche di più), ma sicuramente la mezzala, specie all'italiana, ai fatti, non l'ha mai fatta. A maggior ragione le dichiarazioni di presentazione rilasciate dallo stesso Kakà e da altri ex rossoneri Serginho e Cafù, che a domanda: <Può giocare mezzala?> rispondevano: <Si in prospettiva può diventare una grande mezzala>, da non travisare con: <Si, fa già la mezzala>.

Ma allora che ruolo faceva Paquetà in Brasile?

Premessa, in Brasile, sia a livello di club che di Nazionale, il modulo più utilizzato è il 4-2-3-1, o addirittura il 4-1-4-1, una necessità che deriva più che altro dall'evento storico che vede nascere molte "meie" e "volanti", ma pochissime prime punte e centrocampisti difensivi.  Definiscono volante chi in mezzo al campo sa fare un pò di tutto coprendo la sezione centrale, ma che "per sangue brasiliano" vede nascere soprattutto  giocatori offensivi adattati a registi o playmaker (Hernanes), raramente incontristi (Casemiro, che nasce tra l'altro difensore) che vengono di conseguenza spesso importati. La meia invece, che letteralmente significa si mezza (da qui forse l'incomprensione), è in realtà semplicemente colui che inventa, il trequartista, l'ala d'attacco, o seconda punta, più semplicemente colui che non è ne centrocampista ne centravanti. Ecco, nel brasilerao, Paquetà, eletto perlappunto miglior meia del brasilerao 2018, ha sempre giocato perlappunto così, in questi due consueti moduli (4231 soprattutto), come trequartista centrale, ad eccezione di alcune partite tra le fila del club di Rio de Janeiro dovute più che altro a limiti ed esigenze di rosa del momento (infortuni), oppure in pochissime occasioni come in una delle due chiamate nella Nazionale maggiore, dove venne impiegato mezzala, proprio per, come sopra già specificato, la scarsità fisiologica in Brasile in questo ruolo che ha da sempre mancanze numeriche.

Ma allora che ruolo dovrebbe fare Paquetà in Italia?

Se facessimo un parallelo, nei moduli utilizzati dal Milan, 4-3-3 e 4-4-2 (tra l’altro mascherati perché il primo e più utilizzato diventa soprattutto nella fase difensiva un 4-5-1), e provando a proiettare la mentalità di calcio brasiliana, che ama e non prescinde proprio dalla fantasia come essenza di gioco, delizia della torcida e croce degli allenatori contrariamente a quella italiana, Paquetà dovrebbe essere teoricamente utilizzato, nel primo caso (433) come esterno d’attacco e nel secondo (442) addirittura seconda punta. Da qui la perplessità, che non nasce tanto dal dove possa giocare, perché la sua duttilità è indiscutibile, bensì dal dove sarebbe meglio collocarlo. Più semplice rispondere alla domanda con altre domande.

  • Siamo quindi sicuri che Paquetà, che in Italia dovrebbe esser definito classico numero 10, non debba esser spostato di almeno venti metri più avanti, lasciandolo libero di inventare e di dedicarsi prevalentemente alla fase offensiva, permettendogli di andare più in profondità e aiutando la squadra a salire col baricentro, e grazie al suo impeccabile possesso palla e tecnica, magari di procurare più penalty a favore in avanti e di sfornare più assist e goal personali, che tra l’altro nel Flamengo (5 e 13), ha dimostrato di avere nelle sue corde?
  • Se si, viste le difficoltà di arrivare ad un'ala d'attacco durante la sessione di mercato invernale appena conclusa, non sarebbe stato forse meglio provare a concentrarsi piuttosto su d’una vera mezzala sinistra in modo da avanzare Paquetà?
  • O Paquetà a prescindere non giocherebbe esterno d’attacco nel 433 perché Gattuso ne vuole per forza uno a piede invertito (un destro che gioca sulla sinistra)?
  • Per chiudere, con Paquetà quindi è stata semplicemente fatta di virtù(trequartista) necessità(mezzala)?

Solo il tempo ovviamente darà queste risposte.