Fu proprio Calciomercato.com con lo scoop di Pippo Russo finito ad inizio 2018 in prima serata su Striscia la Notizia in più servizi di Moreno Morello ad alzarne il polverone.
Inspiegabili cessioni, sospetti prezzi di cartellini, di giovani e semi sconosciuti calciatori, che coinvolsero tra le altre soprattutto le società, Pescara, Chievo e Cesena, con, in generale, nell'ultimo anno (2017), plusvalenze cresciute dell’85% in 12 mesi (da 376 a 693 milioni di euro), grazie ad sotterfugi diffusi. Un vero e proprio escamotage, quello di scambiarsi giocatori della Primavera a cifre improponibili, cessioni di cartellini a prezzi elevati, di giovani calciatori che non avevano neanche ancora esordito nella massima competizione, o addirittura nello stesso settore d'appartenenza, con lo scopo esclusivo di far quadrare il bilancio alla chiusura del 30 giugno, un vero e proprio toccasana, per non chiamarla truffa legalizzata.

Ma cosa sono esattamente le così dette plusvalenze ‘fittizie’ o ‘gonfiate’? Lo spiego con un semplice esempio: una società calcistica cede ad altra società un giocatore, ad un prezzo pattuito volutamente ben al di sopra del suo reale valore di mercato; la società acquirente accetta di strapagare il giocatore X che sa di valere molto meno, perché a sua volta cederà alla società venditrice un altro giocatore Y a un prezzo del tutto simile a quello di acquisto di X, dando vita a plusvalenze incrociate anche con terze e quarte squadre.

La Procura della Figc aprì un indagine in merito, sanzionando alla fine, più per limiti temporali (il campionato era ormai agli sgoccioli), le squadre coinvolte, con dei semplici punti di penalizzazione nelle rispettive categorie, e nonostante le nuove regole introdotte nel FFP dal 1 giugno 2018 parlassero chiaro: “Stop anche ai trasferimenti ai club ”amici” per fare plusvalenze e ridurre il deficit: la cessione ”supervalutata” verrà comunque iscritta a bilancio col valore di mercato, in caso di cifre folli”, tutto andò troppo presto poi a tacere. Perché sembrava che l'inchiesta della Procura Federale si potesse allargare, intimorendo altri club e altri dirigenti il cui comportamento risultasse analogo, ma forse la realtà divenne un'altra, in questa partita, fuori dal campo, piena di contraddizioni, troppe interpretazioni e doppi giochi.

Perché potrebbe essere un discorso molto più ampio, che non vedrebbe di mezzo solo giovani calciatori e squadre di bassa classifica o serie inferiore, ma anche casi anomali a coinvolgere i e le più blasonati-e.

Come lo strano passaggio di questa estate, dal Genoa alla Juventus, di Mattia Perin, portiere nel giro della Nazionale, in una operazione da 12 mln di euro, con il Grifone di Preziosi che sempre per 12 mln comprò i giovani Ionut Radu e Federico Valietti dall'Inter, con il portierino rumeno, notizia di queste ore, che dovrebbe a fine stagione far ritorno, per la stessa cifra, proprio al club nerazzurro. La stessa società di Milano che cede al Sassuolo anche Jens Odgaard, prelevato l'anno prima per soli 300 mila euro, e rivenduto per ben 5.5 mln, certo, trattasi sia pur di un promettente centravanti, ma che, oltre ad non esser mai stato convocato in prima squadra, ha poi giocato, quest’anno, poco anche nella primavera neroverde. Giri strani? Forse no, ma qualche sospetto permane, specie sul prezzo dei cartellini di profili calcistici più noti e affermati nella scena.

Si, perché succede che la Juventus piazzi Rolando Mandragora all’Udinese per 20 milioni con diritto di riacquisto già fissato a 24, tutto normale? Forse sì dai, trattasi d'altronde di un azzurrino stabilmente nel giro della Under 21, ma la cosa strana è che sia passato, nell'arco di soli due anni non solo da un valore di 800 mila euro a più di 20 volte in più, ma anche che, in questo arco di tempo, sia passato fisicamente a vestire la maglia di ben 4 squadre differenti, tra prestiti onerosi e pseudo diritti di riscatto. Capita che gli stessi pluricampioni d'Italia, cedano Emil Audero alla Sampdoria per 8 mln in prestito e raggiungano un successivo accordo con i blucerchiati per un trasferimento a titolo definitivo sulla base di 20 milioni compresi bonus. Anche in questo caso, evidentemente, possiamo parlare di merito alla rete di talent scout bianconera, che ci ha visto probabilmente molto bene, scovando nelle giovanili un vero e proprio patrimonio economico.
Tutto normale insomma, anche il recente passaggio di Stefano Sturaro, forse il meno eclatante, per valore in campo, essendo nell’elenco dei sopra citati sicuramente il più affermato, qui però l'aspetto strano sta nel fatto che il il nativo di Sanremo sia ritornato al Genoa per 18 milioni di euro, quando invece la Juventus lo prelevò qualche anno prima dalla stessa per soli 5 milioni. Un buon affare per la società di Torino, che ha praticamente rivenduto lo stesso giocatore alla stessa società da cui lo acquistò, al triplo, senza praticamente farlo mai giocare. Mh, strano anche che lo stesso Sturaro venga da un mezzo anno in prestito a Lisbona condito da un grave infortunio che lo ha tenuto fuori dal campo fino ad ora in questa stagione. E’ strano anche per il mio amato Pippo Russo che su Calciomercato.com spiega: “Minuti giocati in stagione: 0. Valore impegnato per riportarlo dalla Juventus al Genoa: 18 milioni di euro. È una storia ai confini della realtà quella di Stefano Sturaro, lungodegente del nostro calcio ma valutato a peso d’oro”.

Forse troppi forse anche in questo articolo, possibile che il sistema calciomercato sia così cupo che ormai faccia tutto alla luce del sole. Il fair play finanziario dovrà, dovrebbe, riportare equilibrio, però, servirà, servirebbe più omogeneità di trattamento tra i club, perché qualcosa forse non quadra, o meglio, qual quadra non cosa.