E' notizia di questi giorni, che Elliott, il più grande fondo attivista al mondo, dal 10 luglio 2018 al controllo di AC Milan, avrebbe rifiutato un’offerta di 600 milioni da parte di Daniel Křetínský, magnate della produzione elettrica e già presidente dello Sparta Praga.  

Molti supporters rossoneri hanno probabilmente per un attimo aperto il proprio armadio, per vedere se ancora presenti i fantasmi del recente passato, di quando, sembra ora passata una eternità, ma in realtà solo qualche mese fa, sul trono presidenziale sedeva l'imprenditore cinese mr Li Yonghong, con tutti i suoi misteri e poche garanzie. Qualche sobbalzo dal letto, per poi riprendere fiato, sorridere e rimettersi tranquilli a dormire, era solo un brutto incubo. 

Perché il Milan finalmente, ha trovato una sua identità, sia in campo, dove, in netta ripresa dopo alcune distrazioni di percorso, Gattuso sembra finalmente aver trovato la quadra e la squadra aver preso la retta via, centrando proprio lo scorso mercoledì, col successo nel recupero contro il Genoa, quella posizione in classifica che tanto incomincia a far risentire nelle orecchie dei tifosi rossoneri l'inno a loro tanto familiare di Britten (ispiratosi all'opera di Handel), ‘Champions League’; ma soprattutto solidità nella dirigenza, che con l'approdo di Leonardo e Maldini, ha trovato quell'immagine di appartenenza, ormai da troppo mancante, che tanto piace perché fa parlare più il calcio giocato e meno gli aspetti burocratici.

Quindi il poco reclamizzato presidente Paolo Scaroni, ex del Vicenza dei miracoli, già azionista da quando ancora patron Berlusconi, stimato da tutti perché capace di andarsi a prendere quelle difficili responsabilità (vedi IRI), ed unico da sempre in contrasto col passato operato (la sua faccia ed il suo "chiedete a Fassone", dopo ogni cda, erano inequivocabili), colui che, grazie anche alle sue esperienze in ambito bancario e come amministratore delegato di Enel ed Eni in primis, ha recuperato dai gravi errori del precedente business plan e dalle conseguenti falle createsi, e che in pochi sanno esser stato il vero artefice del ricorso al TAS di Losanna, vinto questa estate, garantendo la partecipazione alla Europa League.

Poi dulcis in fundo, di questa scala gerarchica decrescente, c'è lui, o meglio loro, padre e figlio,  Pual e Gordon Singer, proprietari di Elliott, etichettati quali i salvatori del Milan, di cui, solo chi masticante del campo economia e finanza aveva sentito parlare, per le relative battaglie legali in tutto il mondo e gli investimenti riguardanti i debiti di Paesi in default, quali Perù, Argentina e Congo e su innumerevoli grosse aziende internazionali, tra le quali: WorldCom, Enron, Chrysler, o anche in Italia per la vicenda Finmeccanica, vinta proprio di recente ai danni di Hitachi. Insomma di Elliott si sapeva essere quindi un “fondo avvoltoio” con interessi prettamente extracalcistici, pertanto, inizialmente, tutti pensavano, come da prassi di una hedge fund, si andasse poi ad organizzare un’asta, cercando di vendere da subito il club di via Aldo Rossi al migliore offerente, di cui iniziarono a farsi nomi da ogni, arabi, americani e ancora cinesi.

Poi finalmente palla al centro ed inizia la stagione calcistica, quella che poi conta e tanto appassiona realmente, Elliott si tiene il Milan, parlando addirittura di un piano della durata di tre anni per riqualificarne il marchio raddoppiandone il valore, tutto va giustamente a tacere, fino per l'appunto alla notizia attuale, dell’offerta di Křetínský rimandata al mittente, dove viene fatto sapere, tra l’altro, nell’eventualità, che ne verranno rifiutate di ulteriori, nulla di cui preoccuparsi, quello no, ma che in alcuni riaccende perlomeno alcuni pensieri sulle sorti societarie.

Nel mentre, è ufficiale l’addio di Ivan Gazidis dall’Arsenal che dal 1° Dicembre diventerà amministratore delegato del Milan, il manager sudafricano, è stato voluto da Singer Junior, simpatizzante proprio dell’Arsenal, con la speranza che svolga in rossonero lo stesso ottimo lavoro che e ha portato il club inglese ad essere tra quelli con più ricavi in Europa.

Tutto bellissimo, se guardiamo al presente, ma le domande sorgono spontanee, per quanto tempo ancora Elliott manterrà il Milan? Dopo cosa accadrà? Che ne sarà del Milan? Andrà in mani sicure? Tutto lascerebbe quindi pensare che, una volta ottenuta la valorizzazione dei beni ipotizzata da Elliott, il Milan verrà venduto al migliore offerente e che questo matrimonio sia esclusivamente un discorso di interessi, un divorzio annunciato indirettamente, niente amore e passione.

Insomma, nessuno parla più di futuro societario, forse troppo presto ora, meglio concentrarsi sul presente godendosi il momento, perché nonostante ci sia l'inverno alle porte, quello di Novembre sarà un mese caldo per il Milan, che in ordine, dopo le partite con Udinese, Betis, Juventus, Lazio e Dudelange, saprà probabilmente di quale morte andrà a morire, poi ci sarà da vivere il mercato di Gennaio, dove i rossoneri, definito anticipatamente l'ingaggio della giovane promessa Lucas Paqueta, risultano ancora attivi, con particolare attenzione focalizzata su alcuni graditi ritorni (Ibrahimovic, Thiago Silva e Kucka), dando così ulteriori sintomi di presenza economica e di quali ambizioni, oggi, domani si vedrà!