Il gioco del calcio nel corso della storia è mutato assai: nel corso degli anni si sono susseguite tecniche di gioco, dal sistema tipico inglese, fino al calcio totale olandese, per poi arrivare al Tiki Taka di Guardiola.
Nelle menti degli appassionati, sono rimasti nel cuore esponenti di epoche diverse, in grado con la loro tecnica sublime di rivoluzionare questo sport.
Qualora si dovesse creare una top 11 di tutti i tempi, le risposte di ciascuna persona disquisirebbero dall’altra.
Chi sostiene una filosofia rispetto ad un’altra punterà ad inserire i maggiori esponenti di essi, ma la fantasia non ha limiti, e proprio per questo cercherò di mettere assieme la mia personalissima formazione.

Questo schieramento riguarderà non i calciatori migliori di sempre, ma coloro che sono rimasti nella mia mente grazie alle loro gesta.
Ho scelto dunque, come schieramento base, un 4-3-3 con un mediano e due mezzali.

OLIVER KAHN: Incomincio dalla porta, dove, ho avuto pochi dubbi. Nonostante il ruolo dell’estremo difensore sia in costante evoluzione, il portierone tedesco ha rappresentato un unicum per questo sport.
Il suo carisma nel guidare il pacchetto arretrato lo ha reso eccezionale: era temuto da tutti gli avversari e allo stesso tempo rispettato.
Portiere completo, capace di collezionare parate a raffica, è stato il faro di Bayern Monaco e Germania per anni.
Nel medesimo ruolo ho avuto un dubbio con il connazionale Neuer, anch’egli una novità nel modo di intendere il portiere, ma a mio parere, meno appariscente e spettacolare.

ROBERTO CARLOS: Il terzino sinistro che senza dubbio entra nella mia personale formazione è il brasiliano.
Giocatore perfetto nel suo ruolo, abbina uno strapotere in fase di spinta a capacità difensiva differente rispetto la propria scuola di appartenenza.
Il suo punto forte, però, è il calcio di punizione. Con una tecnica irripetibile nella storia del calcio, ha siglato goal, ad oggi fonte di studio di molte società. La sua punizione più iconica, resta, quella contro la Francia.
Per innamorarmi del suo stile di gioco mi è bastato poco: rivedendo alcune sfide del suo Real Madrid si evince la sua onnipotenza, la sua consapevolezza. Palla al piede era un trattore instancabile.

ALESSANDRO NESTA: Un muro al centro della difesa, una sicurezza per la sua squadra. Per il primo posto in mezzo alla difesa, non ci sono dubbi: il giocatore che ha riscritto la storia al Milan e con la nazionale, è stato il migliore al mondo nel suo ruolo per anni.
Rispetto alla concorrenza, però, aveva qualcosa in più: una puntualità unica nell’intervento, abbinata a un senso della posizione infallibile e ad una sicurezza che trasmetteva al reparto intero.
Fortissimo in marcatura e in anticipo, di testa e atleticamente, veloce, perfetto nella scelta di tempo del tackle. Era il difensore per eccellenza.

FRANZ BECKENBAUER: Il Kaiser insieme a Nesta formano un muro invalicabile. Difensore che ha rivoluzionato questo gioco con l’invenzione del libero ( difensore sollevato da compiti di marcatura, dunque con la difesa a zona), grazie a questa collocazione è entrato nella leggenda.
Franz ha cambiato il modo di intendere lo stopper, elevando per anni la tecnica ad un livello irraggiungibile.
Nei momenti decisivi, il tedesco, non si tirava mai indietro e portava personalità alla squadra con le doti di leader.

PAOLO MALDINI: Me lo perdonerete spostato su una fascia che nel corso della carriera ha meno prediletto, ma con la sua duttilità, l’italiano potrebbe giocare anche trequartista.
Negli anni si è spostato per tutta la difesa, dal centro sino alla fascia. Piede destro, ha doti in marcatura forse irripetibili, e con un terzino offensivo come Carlos, Paolo sarebbe il perfetto equilibratore.

Spostiamoci ora al centrocampo, dove per trovare tre profili ho dovuto riflettere molto, vista l’abbondanza a disposizione.

LOTTHAR MATTHAUS: Partiamo da un calciatore che in mezzo al campo può ricoprire qualunque posizione. Il tedesco, che ha fatto la storia all’Inter, possiede una completezza senza eguali. Piedi delicatissimi, partendo da mediano riusciva sia a difendere che a impostare.
Altro dettaglio non da poco: in carriera ha siglato più di 200 goal!

ANDREAS INIESTA: Lo spagnolo è il simbolo del centrocampista puro: negli anni è riuscito a diventare grande grazie alle sue doti in fase di impostazione e di direzione del centrocampo. Palla al piede stilisticamente era unico da vedere, nel creare gioco era raffinato ma allo stesso tempo efficace. E contestualizzandolo, ha fatto parte del Dream Team Barcellona che ha vinto tutto. Altro merito: uno dei primi a portare il tiki-taka su livelli impressionanti.

ZINEDINE ZIDANE: Il palmares parla per il francese: calciatore in grado di vincere ovunque, sulla trequarti faceva sempre la differenza.
Un tiro devastante, abbinato,ad un dribbling regale: spesse volte, data la palla a lui, era in grado di farsi 20-30 metri saltando ciascun avversario.
Il goal simbolo della sua grandezza, a mio parere, è quello che ha portato la Decima al Real Madrid: finale di Champions combattutissima contro il Bayer Leverkusen, decisa da una sua prodezza da fuori area.

Ed ora arriviamo all’attacco, dove trovarne tre è assai probante.

CRISTIANO RONALDO: Come non inserire il portoghese sulla fascia di sinistra. Nonostante una concorrenza agguerrita con i vari Puskas, Stoickhov, Cr7 è stato ad un livello superiore.
In carriera ha vinto 5 palloni d’oro, e con anni di duro lavoro è diventato un campione. E anche ad oggi, a 35 anni, continua a cercare di migliorarsi.
Ronaldo è un calciatore completo, ha tutto: veloce, ottimo dribbling, tiro potente ed elevazione. Tutte caratteristiche ottenute grazie al sacrificio.

MARCO VAN BASTEN:L’olandese è stato, quando al meglio della forma, un calciatore con dei picchi impressionanti.
Nonostante i ripetuti problemi al ginocchio, che ne hanno condizionato la carriera, è stato in grado di essere uno dei migliori esponenti del Calcio totale olandese e del Milan plurivincitore in Italia ed in Europa.
Negli anni nei quali ha giocato senza problemi, è stato un attaccante in grado di abbinare tutta la sua classe e la sua tecnica. E’ stato fondamentale in due squadre tra le più grandi di sempre, e all’età di 28 anni aveva già due palloni d’oro in bacheca, prima che la sfortuna gli facesse chiudere la carriera anzitempo.

GEORGE BEST: a completare la formazione, sulla destra, c’è quel genio maledetto come si è autodefinito: talento puro, ha rappresentato nello scorso secolo il calcio inglese nel suo massimo splendore. George poteva decidere da solo una partita e nelle giornate di grazie non era marcabile da nessuno.
E’ stato una leggenda del calcio nonostante, come ha ribadito, i troppi eccessi lo hanno frenato.


Inserire 11 calciatori non è stato facile, vista la concorrenza. Ho dovuto lasciare fuori fenomeni come Messi, Maradona, Pelè, Rijkaard, Crujiff, Sergio Ramos, Xavi ed altri ancora.
A mio parere il calcio è bello perché è vario, e dunque, ho provato a intercalare filosofie diverse con epoche diverse, capaci tutte di fare la storia.