L’attesa è quasi culminata, ma non è mai diversa: il derby è sempre una partita su un altro rango, non è mai una sfida che dipende dai momenti di forma delle squadre, ma è un concetto a parte dove i valori entrano in campo pareggiati: c’è il giornalista che ti dirà che Leao è fuori per infortunio o Lautaro leggermente acciaccato, ma la verità è che in quei 90’ minuti non esiste pronostico.

Cenni utili alla sfida
Parlare di derby, certo, si può fare anche a numeri. Negli ultimi 5 l’Inter ne ha vinti 4 e sul campo ha mostrato un potente strapotere, un divario da riscattare e rimasto nelle menti rossonere. Pesano il complessivo 4-0 in Champions League e il 3-0 in Supercoppa, due umiliazioni nette.
Sin dagli albori della stracittadina i nerazzurri si sono imposti ben 90 volte, il Diavolo 79 a fronte di 69 pareggi.

Milano, d’altronde, viva la rivalità per la lizza della prima squadra: ogni volta lo scopo è primeggiare sul rivale, due “concept” anche diversi culturalmente.

Secondo un report di Calcio e Finanza, Corvetto, Bovisa e Quarto Oggiaro sono i quartieri più rossoneri con una trazione periferica con tanto d’accezione di “casciavìt” per rimarcarne la provenienza operaia. Al contrario i nerazzurri sono in prevalenza presente in zone centrali come la celebre Via Padova o la Zona di Brera e per tal motivo sono sempre stati visti come “bauscia”, ovvero sbruffoni. Ad oggi la situazione è più omogenea ma mantiene qualche connotato originale e divide a metà la città.

Sugli spalti: Tanta passione, molto folklore
Un patto di non belligeranza sancito dalle due curve a inizi anni 80’ cita una sorta di accordo che prevede l’assenza di scontri al di fuori dello stadio, dopo i numerosi incidenti che hanno caratterizzato i primi derby con la presenza del mondo ultrà, con decine di feriti a cavallo tra il 79’ e l’ 81’.

Detto ciò all’interno degli spalti è ricorrente una coreografia giganteggiante da ambo le parti, con la squadra di casa che può disporre di tutti e tre gli anelli, invertendo poi andata e ritorno. Celebri negli ultimi anni quella “Ti te dominet Milan” e del biscione della Cn69 e quella del Diavolo tutto settore dei rossoneri.

Sacrifici collettivi e tanto onore per settimane intere di preparazione del materiale, lavoro e stima che si riflettono poi nei novanta minuti, i più sentiti della stagione.

A livello di decibel, secondo il mio parere, derby inferiore a nessuno in Italia e in lizza con quello capitolino per la palma d’oro. Certo questioni soggettive e suggestive.

Ultimi anni: le partite più indimenticabili
Ognuna di queste partite è speciale e ne potrei citare tante, ma mi soffermerò su due di esse in particolare.
Non lascerò spazio al periodo del Covid e l’assenza della magia del tifo.

15.04.2017
Ora di pranzo, pasquetta. Un’ora che fa scalpore e rabbia. In quella stagione le due squadre non lottano per obiettivi d’alta classifica e veleggiano in zona settima posizione. In campo molti giocatori terranno ai posteri come apice proprio quel giorno, uno dei derby tecnicamente più scarni. Tuttavia, una bassa competitività, rende la rimonta ancor più emozionante poiché l’Inter vola con Candreva e Icardi sul 2-0 all’intervallo. Il Milan fa la partita e spreca tanto, Handanovic vola per evitare il vantaggio rossonero.
Nella ripresa i ritmi calano e in zona 70’esimo si è pronti a festeggiare una vittoria del Biscione, fin quando all’ennesimo cross di Suso la palla rimpalla a Romagnoli che piazza la sfera all’incrocio, è 2-1.

La più casuale delle reti riapre un match avulso. Si procede a fari spenti sino al 90’, quando la lavagnetta luminosa segna ben 7 minuti di recupero. Siamo al 96’, a quaranta secondi dal termine, e il forcing rossonero è nervoso e privo di qualità. Un calcio d’angolo, riaccende la miccia, sotto alla Curva Nord che canta e già salta. Il corner lo batte Suso con Donnarumma che è salito:la palla è a rientrare e velenosa poiché arriva a pochi metri da Handanovic che esce a vuoto valutandone male la traiettoria che arriva a Bacca, il quale la spizza sul secondo palo con poche velleità e tanta ricerca divina. La porta è sguarnita e la sfera finisce a Cristian Zapata, un calciatore non da riflettori e umile, che si inventa una mezza rovesciata in volo che colpisce la traversa ed entra di pochi centimetri in porta. E’ 2-2, game over, e la telecronaca di Riccardo Trevisani mette i brividi, vedere per credere.

03.09.22
Inizio della passata stagione, situazione pressoché simile a quella che si verificherà Sabato.
Ottimi inizi di ambedue le compagini e tanta carica.
L’Inter passa al 20’ con la triangolazione che manda in porta Brozovic che batte Maignan. Il Diavolo al 27’esimo pareggia con Leao che su palla recuperata da Tonali che piazza all’incrocio la conclusione. Dall’ 1-1 in poi è una gara tecnica e veloce dove emergono le spigliatezze singole degli uomini di Pioli che assediano la porta di Handanovic sino a inizio ripresa, dove sul cross basso del solito Leao Giroud incrocia e sigla il 2-1. Il 3-1 è una serpentina del portoghese di rara bellezza. La fase emozionante arriva post 3-2 di Dzeko, il Milan trema ma in contropiede diverte, è in giornata e il livello tecnico è il migliore dell’ultimo lustro. Finirà 3-2 in favore dei rossoneri, ma i 36 tiri totali, uno ogni quattro minuti descrivono l’equilibrio di un derby lottatissimo.

Insomma, l’attesa per Sabato alle ore 18.00 è già in fibrillazione e la pausa nazionali sta volgendo al termine. L’epilogo del 238esimo derby non è l’unica fiamma che piace. E’ vero, per ora, le due milanesi stanno esprimendo il calcio migliore in Serie A e sono appaiate a quota 9 punti.

E’ vero il Milan dalla mille rotazioni piace, veloce e leggiadro davanti e ancora traballante dietro.
E’ vero l’Inter è la potenza da battere, Lautaro Martinez si candida a Mvp del match e Thuram sta convincendo.
Ma la verità è che NOI appassionati aspettiamo il derby anche per il suo contorno d’emozioni, lo spettacolo sugli spalti, il sold-out e la rivalità che si accende fuori il campo, al bar e sui social. Da Domenica se ne parlerà per giorni, ma intanto godiamocelo.
Ancora una volta, Milano è protagonista.