Estate 2019: Conte preme alla ricerca del terzo centrale di difesa. L’arrivo di Godin soddisfa, mentre la panchina è corposa. Alessandro Bastoni è una riserva, una giovane promessa relegata alla panchina. La precedente esperienza a Parma lo ha visto crescere ed il tecnico ex-Juventus lo sceglie come quarto del reparto. Si parla di prestiti per maturare, un'odissea all'italiana. La privazione del coraggio sui giovani da sempre ci penalizza e riguarda un fenomeno recente, il mercato globale. Eppure la fiducia alle nostre Primavere dovrebbe essere in primo piano. I talenti li abbiamo sempre avuti, ma attualmente è più facile comprare "l'usato sicuro". Diego Godin arriva per completare il pacchetto arretrato, terzo centrale nel 3-5-2 tipicamente contiano. Esso è un sistema di gioco poco spettacolare, più concreto e vittima di critiche poco lungimiranti. Per svilupparlo il ruolo difensivo è fondamentale e richiede completezza in ambo le fasi, costruzioni e marcatura. Gli esterni alti aiutano ripiegando, ma il ruolo dei vari Skriniar e De Vrij è il più dispendioso. Skriniar, De Vrij e Bastoni, il segreto dell'ascesa, con quest'ultimo piacevole sorpresa tattica.

PRECISIONE NEI PASSAGGI


Alessandro Bastoni nasce come jolly arretrato, che si spinge in avanti per lavorare la sfera. Antonio Conte predilige tale diktat, dogma del suo coinvolgimento collettivo. Bastoni è il riferimento ad inizio manovra, il migliore ad impostare. Il giovane azzurro avanza spesso sino alla metà campo avversaria e avvia il gioco. Le sue doti con i piedi non sono mai passate in secondo piano: Godin non riusciva a soddisfare la prerogativa in questione, abbinata alla lontananza del tatticismo contiano. Bastoni costruisce, non ha paura, una personalità che gli consente di lanciare anche lungo. Spezza il ritmo degli avversari, vedesi l'assist istintivo a Barella contro la Juventus. Dei numeri? In stagione, nelle 29 gare disputate ha completato con precisione il 90% dei passaggi, più di ogni altro difensore. Nella metà campo avversaria si resta sull'81%, una sentenza partendo dal basso. Alessandro, in origine, preferiva traiettorie verticali. Odiernamente nel suo repertorio vi è anche la sapienza nello smistamento laterale. A tutti gli effetti il leader in tal senso.

COSTRUZIONE DAL BASSO MA NON SEMPRE, IL DIKTAT DELL'INTER


Il nuovo ciclo nerazzurro si è aperto di recente ed include la visione societaria e le rinnovate ambizioni. L’ambiente è in fermato per la conquista quasi aritmetica del Tricolore, che manca dall'epoca di Mourinho, lontana ma non più rimpianta. Le similitudini con la gestione del portoghese sono palesi nella modalità di affrontare l'avversario. Una delle chiavi del successo, fu la rivoluzione introdotta da lusitano, relativa all'impostazione dal basso. La tanto discussa funzionalità di questa manovra ha diviso il mondo del pallone negli ultimi anni: la verità sta nel mezzo. Chi se la può permettere ha un gran vantaggio poiché riesce ad indirizzare da sé l'andamento dell’azione. Chi la ritiene errata preferisce appellarsi al lancio lungo in cerca del varco vincente. Questa è una soluzione attuata per eludere la pressione avversaria, priva di rischi essenziali. Tra le due, la più ambiziosa è quella palla a terra. Ambiziosa, ma non per tutti, poiché alla base vi è la consapevolezza di avere difensori abili in tal senso. Conte crede assai in essa e ha gli uomini idonei: De Vrij ha lavorato molto nella pulizia del passaggio, diventando uno dei perni in fase di possesso palla. Alessandro Bastoni, invece, deve alla sua ascesa la capacità di adattarsi a questa idea. Non a caso, i nerazzurri riescono in molte circostanze a compiere l'uscita palla a terra, creando attorno a sé un modello per tutta la Serie A. L'esempio più evidente è relativo al Derby di Milano, vinto 3-0, nel quale due goal nascono da una folta rete di passaggi eseguiti in rapida sequenza, nei quali Bastoni è il protagonista. Segnale di sana presa di coscienza nei propri mezzi e capacità di adattamento, già palesata nella sua versione primordiale, all'Atalanta. Gasperini diede al giovane azzurro il compito di impostare, e lui si dimostrò abile. Questi primi segnali incuriosirono diverse squadre, consapevoli del talento del ragazzo, che si accasò successivamente al Parma, dove continuò a condurre con abilità il gioco con i piedi. Oltre costruzione dal basso, però, Conte ha preteso variazioni di ritmo in verticale, volti a spezzare l'egido schema consueto. Una soluzione, quella dei lanci lunghi, adottata in poche occasioni, di norma con la squadra avversaria volta al pressing alto. Romelu Lukaku è il riferimento in avanti, complice la capacità di giocare con qualità ogni pallone utile. Bastoni è colui che prova a lanciare lungo. Esempio eclatante, il goal di Barella contro la Juventus. La centralità di Alessandro in rapporto alla giovane età ha conquistato i tifosi e ha rivoluzionato parzialmente l'approccio alle partite, fornendo alla manovra più qualità, come Bonucci alla Juventus per intederci.

FISICITA' E TEMPISMO: HA CONVINTO TUTTI

Conte lo ha subito inquadrato in campo e lo ha lanciato dal dicembre 2019. Le sue caratteristiche formano la complementarità perfetta con Skriniar e De Vrij. Il muro da loro composto è invalicabile: 38 reti subite in 38 gare, la miglior difesa della Serie A 2019/2020. Il classe '99 ha una statura fisica invidiabile, 190 cm d'altezza che lo aiutano nei duelli aerei, il reale punto di forza, in un calcio moderno che richiede fisicità. Anche in marcatura è andato crescendo, rendendosi più competitivo fisicamente e correggendo il tempismo sul pallone, neo dell'avventura ducale. In questo campionato ha una media di dribbling subiti pari allo 0.2 a gara, percentuale assai bassa, che ne conferma le capacità di posizionamento e lettura dell'azione. Inoltre, all'interno della partita, si è alternato più volte con i compagni, salvo avanzare quasi da libero nelle situazioni di punteggio sfavorevoli.

PULIZIA NELL'INTERVENTO e DUTTILITA'

Conte e l'ambiente lo hanno appellato quando è mancato di cattiveria agonistica, della quale forse risente tutt'ora. Complessivamente Alessandro è un giocatore pulito e poco avvezzo a interventi da cartellino (cinque in questa annata). Pochi i falli commessi e molteplici i palloni recuperati in maniera pulita, biglietto da visita che ne palesa la pulizia del gesto. Una maggior aggressività quando chiamato al contrasto, quella decisione nell'istante finale è ciò che gli manca per essere definito tra i migliori nel suo ruolo. Inoltre, il nativo di Castelmaggiore può ricoprire ogni ruolo della difesa, dal centro a quelli laterali. In passato ha convinto nella difesa a quattro e risulta essere assai duttile. Completo, si può definire cosi Alessandro Bastoni, nonché un lavoratore umile mai al di sopra delle righe. Mancini lo ha già fatto esordire, e lui non ha tremato contro la Polonia, dinanzi a colui che di cognome fa Lewandowski. Segnale promettente per una possibile pedina del nuovo ciclo nerazzurro. Alessandro Bastoni, fulgida speranza già realtà per il futuro. L'Atalanta lo rimpiange e l'Italia intera lo loda.