Meno quattro dalla vetta, è questo il distacco dell’Inter dal primo posto che settimana dopo settimana sembra avvicinarsi sempre di più per la squadra di Inzaghi. Dopo il passo falso con la Lazio, i nerazzurri hanno fatto quadrato e cambiato decisamente marcia evitando di perdere negli scontri diretti (battuto il Napoli e pareggiato il Derby) e approfittando del calo del Milan (un solo punto delle ultime tre) e della citata sconfitta del Napoli nello scontro al vertice di San Siro. Dietro alla crescita dei nerazzurri ci sono gli ampi meriti di Inzaghi capace in poco tempo di unire la filosofia più risultatista di Conte con la sua estetica di gioco. Lavoro certificato anche dal percorso europeo dei nerazzurri approdati dopo ben dieci anni di assenza alla fase ad eliminazione diretta grazie proprio alle idee del mister che ha saputo anche agire sulla testa dei giocatori che dopo un solo punto nelle prime due rischiavano di complicare ancora una volta il cammino in Champions.

Proprio il gioco sembra essere il fiore all’occhiello della gestione Inzaghi con una squadra meno pragmatica e più offensiva: ad aiutare la manovra, infatti, ci pensano anche i braccetti di difesa che diventano spesso dei veri e propri terzini che spingono sulla fascia. Senza la fisicità di Lukaku, poi, l’Inter è quasi costretta ad affidarsi al fraseggio aiutato però da Dzeko che riesce a svolgere sia il ruolo di regista offensivo (abbassando spesso la sua posizione fino al centrocampo) che di centravanti (come dimostrano i gol segnati fin qui). Pur ribadendo che la forza dell’Inter è quel suo essere squadra (elemento mancante delle stagioni post triplete) bisogna comunque lodare il lavoro dei singoli a partire da Brozovic,vera e propria anima del gioco che fa girare tutta la squadra con le sue giocate, e Perisic che ha ormai completato la sua trasformazione in esterno a tutta fascia e che risulta fondamentale in entrambe le fasi di gioco. Importante, poi, la ritrovata forma della fase difensiva meno ermetica della passata stagione (anche per via di un Handanovic meno performante) ma apparsa sulla via del recupero e che può contare sul jolly Dimarco e sull’usato sicuro di Ranocchia. In mezzo al campo oltre a Brozovic spiccano Barella e Calhanoglu, con il turco sempre più dentro al nuovo ruolo di mezzala, oltre a Darmian sempre più certezza sulla fascia destra.

Ci sono però anche dei problemi da risolvere per Inzaghi come la durata della squadra (che sembra avere un’autonomia di settanta minuti e che spesso si lascia attaccare troppo facilmente nei finali) oltre alla coperta corta in attacco dove oltre a Dzeko e Lautaro ci sono il discontinuo Correa e Sanchez (più fuori che dentro al campo).
Se il primo problema è solo tecnico (e l’unico che può risolverlo è l’allenatore) per il secondo si potrebbe provare ad ovviarlo durante il mercato di riparazione. Per completare la mediana il nome giusto sembra essere sempre quello di Nandez che potrebbe ricoprire sia il ruolo di vice Barella (hanno molte caratteristiche in comune) sia di esterno destro dando così una mano a Darmian viste le difficoltà di Dumfries nell’approcciare la realtà nerazzurra. Oltre alla formula (l’Inter dovrebbe fare ancora un mercato “ragionato”) a complicare l’affare potrebbe però contribuire la non semplice situazione del Cagliari al momento ultimo in classifica. In attacco qualsiasi movimento dovrebbe essere legato all’addio di Sanchez che libererebbe così un posto in avanti oltre la società dal lauto ingaggio da versare nelle casse del cileno. Il sogno di Marotta si chiama Raspadori (e non è impossibile visto l’ottimo rapporto con i neroverdi) l’obiettivo più fattibile (soprattutto se in prestito) è invece Jovic in uscita dal Real Madrid.

Come sempre poi si pensa al futuro con Marotta, Ausilio e Baccin (sempre più vicini al rinnovo) che stanno lavorando all’Inter che verrà: oltre ai rinnovi di Brozovic (più vicino rispetto a qualche settimana fa) e di Perisic (che viste le buone prestazioni potrebbe scegliere di restare a Milano anziché tornare in Germania) si sta lavorando per gli arrivi a parametro zero di Onana (che sarebbe il giusto sostituto di Handanovic) e di Luiz Felipe già allenato da Inzaghi alla Lazio e che rappresenterebbe il giusto acquisto per implementare il pacchetto arretrato. Sullo sfondo, poi, attenzione a Julian Alvarez attaccante del River Plate visionato in questi giorni da Baccin. Sul talento argentino ci sono anche gli occhi di Juventus e Milan ma chissà che la lunga lista di argentini in maglia nerazzurra non possa fare la differenza nelle scelte future del giovane attaccante.

Ora testa allo Spezia per i ragazzi di Inzaghi chiamati da qui alla fine dall’anno a chiudere alla grande il girone d’andata (cercando di accorciare ancora di più le distanze dal primo posto) e a provare ad arrivare primi nel girone di Champions visto che lo scontro diretto del Santiago Bernabeu (stadio che evoca ricordi piacevoli) vale appunto per il primato del gruppo.