Si sente dire in giro, da tempo, che Antonio Cassano (tifoso interista) non sarebbe un uomo furbo, sveglio, brillante. Ma diversamente da tanti giornalisti più accreditati e autorevoli, il barese ha già capito da anni quali sono i limiti dell'attuale tecnico del Biscione e soprattutto qual è l'handicap che gli pesa addosso come una catena o un freno. Anzi, una vera e propria àncora, che lo tiene bloccato al fondo di una mediocrità di risultati che minaccia seriamente la prosecuzione del miliardario rapporto contrattuale con la società italo-cinese. Cassano lo capì già anno fa di che cosa soffra la psiche calcistica dell'allenatore interista.
Da una parte, Conte sceglie, chiede e ora pretende giocatori già esperti, maturi, sicuri, dotati di esperienza e personalità, in grado fare i leader della squadra e di autogestirsi, di piazzarsi in campo con il "senso della posizione" che, invece, da un ventenne come Bastoni nessuno può pretendere ragionevolmente. Il tecnico nerazzurro vorrebbe nuovi calciatori - almeno vicini a trent'anni - con un curriculum ricco di successi e con il pedigree con militanze decennali in nazionale, che sarebbe garanzia di esperienza internazionale, aggressività "misurata" con l'avversario e pazienza con gli arbitri. Da quel che dichiara (informalmente) ai giornali sportivi, Conte sta occhieggiando Vidal e Dzeko, vuole trattenere Sanchez e non gli dispiace l'argentino Garay, davanti al quale persino Maradona mostrò la devozione ed il rispetto che un ragazzo deve ai Neanche fosse un vinattiere, un cantiniere, un enologo salentino Andonio li vuol invecchiati e strutturati, oltre che stagionati in barrique, i suoi nuovi acquisti, perché quello che cerca in loro è l'esperienza e la personalità. 

Attenzione, dunque, perché esattamente a questo punto, il professor Cassano ha già da anni alzato un dito per segnalare la "Contessa" e cioè la madre di tutte le tante e anzi infinite contraddizioni calcistiche di Antonio Conte: l'inconciliabile e incompatibile ed irrisolvibile ed inestricabile antinomia che affligge la psiche calcistica del tecnico interista. "Conte cerca e manda in campo soltanto i suoi soldatini", ha dichiarato un giorno Cassano ad un giornale sportivo. E se guardiamo l'allenatore leccese mentre assiste a una partita della sua squadra, l'impressione è proprio quella di uno stratega che pretende di guidare i suoi, addirittura, indicando loro la posizione da tenere in campo e i movimenti da fare, oltre agli assist da effettuare ai compagni, seguendo ben precise linee di passaggio del pallone e spostamenti dei giocatori già predeterminati a tavolino. A dettar le "diagonali" in difesa - se ci si fa caso - ben di rado è DeVrjii e più raramente ancora l'urlatore che ricorda ai compagni le chiusure archittetate in allenamento e i raddoppi concordati è Handanovic o Skriniar. L'assenza dei tifosi dagli stadi ci ha fatto sentire distintamente Antonio Conte che sbraitava i suoi ordini agli uomini in campo. "Fa questo, fai quello, vai indietro, avanza...". Ma ve li immaginate tre esperti ex campioni pluritrentenni come Vidal, Dzeko e Garay, che si sentono nelle orecchie per un'ora e mezza un esagitato che urla loro che cosa fare e cioé i movimenti da compiere e insegna loro come si gioca a pallone? Non è banale quello che di "patologico" - capiamo che sempre e solo di calcio stiamo parlando - Cassano ha notato nel suo corregionale Conte. L'allenatore dell'Inter cerca personalità spiccate, grandi esperienze, ricchi curricula, gloriose militanze internazionali, per poi negarle, offenderle ed umiliarle di fronte al pubblico di uno stadio? "Fai questo, mettiti da quella parte, vai lì, ritorna indietro", vuoi urlarlo in malomodo ad un pluritrentenne capitano della sua nazionale? Come direbbe, Crozza, travestito da Landini il sindacalista, in tivù: "Ma stai scherzandoooo...?".

Lo stesso allenatore che cerca equilibrio nella sua squadra, si è accorto dello squilibrio irrisolvibile di una pretesa contraddittoria come quella di trattare dei vecchi ex campioni alle soglie dei 40 anni come docili "soldatini" e addomesticati "robottini"? Se vuoi guidar i tuoi giocatori con il pungolo, il guinzaglio, la bacchetta, devi rivolgerti a promettenti giovanotti e ad aspiranti  campioncini di 21-22 anni al massimo. Ai vecchi devi dimostrare rispetto e collaborazione, ascolto e parità di rapporto, senso di responsabilità e spirito di squadra. Se te la prendi con i senatori - i Brozovic, gli Skriniar, i D'Ambrosio, cioé gli Spallettiani - e poi pretendi che in campo ti obbediscano come cani sapienti da circo equestre - è del tutto palese ed evidente a chiunque che tu stai squilibrando la tua squadra, non altri. Vuoi una squadra equilibrata, ma poi ne scuoti le basi, ne scrolli le gerarchie interne, ne mini gli assetti ormai consolidati e ne scardini i rapporti interni? Vuoi una squadra di "robottini" e di "soldatini" - che penda dalle tue labbra e ti segua come un cane ammaestrato - o vuoi una squadra di esperti protagonisti che si autogestiscano e autodeterminino? Vuoi una squadra equilibrata, ma ne dinamitardi i consolidati equilibri? Se cerchi disciplina germanica e automatismi meccanici, cercali tra i giovani esordienti. Se invece cerchi esperienza e personalità, cercale tra i vecchi campioni. Ma poi non trattarli da capricciosi ragazzini. L'acqua asciutta e il fuoco freddo - dicevano i vecchi una volta - non esistono e non li troverà mai nessuno. Neppure Antonio Conte, che ha l'età nella quale un uomo dovrebbe iniziare a mettersi d'accordo con se stesso.

Che cosa vuole precisamente l'allenatore interista dalla squadra? Se vuole continuare a trattare i suoi giocatori come "soldatini", "robottini" e "marionette", non può cercare vecchi campioni sul mercato. Ma se vuole esperienza, personalità e maturità, deve cercare proprio loro. E tant'è che a Verona recupera addirittura i matusa Godin e Borja Valero, dopo averli in precedenza bocciati entrambi. Se vuol equilibrio dalla squadra, non può continuare a sgridare Skriniar, Brozo, D'Ambrosio, che mi risultano contrariati, scontenti e stufi dell'allenatore. Insomma, che cosa cerca Conte? Vuole equilibrio, ma squilibra. Vuole esperienza, ma non ha fiducia nei suoi senatori. Cerca i vecchioni sul mercato, ma solo per trattarli da ragazzini. E poi ci si stupisce della schizofrenia di una squadra che ha metà dei giocatori sempre fuori ruolo? Davanti alla sgangherata difesa a tre manca il mediano frangiflutti. Il gigantesco Skriniar è costretto a giocare in agilità da terzino destro. Il terzino sinistro viene avanzato all'ala - con risultati spesso grotteschi - e il centravanti Lukaku viene obbligato a far (male) l'ala destra, mentre indistintamente tutti avanzano caoticamente, portando avanti il pallone attaccato al piede e senza mai un'apertura un po' più intelligente del solito passaggio in orizzontale, ad uno dei due esterni. 
Semplicemente agghiaggiandeee...