Più delle attuali condizioni di salute di Asamoah - in difficoltà per un ginocchio che gli fa male da tempo e probabilmente non guarirà senza una pur banale ripulitura chirurgica - il rovello che turba Antonio Conte, in questa vigilia del mercato, riguardo alle fasce laterali della difesa interista è la ridotta affidabilità del suo "terzo di sinistra": Federico Di Marco. Per il tecnico infatti, con il titolare africano in infermeria a curarsi, il suo vice Biraghi, né,  appunto, il suo "vice del vice", garantiscono la spinta dovuta e la copertura adeguata in un ruolo determinante nelle sue squadre, che si difendono a tre con il triplo stopper al centro. Ma si avvalgono sulle fasce laterali dei giocatori nel passato definiti "terzini fluidificanti" e oggi classificati invece come "laterali a tutta fascia".
Nelle squadre di Conte, per questo ruolo, servono almeno quattro specialisti di assoluta fiducia, in grado di esprimere cioé di assommare la tenacia difensiva dei vecchi terzini, la corsa e il dribbling delle "ali tornanti" di un tempo, la visione di gioco ed il senso di posizione dei centrocampisti migliori. Per lo spaventoso sforzo fisico di dover correre su e giù lungo la loro fascia di competenza con la responsabilità di rifornire l'attacco di cross possibilmente dalla linea di fondo e di tutelar la difesa sbarrando tutti gli spazi laterali, gli "esterni" di Conte sono. forse, i giocatori che lui si sceglie con la maggior cura e il puntiglio più selettivo. Non vuole sorprese in quel ruolo. Non si accontenta di accomodamenti, né di improvvisazioni. Se si sente garantito, accorda cieca fiducia. Se teme invece qualche carenza o mancanza, distrazione o insufficienza, non ci pensa un attimo e telefona ai manager: <Quello lì è certamente un buon ragazzo, ma non fa al caso mio. Ho bisogno di altro....>. E giù una lista di nomi e cognomi che - Conte è un uomo metodico e un manager che applica schemi e standard collaudatissimi - nella totalità dei casi hanno già giocato assieme lui nelle sue squadre. E per disciplina, carattere, tenacia, voglia di crescere pure soffrendo - e solo in seconda istanza per classe, talento, rendimento tecnico - possono migliorare il gioco, ma soprattutto i risultati, delle compagini che allena. Non a caso il tecnico leccese ripete spessissimo - come Diogene - <innanzitutto io cerco la persona...>. 

Adesso, conoscendo la predilezione di "Andonio" per i suoi ex giocatori, Marotta e Ausilio per rimediare alla prolungata indisposizione di Asamoah si sono avvicinati con il massimo della cautela al Chelsea dove, in quel ruolo, giocano due "contiani storici", come  l'italo-brasiliano Emerson Palmieri e lo spagnolo Alonso. Forse anche per i rancori insopiti di Abramovich per il tecnico salentino (che per un contenzioso giudiziario di recente gli ha legalmente "sfilato" un pacco di milioni a titolo provvisionale...), i londinesi hanno sparato altissimo per entrambi. Tra 25 e 30 milioni, per lo spagnolo (che peraltro fa arricciare tanti nasi italiani perchè non ama difendere, tantomeno inseguire gli avversari e si esalta sempre e solo palla al piede). Addirittura tra i 35 e i 40 per l'azzurro di Roberto Mancini! 
Risultato: economicamente inavvicinabili entrambi. Bisogna pensar ad altro. Si dice che il dg Marotta abbia proposto a Conte il ritorno anticipato di Dalbert (assai migliorato negli ultimi tempi a Firenze) nell'ambito della, probabile, cessione di Politano alla Viola. Ma la smorfia scettica del tecnico ha subito archiviato il dossier.
Tra i giornalisti disinformati resiste, in proposito, la finta candidatura - come un falso bersaglio o uno "specchietto per allodole" - del francese del Psg Layvin Kurzawa (27 anni) ormai a fine contratto e comprabile quasi a zero. Ma non ha giocato quasi mai, finora, il ragazzo, per i postumi di un infortunio, che sta complicando la convalescenza e allontanando la piena ripresa. Impossibile che Conte e Marotta meditino di sostituire l'infortunato in via di guarigione (Asamoah), con il convalescente clinicamente già guarito, ma lontano dalla forma e da lunga pezza tenuto in panca dal tecnico del Psg. E' altrettanto improbabile che Suning vada a bussare in Olanda per l'argentino Tagliafico (27 anni) che costa una tombola. E' a questo punto della vicenda che - rivelano i ben informati - Marotta presenterà a Conte una corposa e meditata lista di "papabili", in grado di soddisfare le aspettative tecniche di "Andonio" e la parsimonia degli Zhang.

Secondo l'opinione dei più, nella suddetta lista è molto improbabile l'assenza di tre nomi - quelli di un serbo, di un belga, di un francese - che solleticano da qualche settimana gli interessi dei mediatori, degli intermediari e degli agenti dei calciatori. Miroslav Bogosavac è il terzino sinistro (23 anni) titolare della Nazionale Serba, Elias Cobbaut è il "collega" (22 anni) della Nazionale Belga, mentre (ha 28 anni) Frank Tabanou è arrivato a fine contratto con il Guingamp. Nonostante siano già nella Nazionale il serbo (alto 1,77) e il belga (alto 1,88 proprio come Facchetti...) evidenziano un margine elevatissimo di miglioramento. Viceversa, Tabanou è un giocatore già maturo, che nella corsa sulla fascia e nella grinta difensiva dimostra le sue doti migliori. Contenuti o addirittura bassi - nessuno supera cinque milioni - i prezzi dei tre terzini sinistri citati. Il serbo (ambidestro) è quello che palleggia meglio. Il belga tira autentiche cannonate di sinistro pure da fermo e diventa una preziosa risorsa ulteriore per l'attacco quando gliene danno l'occasione.
Secondo le indiscrezioni, l'Inter (c'era ancora il serbo Dejan Stankovic in società) e il Bologna (pressanti sollecitazioni dalla Serbia sono giunte a Mihailovic) sono le squadre italiane più attente e vicine all'emergente Miroslav Bogosavac. La Juve e il Napoli si sarebbero già interessate a Cobbaut, mentre Roma e Atalanta a Tabanou. Pare una strana coincidenza, ma nel prossimo mercato di gennaio l'articolo più richiesto dalle italiane sarà proprio il terzino sinistro.
Anzi, meglio, pardon: il cosiddetto laterale sinistro a tutta fascia.