E' difficile stabilire una connessione causale diretta tra il gol di Cristiano Biraghi giusto qualche attimo prima del gong finale di Polonia-Italia e la rete dell'italo-brasiliano del Genoa Carlos Bessa, che qualche ore fa ha interrotto la corsa allo scudetto della Juve. Quei due gol, segnati entrambi in trasferta, hanno assunto subito valore epocale. Cristiano ha ridato fiato alla Nazionale tricolore e Carlos potrebbe avere riaperto il campionato. Ma basta questo per ipotizzare un qualche oscuro denominatore comune ai due storici gol segnati da due ragazzi che si conoscono molto bene avendo giocato a lungo insieme nelle fila dell'Inter Primavera con Fulvio Pea (dal 2009 al 2011) e con Stramaccioni fino al 2012? Anche se nessuno dei due entro' mai a far parte ella rosa di prima squadra (neppure in panchina.....) Cristiano e Carlos portano in fronte e nel cuore un marchio di fabbrica mato dalla tifoseria interista. Bessa e Biraghi sono stati compagni di squadra nelle quattro o cinque diverse (ma sostanzialmente omogenee.....) formazioni dell'Inter Primavera - iovani detti oggi "canterani" - che vinsero parecchio nella categoria (come una Champions Under 18, un paio di tornei di Viareggio e qualche scudetto). Ma soprattutto fornirono alla Nazionale Under 21 una formidabile selezione di promesse e talenti emergenti individualmente validi, ma anche affiatati ed amalgamati ai compagni di squadra come moschettieri o commilitoni di una legione romana.

Numerosi sono i tifosi della Beneamata Neroazzurra che ricordano con legittimo orgoglio l'ossatura difensiva di quella Nazionale Under 21 - Bardi (portiere passionale con lo stile di Zenga), Donati (terzino piccolo di statura con feroce dedizione puntuale agli anticipi), Biraghi (volenteroso laterale mancino con buona precisione dei cross dal fondo e un prepotente tiro in porta), Bianchetti (stopper fisicamente robusto, fortissimo di testa, ma anche veloce e scattante), Caldirola (un centrale mancino sempre corretto, ben dotato nei rilanci ed elegante nel disimpegno) - che sfioro' il successo agli Europei di categoria del 2013. L'Italia di Devis Mangia vinse la semifinale con l'Olanda ma perse la finale con la Spagna.  
Oltre a quello straordinario pacchetto difensivo la Primavera interista che aveva preso forma via via nei precedenti quattro anni poteva contare su un mediano di straripante forza fisica come Duncan (oggi al Sassuolo), su un regista arretrato preciso, ordinato e compassato come il friulano Crissetig (inspiegabilmente mai sbocciato, finora, malgrado i tanti prestiti e oggi al Frosinone ancora in panchina....), un centrocampista con una ammirabile progressione palla al piede e spettacolari capacita' di inserimento di testa sui cross dalle fasce, come Benassi (che si e' affermato nella Fiorentina e non ancora in Nazionale), una coppia di punte animose, aggressive e arrembanti come Longo (da anni prestato in Spagna dopo qualche rara apparizione da riserva su diverse panchine italiane) e Livaja (croato attaccabrighe approdato di recente in Nazionale come vice Mandzukic...). Il solo e unico di quella nidiata che non ha piu' dato importanti segni di se' e' stato l'ala/mezzala destra Romano', che non e' piu' riuscito a districarsi da quei prestiti a squadre meridionali mai concretamente interessate all'affermazione, alla maturazione,  al successo di un giovane arrivato in prestito gratuito dalle potenti societa' del nord. 

Si lasci dire al tifoso - che al pari di un padre li ha amati tutti quei ragazzi, con la stessisima stima e la medesima simpatia - che in quel team probabilmente non erano Daniel Bessa e Cristiano Biraghi gli alfieri migliori, i talenti piu' luminosi, gli assi sui quali fare piu' affidamento per il futuro. Nessuno di loro si e' poi affermato nell'Inter, anche se il regolamento in vigore della Champions (con le restrizioni del fairplay finanziario) oggi favorirebbe l'inserimento di "canterani" nelle rose di giocatori per la competizione europea.
Ma l'Apocalisse tedesca che ha inghiottito sia Caldirola che Donati (emigrati in Germania per uno stipendio onorevole e una carriera decososa) ha sottratto due promettenti calciatori al campionato italiano. Inspiegabilmente, Bardi e' scivolato con Crissetig nella panchina ciociara e si teme che ora possano finir entrambi in tribuna, per un carattere forse poco grintoso. Bianchetti si e' infortunato gravemente oltre un anno fa a Verona ed e' uscito dal giro. Con le sue vigorose accelerazioni, il destro violento, l'eccezionale tempismo dei suoi colpi di testa, Benassi farebbe la fortuna di mancini, che non ha mai smesso di cercare "Un mediano che si inserisce....". Ma Duncan, non vale gia' Gagliardini (costo 35 milioni)? E Biraghi e' realmente inferiore a Dalbert (costo 26 milioni)? E il regista/rifinitore/trequartista Daniel Bessa corre meno del presuntuoso Joao Mario (costo 40 milioni) e segna forse meno di lui che non segna mai? Il play basso Crissetig  che ammuffisce tristemente sulla panchina frusinate e' tanto meno ordinato, preciso e scolastico spagnolo Borja Valero (costo 5 milioni)? Caldirola non prometterebbe un rendimento piu' alto di quello garantito da Ranocchia (stipendio 2,5 milioni l'anno)? E se non altro per schierare due uomini in piu' (due canterani dei vivai giovanili) nella rosa di Champions, all'Inter non converrebbe, forse, riprendersi qualcuno di questi giocatori ex giovani ed ora comunque maturi e piu' sicuri di se'? Bessa e Biraghi, con i loro due gol, hanno dimostrato che Fulvio Pea e Stramaccioni non vedevano certo lucciole per lanterne, quando li schieravano nelle loro travolgenti formazioni.
Adesso, dovrebbe essere il turno di Benassi a farsi vivo. Ma per rinforzare la squadra nel mercato di gennaio io un'occhiatina la darei a quelle formazioni della Primavera neroazzurra. Anche perche' quei ragazzi sono - tutti - rimasti interisti nel cuore.