"Tutte le lettere della parola Milan sono comprese nel mio cognome" Paolo Maldini 

Come un fulmine a ciel sereno c'è stato l'addio di Paolo Maldini come dirigente del Milan. Un comunicato formale e freddo, quasi distaccato quello fatto dal Milan di Red Bird per annunciare al popolo rossonero che Paolo Maldini non è più il direttore tecnico dell'area sport del Milan.

"Ac Milan annuncia che Paolo Maldini conclude il suo incarico nel Club con effetto dal 5 giugno 2023.
Lo ringraziamo per il suo contributo in questi anni con il ritorno del Milan in Champions League e con la vittoria dello scudetto nella stagione 2021-2022.
Le sue responsabilità saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà in stretto contatto con il Coach della prima squadra, riportando direttamente all'Amministratore Delegato".

Io sono un Maldinista per cui l'addio di Paolo Maldini per me è una sorta di lutto, come a vivere i giorni dell'abbandono. Vedevo in Paolo Maldini la figura del garante, ed era per me tifoso un forte punto di riferimento che mi tranquillizzava sulla bontà del progetto e sulla competitività del Milan.
Se vogliamo, era anche una sorta di parafulmine per la proprietà perché comunque essendoci lui in società, il tifoso tendeva bene o male ad essere più leggero nelle critiche proprio perché c'era Maldini che era visto come una sorta di marchio di garanzia di qualità del prodotto Milan.

Sono perfettamente conscio che il calcio sta andando in una direzione completamente diversa a quella dove c'era il padre-padrone come accadeva con Silvio Berlusconi quando era il patron del Milan attraverso la sua holding, la Fininvest. Il calcio sta andando in una direzione dove le bandiere non esistono più e dove il pragmatismo, la praticità e la competenza sono capisaldi base, principi cardini della gestione di un club. Zero sentimentalismo. Per gli americani il Milan è una azienda come le altre che deve fatturare e vincere. Per fare questo si scelgono gli uomini migliori del momento senza tenere conto del loro passato e della loro storia. Non si guarda in faccia a nessuno. Si guarda solo alla competenza e ai risultati ottenuti.
È una gestione anche cinica se vogliamo ma non necessariamente sbagliata del tutto. Io con gli occhi del tifoso non vedo il Milan come un prodotto imprenditoriale, c'è un legame affettivo per cui la vedo per forza di cose diversamente, tuttavia devo anche essere capace di mettermi nei panni di chi gestisce l'azienda Milan e cercare di capire il perché di questa scelta.
Il calcio non è più quello degli anni 90-inizi 2000, dove c'era meno competizione economica rispetto ad ora. Oggi non si può competere economicamente con certe potenze sportive, specialmente coloro che hanno come proprietà interi stati dietro oppure con quelle della premier league inglese o che hanno da anni gli stadi di proprietà.
Ora per competere occorrono le idee, avere delle idee in più rispetto ai tuoi competitor. E Zelus Analythics è a tutti gli effetti una idea in più che il Milan ha a disposizione rispetto alla concorrenza e che potrà sfruttare. È una azienda leader nel settore data analisi dei calciatori. Verrà sfruttato anche per il calciomercato insieme anche a Geoffrey Moncada che sarà in qualche modo il nuovo 'boss' del mercato del diavolo.

Moncada è estremamente competente ed efficace nello scouting. A tal proposito ha dichiarato: "Viaggio molto e vedo che il mercato più forte è quello francese. Non vado matto per quello brasiliano: è troppo costoso e comporta difficoltà di adattamento. In Francia, invece, il mercato è incredibile: in ogni club si trovano dei giocatori interessanti"
Moncada è già a tutti gli effetti operativo nel mercato del Milan dal 2018. E gli acquisti francesi come Theo Hernandez, Maignan, Kalulu portano anche la sua firma. 

L'addio ďi Paolo Maldini è stata una forte scossa per me tifoso rossonero, un grande shock emotivo. Devo comunque sforzarmi di non essere prevenuto e giudicare in maniera obiettiva l'operato del nuovo corso del Milan senza Maldini. Farò come i gatti. Osservo rintanato e starò guardingo cercando di capire in che direzione sta andando questo nuovo Milan.
Indipendentemente dal grande dispiacere che uno può avere per l'addio di Paolo Maldini, bisogna comunque ammettere che non siamo di fronte a degli scappati di casa. Gente preparata e competente che sa il fatto suo e che propone un metodo di lavoro innovativo, nuovo, moderno, che proprio perché non lo si conosce bene, può portare spavento o fa porre degli interrogativi. Ma possiamo stare certi che comunque, nel momento in cui una proprietà per rilevare una squadra, in questo caso Red Bird che rileva il Milan dal fondo Elliott e si impegna per 1.2 mld o 1.3 mld, è evidente che mette al suo interno, nell'organigramma della società, professionisti di prim'ordine, competenti nelle mansioni a loro assegnate e che sanno cosa fare. E farlo bene e ad alti livelli. Il Milan è in mano a gente capace. Che poi gestiscono il Milan con una freddezza e un cinismo imprenditoriale che a me tifoso non fa sicuramente piacere, fino a quando non mi porta dei trofei, questo è un altro discorso. Perché se poi vincono ovviamente da "brutti sporchi e cattivi" diventano "belli, puliti e buoni".

Paolo Maldini ha iniziato la sua carriera da dirigente del Milan il 5 agosto del 2018 come direttore dello sviluppo strategico dell'area sport. Praticamente quasi 5 anni da dirigente. I meriti li ha eccome. Ha riportato il Milan ad alti livelli facendolo uscire dalla palude di mediocri risultati in cui stava sprofondando. Ha costruito basi solide che porteranno altri trofei in futuro. La storia di Paolo Maldini con il Milan è eterna e non finisce di certo qui.
Andò a Ibiza a trattare e a convincere Theo Hernandez a vestire la maglia del Milan. Con l'aiuto di Furlani ha chiuso l'importantissima trattativa per il rinnovo di Leao. Con Frederic Massara e Geoffrey Moncada è stato protagonista in un grande team di lavoro e con Leonardo e Boban in precedenza anche, con grandi sessioni di mercato. Ovviamente alcune operazioni le ha sbagliate, come sbagliano tutti ma il Milan adesso ha una situazione economica solida e florida, il bilancio ripianato e addirittura in utile e qualche merito lo avrà avuto anche lui in tutto questo.
Ha contribuito a fare vincere lo scudetto al Milan, il 19esimo con Pioli in panchina, scelto da lui. Il più bello della storia del Milan. Maldini anche da dirigente ha lasciato il segno.
È da comprendere ed è più che normale che molti calciatori che hanno legato con lui siano rammaricati dell'addio di Paolo Maldini. Ma anche noi tifosi siamo rammaricati, ma il Milan continua ad esistere anche senza Maldini dirigente. E come noi tifosi continueremo a tifare per il Milan, gli stessi calciatori continueranno a giocare con il Milan. Si tifa Milan a prescindere da tutto, da chi è proprietario, da chi è dirigente e così via. Se si rispetta Maldini si rispetta il Milan. Se si vuole bene a Maldini, si vuole bene al Milan. L'unico modo per dimostrare affetto e riconoscenza a Maldini è fare il bene del Milan.
Il calcio è fatto di cicli che si rinnovano. E anche la storia di un club è fatta di cicli che hanno un inizio ed una fine.
Red Bird ha come uno dei suoi obiettivi principali lo stadio nuovo del Milan e lo farà. La strada intrapresa è comunque virtuosa. Poi una volta valorizzato il Milan e aver regalato al Milan uno stadio di proprietà e avendolo valorizzato ancora di più come brand rendendolo vincente, lo venderà per trarne un guadagno.

L'addio di Paolo Maldini come dirigente è un fatto storico che non può lasciare indifferente chi è tifoso del Milan. Red Bird con questa scelta si è preso un enorme responsabilità. Da quello che si evince Maldini voleva una maggiore autonomia che Red Bird non ha voluto concedere. La cosa certa è che adesso si gioca a scacchi e non a dama. Ora diventa tutto più complesso. Red Bird deve vincere subito con il Milan. Le pretese e le pressioni aumenteranno nei confronti della proprietà americana in maniera esponenziale. Chi è causa del suo mal pianga sè stesso, chi è causa del suo bene, gioisca delle lodi degli altri. Hanno voluto il Milan. E ora devono vincere. Aumentare il fatturato non basterà.
Gerry Cardinale con la sua Red Bird con questa scelta si è preso la più grande responsabilità che mai potesse prendersi rinunciando a Maldini. Adesso il parafulmine non ce l'hanno più. Si gioca a carte scoperte.
Red Bird è obbligato a fare bene sin da subito. In bocca al lupo.