Mateo Kovacic con il suo talento, con le giocate e l'ingenuità dei suoi vent'anni ha fatto innamorare un popolo, dal palato fino, come quello dell'Inter. La discontinuità delle sue prestazioni non è mai stata un problema per tifosi che, in lui, vedevano la colonna portante di un futuro radioso. Quando si presentò a Milano per la prima volta, da semi sconosciuto, portava sulle spalle un fardello da 11 milioni, oltre al numero 10 appartenuto a Sneijder fino a qualche giorno prima. Il ragazzo ha, però, mostrato spalle larghe facendo subito breccia nel cuore dei tifosi con le sue prestazioni. All'inizio del mercato il Liverpool lo ha cercato con insistenza, arrivando ad offrire circa 30 milioni, nella speranza di mettere a segno un colpo sulla falsa riga di quello che portò Coutinho ai Reds proprio pochi giorni prima dello sbarco in Italia del giovane croato. Sui social network, però, la tifoseria si è opposta con forza ad una possibile cessione del numero 10 coniando peraltro anche l'hashtag "#SaveKovacic". La società ha dunque voluto chiarire che non esistevano trattative e, anzi, ha sottolineato che il classe '94 ed Icardi sarebbero stati le colonne portanti dell'Inter del futuro. Tutto vero, salvo offerte irrinunciabili. Perché si sa, nel calcio di oggi non esistono bandiere perché non esistono incedibili. Certo, se a bussare alla tua porta è il Real Madrid che reca in mano 40 milioni dire di no è difficile. I Blancos hanno imbastito una trattativa lampo chiusa nel giro di poche ore. La società milanese ha ottenuto la cifra richiesta, mettendo anche a bilancio una grossa plusvalenza, il Real si è accaparrato uno dei più promettenti talenti del panorama mondiale e Kovacic giocherà per la società di calcio più importante del mondo. Tutti felici insomma... O forse no. Il valore del croato è triplicato nel giro di tre anni, nonostante prestazioni altalenanti e risultati di squadra molto modesti; questo è indicativo delle potenzialità enormi che tutti abbiamo intravisto. Probabilmente tra due o tre anni staremo parlando di uno dei migliori centrocampisti del mondo, e resterà nella mente dei tifosi il malcontento per aver perso un altro grande talento. "Hisoria magistra vitae" diceva Cicerone, sbagliando forse perché il caso Coutinho non ha insegnato nulla, perché in Italia non si ha pazienza per aspettare un campione del futuro, perché si vuole tutto e subito e si finisce poi per non avere nulla né oggi né domani. Dunque Mateo saluta i colori nerazzurri e abbraccia il bianco di Madrid, con un'eredità ancora più pesante, perché 40 milioni per un ragazzo di vent'anni sono tanti, ma anche con la consapevolezza che i più forti di tutti lo hanno scelto, e con la certezza che se dovesse andare male in Spagna, a Milano avrà sempre una casa e tante persone ad aspettarlo.