La corsa al campionato è sempre più aperta ed incerta; dopo la vittoria casalinga della Juventus sul Napoli, infatti, i ruoli si sono ribaltati e la Vecchia Signora è tornata a sedere sul trono di regina d'Italia. Il match di Torino ha evidenziato tutte le qualità della squadra di Max Allegri, capace di centrare la quindicesima vittoria consecutiva proprio nella partita più importante, è ora lanciatissima verso il quinto scudetto consecutivo. Il Napoli esce solo parzialmente ridimensionato dalla gara dello Stadium, ma con la consapevolezza di aver perso una grande occasione per staccare i rivali di sempre. La prestazione degli uomini di Sarri è stata più che positiva anche se un po' timida. La poca abitudine dell'ambiente partenopeo a certe posizioni di classifica, alla fine, ha fatto la differenza, in negativo. A nulla è servita l'ennesima grande prestazione di Gonzalo Higuain e Lorenzo Insigne, di gran lunga i migliori del Napoli insieme a Pepe Reina. A sbocciare definitivamente nella notte più importante è stato Paulo Dybala, vero trascinatore di una Juve nuova e giovane; la voglia di vincere dei bianconeri non è mai calata e nel momento decisivo i campioni d'Italia in carica si sono ripresi lo scettro che era stato retto da altri per tutta la durata di questo campionato. La stagione non è finita, è vero, ma ora si complica la strada del Napoli verso quello che sarebbe uno storico scudetto. A fare la differenza potrebbero essere le coppe, ma la Juve, al momento, sembra avere una marcia in più. Il 2-0 dei bianconeri, rotondo, non lascia spazio a polemiche. Grande prestazione di tutti, a partire dalla difesa: solida e mai troppo in affanno; a centrocampo la classe di Pogba e la concretezza di Marchisio, che ha sbloccato il match con un grande gol da fuori, hanno prevalso sul palleggio di Jorginho e gli inserimenti di Hamsik. Nulla quaestio davanti dove Morata e Dybala si trovano a meraviglia, si mandano in porta con una facilità disarmante e si divertono. Sono loro i veri campioni della squadra e lo dimostrano nel secondo gol: imboccata di Morata e tiro, chirurgico, di Dybala all'angolo, dove non può arrivare nemmeno Super Reina. La lotta non è finita, ma i campioni in carica sono di nuovo i grandi favoriti. La sfida del Franchi era, senza dubbio, altrettanto decisiva in ottica Champions League. La Viola veniva da un periodo di risultati e prestazioni altalenanti; i giocatori che avevano fatto la differenza ad inizio stagione parevano appannati ma Sousa ha comunque puntato sui uomini di fiducia per la partita più delicata, quella contro l'Inter. Kalinic, però, ha dimostrato ancora una volta di non essere più il killer di inizio stagione e Vecino e Valero in mediana sono stati capaci di contribuire solo ad un possesso palla sterile che non ha portato i frutti sperati. Il momento di calo, anzi di crisi, dei toscani è sempre più profondo. I rapporti tra tecnico e società sono ai minimi storici e la piazza è tutt'altro che tranquilla. La contestazione nei confronti della società a fine partita è il perfetto ritratto del momento in casa viola; di tempo per ripartire ce n'è, questo è certo, ma con l'Europa League alle porte non sarà facile. Al contrario i nerazzurri arrivavano dal peggior periodo stagionale; tre i gol subiti contro Juventus, Milan e Verona. Molto più di un campanello d'allarme per Roberto Mancini che sulla solidità difensiva aveva fondato la sua squadra. Nella partita di Firenze, però, si sono ritrovate le vecchie certezze. Miranda è stato perfetto, Murillo preciso e Handanovic imperforabile. Si è visto, finalmente, anche un buon Kondogbia; il migliore stagionale insieme a quello visto a Torino contro i granata. Davanti Icardi non si ferma più ed Eder continua ad offrire prestazioni generose ma comunque di qualità. Perisic si dimostra ancora una volta l'uomo più in forma dell'Inter e mette a referto il secondo assist consecutivo, sempre per il capitano. Sulla destra Biabiany porta a casa una sufficienza dando tutto fino all'uscita dal campo per crampi. Medel, ancora una volta incredibile nel recupero di palloni, evidenzia tutti i suoi limiti in fase di impostazione rendendo ancora più chiara, laddove ve ne fosse bisogno, la necessità di un centrocampista dai piedi buoni per la prossima stagione. Ora i nerazzurri tornano sul podio con la Roma più vicina e la Fiorentina sempre lì. Se il periodo di crisi è realmente finito sarà solo il tempo a dircelo, intanto Mancini si gode la zona Champions ottenuta sul campo di una diretta concorrente; bella vittoria per i nerazzurri, quasi inutile dirlo per 1-0. Decide Mauro Icardi.