Premesso: concordo con Spalletti, al 100%, quando dice che al momento preferisce Koulibaly a chiunque altro. Del resto, anche Giuntoli ha espresso lo stesso pensiero raccontando di quell’offerta totalmente fuori dai parametri del Napoli, con 60 milioni lordi messi sul piatto per i prossimi cinque anni per far rimanere il nostro fortissimo centrale.
Il Napoli, quindi, dal canto suo ha lasciato aperto un portone vista mare al senegalese. E lui? Beh, quello che quando arrivò venne ribattezzato con l’odioso nomignolo di “Koulibacess” da chi oggi lo piange ancor prima di vederlo partire, deve legittimamente fare le sue valutazioni e capire se vuole continuare in azzurro o andare a giocare in un campionato di tutt’altro livello, non per soldi ma per forti e condivisibili ambizioni sportive.
Ergo, ribadendo che al momento non sostituirei Koulibaly con nessuno, anche perché quelli difensivi sono gli equilibri più difficili da ricostruire (Manolas docet), al contempo penso alla storia recente e meno recente del Napoli targato De Laurentiis e resto comunque tranquillo.
Una squadra che, al di là dei soliti deliri colmi di odio malato e malafede/incompetenza, ogni volta che ha salutato un big, ha poi alzato l’asticella della propria competitività.
Dopo le partenze di Lavezzi e Cavani (anche loro passati da “il solito ... prende solo sconosciuti” a “il ... vende i migliori”), arrivarono un giovanissimo Insigne (dalla B), poi un certo Higuain; i vari Callejon, Albiol e Mertens, con una campagna acquisti che se fosse stata fatta a Torino o a Milano sarebbe stata celebrata per un’intera stagione. Qui, invece, si piangeva la partenza di Quagliarella insultando Callejon che “se era fort’ c’ho reven a nuje?” e ovviamente anche Mertens:“E chi o’ sape a chisto?”.
Perché a molti, a Napoli, non manca solo la competenza, ma anche la memoria unita alla capacità di imparare dai propri errori passati, migliorandosi.
Poi va via Higuain, con quella clausola impagabile da 94 milioni pagata dalla Juve e cosa succede? Il Napoli va, per la prima volta, sul serio vicina ad uno scudetto. Per molti, me incluso, lo vince sul campo facendo ben 91 punti e continuando a competere a livelli ancora più alti rispetto a quando in rosa aveva l’argentino.
Via Hamsik ed arriva Ruiz. Parte Milik, dentro Lozano e Osimhen, che al di là dei rendimenti registrati fin qui, hanno rappresentato uno sforzo enorme per le casse societarie, con oltre 100 milioni di investimenti in piena pandemia ed avendo saltato la Champions per due anni di fila.
Ci saluta Sarri e Adl piazza il colpo Ancelotti, spiazzando tutti e dimostrando con i fatti che l’idea di “ridimensionamento” annunciata (quasi sperata) da un certo (non) tifo ad ogni cambio panchina e/o calciatori simbolo è ben lontano dai suoi piani.

TANTA PLAYSTATION, POCA COMPETENZA (E MEMORIA)
Poi, si sa: a differenza di chi gioca solo alla Playstation e non sapendo fare nulla si convince di saper fare tutto meglio di chiunque altro, non tutte le ciambelle vengono con il buco. Oltre ad Ancelotti arriva anche un altro colpo, Manolas. Anche lì, il Napoli è poco fortunato ed il greco fa flop, come il tecnico di reggiolo al secondo anno.
Il resto è storia, la scommessa Gattuso con una Coppa Italia portata a casa e quel maledetto Napoli – Verona che fa perdere la Champions per un punto. E ancora aria di “ridimensionamento”, insulti, minacce, lo stesso numero di abbonati di una squadra di B.
A quel punto Adl prende Italiano, vende tutti i Big e si gioca la Conference League. Ah no, scusate: questo era quello che si aspettavano i soliti “napulegni” informati.
In realtà, dopo due anni fuori dalla Champsion, Adl investe ancora e piazza il colpo Spalletti, non certo un esordiente economico. I rinnovi ai giocatori importanti, il monte ingaggi che sale oltre il limite di sostenibilità.
Ora il Napoli è ad un bivio cruciale: ha già perso Ospina ed Insigne, vedendo per ora lontano anche Mertens. Non può certo permettersi di perdere anche Koulibaly senza piazzare almeno due colpi importanti tra difesa e porta, riportando il belga all’ovile.
Mio pronostico: Mertens alla fine rientra a “casa”, Koulibaly viene ceduto solo con alternativa concreta ed un portiere arriva.
In ogni caso... ti vogliamo bene Kalidou.