SU ELMAS, MERET E QUELLO CHE SERVIREBBE AI GIOVANI TALENTI

Oggi, questo ragazzo appena 22enne, ha fatto un'altra gran bella partita. In tanti, oggi, lo applaudono, salvo dirci che "non è da Napoli" quando la prestazione è deludante. Ma il problema è proprio questa immaturità cronica che riguarda buona parte della tifoseria. Moltissimi, infatti, dimenticano l'età di questo ragazzo, che di sicuro in diverse partite, anche a causa dei tanti ruoli ricoperti, è parso in effetti spaesato, inconcludente e...snervante.

Ma è arrivato qui a 19 anni, giocando poco o nulla per circa due anni. Questo è il primo nel quale può contare su una certa continuità lato presenze e fiducia dell'allenatore. Cosa banale che forse per questo viene tanto ignorata: i giovani hanno bisogno di giocare, tanto. Molto più di chi è già "arrivato" ed ha una certa esperienza (vedi Ibra o vedi Mertens). Vale per lui e per ogni altro giovane di talento, in particolare se gioca in porta (vedi Meret)

A proposito proprio di portieri: Donnarumma ha avuto almeno 3 anni per maturare come estremo difensore titolare del Milan e di "papere" ne ha collezionate tante, prima di prendersi il ruolo di erede di Buffon. Non sto dicendo che Meret abbia il potenziale di Donnarumma, ma che pretendere da un portiere tanto giovane costanza di rendimento e fondamentali perfetti è semplicmeente folle.

Troppi ottimi e giovanissimi talenti sono stati bruciati per questa isteria di massa che dai giovani promettenti pretende la consacrazione a fenomeni in 4 o 5 gare, al massimo in un anno. 

O fenomeni subito o via, che lascino spazio ai già pronti, che noi "dobbiamo bencere". Poi però c'è gente che invoca "o settor'giovanile", quando se un ragazzo non ingrana subito viene poi massacrato e gli viene chiesto di andare via perché "servono giocatori esperti".

Ma il punto è che, a non essere pronti e degni per squadre competitive e con la rosa lunga, sono proprio certi tifosi. Elmas, Meret e direi anche Zanoli: hanno bisogno di spazio, di mettersi alla prova costantemente, di trovare e valicare i propri limiti. Di sbagliare, anche con errori marchiani, non dovendo poi aspettare un mese per provare a rifarsi.

Il fisico, ma anche la mente, si temprano per alti livelli, solo se ad alti livelli e per il giusto tempo ed il giusto numero di volte vengono messi alla prova. In questo modo, potremo dire se la promessa è stata mantenuta o meno, senza rimpianti e senza aver "bruciato" nessuno caricandolo di pressioni ed aspettative irrazionali.

E no, non è detto che mandarli a giocare in B o in altre squadre di medio-bassa classifica in A possa aiutarli a crescere, perché una cosa è giocare per un titolo, un piazzamento CL, insieme a tanti altri campioni, altra è militare in squadre che con 50 o 60 punti si ritengono soddisfatte. Questione di mentalità, di ambiente, di ambizioni, di tensioni, di compagni di squadra d'altro tipo.

Ricordiamocelo, quando questi ragazzi non fanno quello che ci aspettiamo. Pensiamo più da padri e meno da bimbi tifosi impazienti.