Ultimamente, molti (non) tifosi napoletani sono colti da un vero e proprio disturbo mentale, una irrequietezza isterica e delirante che si è trasformata in ossessione: lo scudetto non è più diventato il sogno di una squadra, che per quanto competitiva resta un'outsider.
No: lo scudetto ora è minimo sindacale, pretesa urlata quotidianamente. Se non si vince, occorre sobillare rivolte, lanciare minacce ed offendere con ogni epiteto la proprietà; addirittura organizzare ridicole raccolte firme per chiedere ad Aurelio De Laurentiis di lasciare subito la squadra. "Vendi e vattene", è diventato il mantra di questa estate napoletana.
Addirittura, si fa ironia sulla "musichetta" dalla Champions, divenuta scontata e non più emozionante per codesti involuti, che si dicono "offesi" dalle frasi del presidente romano-napoletano. "Ci ha definito vessati dalle mogli. Se ne deve andare" o, ancora peggio: "Ha detto che non gli piace la pizza napoletana".
Macchiette provinciali, avvolte nel loro scomposto campanilismo bavoso. Sono molto rumorose, ignoranti come una pietra di tufo ma convinte di poter dire la propria su qualsiasi argomento dell'umano scibile. Vogliono il cambio di proprietà, subito, senza neppure sapere a favore di chi.
Deve andarsene De Laurentiis e per il Napoli si tornerà a ciò che si è sempre fatto in quasi 100 anni di storia: competere alla pari con le big europee e fare incetta di scudetti in Italia.

Ma, a conti fatti, è veramente così automatico un miglioramento fulmineo e devastante, a seguito di un cambio di proprietà?
Soprattutto: tale miglioramento è veramente così marcato quando magari la squadra ceduta ha già sfiorato il suo massimo ponderabile, considerando storia, blasone, bacheca, indotto e base di tifo?
Vediamo un po' di esempi sparpagliati:
Parma: comprata da un gruppo miliardario nel 2020, che ha speso anche molto e... al momento milita in serie B dopo una retrocessione immediata.
Bologna - da diversi anni c'è un nuovo proprietario multi-miliardario, lotta per non retrocedere
Roma - cambiati i Sensi, con altre 2 proprietà dopo ed ora i Friedkin: lotta per il 7° posto
Genoa - cambio con Preziosi, retrocessione
Cagliari - cambio con Cellino nel 2014, retrocessione nel 2022 dopo anni di lotte per salvarsi
Palermo: Zamparini porta il Palermo in A dopo 31 anni e lanciando campioni come Toni. Contestato, nel 2018 cede la squadra per 10 euro e...sappiamo il resto
Atalanta - nuovo fondo entrato a metà stagione, ottava posizione e per la prima volta in 4 anni fuori dalla CL e dall'EL.
Sassuolo: cambiata proprietà, meh
Spezia: proprietà molto più ricca di Adl, meh al quadrato.
Inter - cambio con Moratti, 10 anni di nulla cosmico e fallimenti sfiorati.
Milan - cambio con Berlusconi, come e più di sopra

Considerando che, naturalmente, Milan ed Inter non sono paragonabili al Napoli per storia, indotto, bacheca e quantità/qualità attuale del tifo (il Napoli da anni fa gli stessi abbonati di una buona squadra di B).
Mi chiedo e vi chiedo, fermo restando che naturalmente mi auguro succederà ad Adl qualcuno di molto più ricco ed anche capace, al momento, tutta questa smania di cambiare, come se il Napoli stesse facendo peggio di quanto storicamente ha fatto, a cosa è dovuta?
Probabilmente proprio a quelle vessazioni e frustrazioni esistenziali perenni, che ti fanno illudere di poter trovare nel calcio una rivincita alla tua vita infelice.
Però, state quieti, che voi comunque non vincerete una ***, soldi e fama saranno dei già milionari che poi vanno a svernare all'estero per 8 milioni netti a stagione, mentre voi continuerete a passare l'esistenza piangendo, incapaci di godervi il tanto che avete poiché ossessionati dal tutto che quasi sicuramente mai abbraccerete.